“Le parole dell’assessore Venturi sulla chiusura dei punti nascita che non raggiungono i 500 parti all’anno sono molto gravi visto che non tengono conto della grande mobilitazione e preoccupazione che migliaia di cittadini stanno portando avanti in questi mesi per difendere il loro diritto alla salute”. È questa la reazione della vicepresidente della Commissione Sanità della Regione Raffaella Sensoli e di Gian Luca Sassi, consigliere regionale del M5S, dopo le parole pronunciate dall’assessore Sergio Venturi nei giorni scorsi durante un incontro alla Festa dell’Unità di Bologna sul futuro della sanità in Emilia-Romagna e che di fatto hanno ribadito come strutture come i punti nascita di Castelnovo ne' Monti in provincia di Reggio Emilia e quello di Lagosanto a Ferrara dovranno essere chiusi per rispettare i parametri di sicurezza stabiliti dalla Conferenza Stato-Regioni.
“Venturi fa finta di non sapere che il M5S ha presentato già da tempo una proposta per poter garantire la sopravvivenza di questi punti nascita – precisa Raffaella Sensoli – ovvero quello di riferire gli standard di sicurezza non alle singole strutture ma alle equipe che svolgono gli interventi in più ospedali. Proposta, tra l’altro, che lo stesso Pd ha appoggiato con l’approvazione di una risoluzione comune che avevamo richiesto. Sostenere, come fa Venturi, che non ci sono alternative alla chiusura non è altro che l’ennesima bugia di una Giunta il cui unico obiettivo è quello azzerare il diritto alla salute dei cittadini”.
“Invitiamo Venturi a far sentire la propria voce oltre che nei vari stand delle feste dell’Unità anche nella Conferenza Stato-Regioni dove l’Emilia-Romagna ha il dovere morale e civile almeno di opporsi all’applicazione di questo provvedimento – aggiunge Gian Luca Sassi – Non si può continuare ad accettare passivamente certe decisioni senza nemmeno avere il coraggio di criticarle, così come è stato fatto per il tagli alla sanità decisi dal governo e che la nostra Giunta ha sottoscritto senza batter ciglio”.
“Quello dei punti nascita crediamo che sia solo il primo passo verso lo smantellamento e la chiusura di interi reparti e ospedali in giro per la regione – conclude Raffaella Sensoli – È inutile che i direttori sanitari vadano in giro a sostenere l’importanza dei reticoli ospedalieri se poi la Giunta ha come fine ultimo quello della riduzione dei servizi. Non si può continuare a prendere in giro di cittadini. Il M5S, come già fatto in questi mesi, continuerà a difendere il diritto alla salute di tutti che non può essere solo un numero da rispettare”.
A sentire Teneggi di Confcooperative lo Stato centrale ha fatto la sua parte nel togliere l’obbligo assoluto di chiusura delle maternità nelle piccole realtà. In seguito a queste modifiche la Regione può decidere con maggiore responsabilità. Certamente in certe affermazioni pesa la chiusura troppo affrettata della maternità di Porretta Terme. Va comunque detto che questo centro importante della montagna bolognese è addirittura servito con la ferrovia per Bologna, nel modenese c’è la nuova Estense che collega montagna con pianura, nel parmense c’è addirittura l’autostrada. Noi cosa abbiamo? Ogni territorio ha diritto di essere gestito a seconda delle sue caratteristiche. Non siamo tutti uguali e queste differenze devono essere fatte valere nelle sedi opportune per una decisione che potrebbe anche concretizzarsi in una maternità a tempo, ad esempio da ottobre a marzo con un forte rafforzamento dei consultori locali per dare fiducia soprattutto alle donne giovani di montagna.
(Il fumoso)
Perché si parla di rischi? La chiusura é valutata da un punto di vista della sicurezza del bambino e della mamma, se vi sono rischi conviene accanirsi per tenerlo aperto? Esistono realmente questi rischi?
(Yo)