Con l'avvicinarsi dell'autunno... cadono le banche? La domanda viene spontanea dopo un'ulteriore segnalazione, dopo quella recente concernente lo sportello della Banca nazionale del lavoro, che riguarda stavolta il Banco Emiliano, ex Banca di Cavola e Sassuolo.
"Se ne va un altro pezzo di montagna - osserva un lettore - da metà settembre la storica sede di Cavola del Banco Emiliano, ex Banca di Cavola e Sassuolo, diverrà solo sportello con 5 dipendenti. La Banca di Cavola e Sassuolo ha visto la crescita del territorio circostante dagli anni '80 ad oggi ed era arrivata a occupare fino a pochi anni fa fino a 35-40 persone solo nella sede di Cavola, con ricadute positive su tutte le attività del paese. Ora i lavoratori saranno spostati verso Reggio Emilia e Guastalla".
"Negli ultimi anni sulla struttura erano stati fatti degli investimenti volti ad ampliare gli uffici e ad allestire una nuova sala del consiglio d'amministrazione, per garantire futuro alla banca anche in montagna. Appare strano come, con le possibilità di collegamento telematico garantite dalle moderne tecnologie, si sia ritenuto indispensabile chiudere questa struttura per decentrare i lavoratori sulla pianura".
"Credo che sia giusto che tutti i cittadini della montagna siano informati su questa decisione - commenta concludendo il lettore - e possano dire la loro opinione e chissà magari si potranno cambiare le cose".
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Aggiornamento 20 agosto 2015
Banco Emiliano sulla sede di Toano chiesto incontro ai sindaci montani
Banco Emiliano ha chiesto oggi un incontro urgente con i Sindaci dei comuni montani in cui opera l'Istituto ci Credito Cooperativo a seguito delle prese di posizione assunte dagli amministratori locali di Toano, ma anche da altri residenti, in relazione al trasferimento di una parte del personale dalla sede di Cavola a quella Reggio Emilia.
“Le opinioni che stanno emergendo anche da parte di amministratori pubblici – sottolinea Banco Emiliano – sembrano prescindere da qualsiasi altro interesse che non sia legato al disagio dei dipendenti (in massima parte già operativi, anche prima della fusione, nella sede viale dei Mille, a Reggio Emilia, mentre 5 saranno trasferiti a settembre) e agli introiti di alcuni pubblici esercizi, e in alcun modo tengono conto dell’importanza che simili processi hanno sulla solidità e sulla crescita della Banca, sul servizio che vuole rendere a migliaia di soci e clienti, sulle ricadute che generano sull’economia locale”.
“Stiamo parlando di una Banca che svolge un ruolo fondamentale a sostegno dell’economia e delle famiglie, ed è di questo che riteniamo si debba parlare, perché l’unica ragione della trasformazione della sede di Cavola in una filiale, peraltro tra le più importanti dell’Istituto – prosegue Banco Emiliano - sta proprio nella ricerca della massima efficienza a beneficio dei soci, dei clienti e del territorio, grazie ad una concentrazione di funzioni (e quindi anche di personale) che nulla hanno a che vedere con temute “perdite di peso” della montagna nell’Istituto”.
“Per una Banca che vive e cresce grazie ad un forte ed esclusivo rapporto con il territorio – spiega Banco Emiliano – è del resto impensabile qualsiasi scelta che non rispetti profondamente le comunità locali in cui operano i suoi soci (quasi 20.000) e i suoi punti di riferimento rappresentati da persone, famiglie e imprese”.
“Pur comprendendo il disagio di alcuni dipendenti, che è pari a quello di migliaia di persone che ogni giorno dalle aree montane vanno a lavorare altrove – prosegue Banco Emiliano – riteniamo che sia ben più importante ricordare che la fusione del 2013 non ha comportato, con positive valutazioni dello stesso sindacato, alcuna ondata di esuberi, come invece osserviamo in altre aggregazioni e ristrutturazioni, e che proprio grazie all’integrazione tra le BCC di Cavola e Banca Reggiana si sono ben tutelati gli interessi soci e clienti dell’Appennino in una fase non propriamente felice per la banca montana, così come attestano gli esiti di controlli e ispezioni di autorità terze”