In quel di Frassinoro si è consumato l’ennesimo successo del pilota felinese Rubens Ferrari. Il percorso estremamente viscido e sconnesso obbligava i concorrenti a pennellare ogni curva ed ogni asperità del manto stradale. Come in ogni gara che si rispetti anche in questa Ferrari al termine del giro di ricognizione avvertiva una forte vibrazione sul ponte posteriore: un ingranaggio si era spostato rischiando di compromettere la gara del pilota reggiano, buon per lui che un ottimo meccanico quindi in men che non si dica ha rimediato all’inconveniente .
La prima manche l’ha affrontata con moderazione e controllando da vero professionista i punti dove guadagnare preziosi decimi o dove poteva esserci il rischio di danneggiare la vettura. Da tener presente che in questa ultima gara di Campionato Italiano erano presenti i formula cioè quelle monoposto con una struttura simile ad una Formula 1.
Ovviamente contro questi “mostri” leggerissimi e molto potenti le speranze di vittoria erano esigue. Ferrari però è dall’inizio dell’anno che frequenta assiduamente il Campionato Italiano raccogliendo sempre la vittoria nel gruppo e spesso nell’assoluta. Questo grosso margine metteva al riparo da ogni problema anche se in cuor suo ogni pilota vorrebbe essere sempre sul gradino più alto del podio.
Ma in questi anni di gavetta condita da vittorie, Rubens ha capito che rischiare per niente non vale un gran che. La seconda manche ha visto in ogni caso il felinese salire di un passo estremamente veloce, entro però i dovuti parametri di sicurezza.
Ormai i giochi erano fatti e per Ferrari l’ulteriore conferma della doppietta nel campionato Italiano Uisp di gruppo e dell’assoluta. La terza ed ultima manche ha deciso di fare come una passerella per i tanti tifosi che assiepavano la strada delle verdi colline di Frassinoro. Allo starter, quando si cala la visiera, tanti buoni propositi vengono riposti nel bagagliaio e Rubens stracciava il suo record precedente di oltre due secondi.
Fortuna che "aveva garantito di andare piano". Certo che ad un pilota che in tre anni vince sei titoli nazionali si possono permettere anche questi eccessi di zelo.
All’arrivo, al parco chiuso, tutti indistintamente si sono complimentati con Ferrari per la guida e per l’umanità dimostrata durante l’anno portando con se sempre il distintivo dell’ANT, distintivo che altri piloti hanno chiesto di poter applicare sulle loro auto per la stagione a venire al fine di far conoscere l’importante associazione.
(Pietro Zobbi)