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Coldiretti: allarme per la presenza di branchi di lupi nei pressi delle aziende agricole nel territorio di Castelnovo ne’ Monti

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IMG-20150823-WA0004 È della notte scorsa l’aggressione da parte di un branco di lupi o cani inselvatichiti, non meglio identificati, di alcuni animali allevati all’aperto e custoditi nei recinti di un’azienda agricola nei pressi di Castelnovo ne’ Monti.

A dare l’allarme è Coldiretti Reggio Emilia che esprime il timore per una situazione pericolosa che, se gestita adeguatamente sin dal suo esordio, potrà essere contenuta e limitata nei danni.

Un branco di lupi ha sbranato 6 daini allevati all’interno di un apposito recinto da un’azienda agricola in località Gnana e inseguito una mandria di manze allevate all’aperto; una della quali si è ferita gravemente tanto da costringerne l’abbattimento.

«Molte aziende agricole di montagna si sono strutturate per tenere i bovini all’aperto investendo, come scelta per il loro futuro, su un’agricoltura a minor impatto ambientale, sul miglioramento del benessere animale e della qualità delle produzioni e sulla valorizzazione delle aree a pascolo – commenta Assuero Zampini, direttore della Coldiretti reggiana. Ora le aziende si trovano costrette a riportare le bovine all’interno delle strutture per paura di subire altri attacchi».

«Servono dei provvedimenti urgenti – commenta Giuliano Guglielmi, produttore che ha subito l’ultimo attacco – perché conviviamo tutte le notti con questi branchi nei cortili. Le persone della mia zona di notte non escono perché hanno paura per la loro incolumità e non solo quella dei propri animali. Oltre a fronteggiare il danno diretto subito dalle aggressioni, che si può stimare tra i 2000 e i 2500 euro, ora mi trovo anche a dover gestire i costi di una riorganizzazione dell’allevamento con il mantenimento in stalla delle manze, valutabile in alcune migliaia di euro».

La situazione pericolosa allarma e preoccupa anche chi frequenta i boschi della zona per raccogliere castagne o funghi mettendo a rischio la tenuta dell’area boschiva e con ciò provocando abbandono e degrado.

«Solitamente l’attacco di un lupo è occasionale e sporadico – continua con preoccupazione Guglielmi – e raramente avviene così a ridosso di area abitate. Queste scorribande che continuano ogni notte già da diverse settimane ci lasciano perplessi sulla natura degli animali coinvolti e ci fanno temere il peggio per il prossimo futuro delle nostre aziende e del nostro territorio. Il lupo infatti ha un capacità riproduttiva elevata e non ha un predatore naturale».

7 COMMENTS

  1. A quanto vedo gli attacchi del lupo qui da noi continuano. Ma abbiamo fior di professori, ecologisti, consulenti e Presidenti di Parco che sostengono il lupo e il suo essere necessario. E’ necessario, sì, ma a chi ? E’ forse necessario ai pastori, agli agricoltori, ai cercatori di funghi, ai proprietari di animali domestici e di ormai numerosi sfortunati cani: Setter, Pointer, Labrador ecc. dei quali abbiamo articoli di giornale che ne documentano le uccisioni, anche nella nostra provincia? Non si contano gli attacchi devastanti agli animali domestici, 55 pecore sgozzate a Frascaro di Castelnovo ne’ Monti (giugno-luglio 2011), una decina e più a Braglie di Ramiseto, 73 pecore uccise a Ligonchio, circa 20 sbranate e 50 soffocate dal panico, 5 cani Maremmani feriti (2013), capre a Spigone, tre vitelli smembrati a Rodogno di Vetto (2011), numerosi cani “spariti”, dei quali si trovano solo pochi resti, (altro che ibridarsi, li mangiano!). Per gli attacchi recenti davanti alle case, a Collagna, a Castelnovo ne’Monti vedere i resoconti pubblicati su Redacon. Ma poi ci sono gli animalisti da condominio, gli amanti della natura vista nei documentari TV, gli avventurosi esploratori… del divano di casa. Quelli che vogliono la nostra montagna, i nostri boschi, i nostri pascoli diventare un giardino zoologico, per il loro veloce turismo da fine settimana. E i montanari? E mia madre ottantenne che percorre la solitaria via che porta alla chiesa di Ramiseto, passando tra un bosco e campi? E il bambino di tre anni del mio inquilino, con il lupo avvistato (da un esperto) a dieci metri dalla recinzione del giardino, in via Micheli, Castelnovo ne’Monti? Non è vero che il lupo non attacca l’uomo, anche oggi i lupi attaccano e uccidono, in tutto il mondo e qui da noi no, perché sono lupi italiani? O solo perché ancora non formano stabilmente branchi numerosi? Però sull’Appennino stanno aumentando: “Lupi, boom sull’Appennino: sono fra i 600 e i mille”, titolava l’articolo del Resto del Carlino, 3 settembre 2012. Il paese che ha documentato meglio gli attacchi dei lupi è la Francia: “The country with the most extensive historical records is France, where nearly 7,600 fatal attacks were documented in from 1200–1920”, che con una semplice traduzione, circa 7600 le persone uccise dai lupi, in attacchi documentati dal 1200-1920, ovvero oltre dieci persone all’anno. Da una lista, incompleta, in inglese, reperibile su Wikipedia, abbiamo che dall’inizio del 2000 al gennaio 2015 una quarantina di persone sono state sbranate vive dal lupo (anziani, bambini, ma anche giovani adulti), in paesi europei come Ucraina, Russia, Bielorussia, Estonia, e in giro per il mondo Azerbaigian, Uzbekistan, Iran, India, Illinois, Alaska (Stati Uniti), Canada, Georgia ecc. (e numerose persone sono state ferite, in modo grave). Il lupo teme gli uomini, non per istinto, bensì perché ha imparato, a seguito della caccia nei suoi confronti, soprattutto con le armi da fuoco. Ma in Italia è vietato cacciarlo e tantomeno ucciderlo. Quanto ci metterà il lupo, animale intelligente, a capire che l’uomo “italicus” non gli spara più?

    (Alessandro Raniero Davoli)

    • Firma - Alessandro Raniero Davoli
  2. Quoto pienamente il signor Davoli, la situazione sta andando fuori controllo e non si prendono le misure necessarie per risolvere il problema. In ogni parte del mondo, in ogni parco gestito bene, il numero degli animali selvatici viene tenuto monitorato costantemente; quando si arriva al limite si procede alla eliminazione selettiva delle specie in eccesso. Questo serve anche a tutelare gli animali stessi che hanno la poiibilità di vivere e, nel caso dei predatori, di cacciare le loro prede naturali. E’ un problema serio e sottovalutato, il sostegno agli allevatori che continuano ad investire sul nostro Appennino dovrebbe essere una priorità.

    (Giovanni)

    • Firma - Giovanni
  3. Gli animali domestici vanno difesi, da sempre i pastori lo fanno. In Abruzzo, ad esempio, convivono con molti lupi e orsi e nessuno pensa di sterminarli per difendere gli animali domestici. Impariamo da loro, anche noi siamo un parco nazionale.

    (MB)

    • Firma - MB
    • Forse “MB” non è al corrente dei fatti, ma anche nel parco della Maiella, in Abruzzo, gli allevatori locali esasperati dai danni effettuati dagli orsi hanno seminato bocconi avvelenati uccidendo, se non mi sbaglio, quasi 10 orsi negli ultimi 2 anni. Non si deve assolutamente arrivare a questo punto, ma non si può neanche ignorare il fatto che in un territorio come il nostro il lupo diventi infestante. Si dovrebbe senz’altro ridurre il numero dei capi, magari catturando e spostando in altri luoghi femmine e cuccioli. Identificare se gli assassini sono veramente lupi o cani selvaggi e studiare una strategia. Chi investe in montagna di propria tasca, in questi tempi, merita rispetto e aiuto concreto; Lupo Alberto esiste solo nei fumetti.

      (Giovanni)

      • Firma - Giovanni
  4. Buongiorno, per dovere di cronaca mi sento di affermare che non tutti gli animali sono stati sbranati all’interno del recinto, una carcassa di daino è stata da me rinvenuta sul ciglio della strada che da Fontanino porta a Gnana (quindi fuori dal recinto) alle ore 5,30. A riprova di ciò che affermo ho una foto con tanto di data e ora. Grazie.

    (Roberto Zapata)

    • Firma - Zapata roberto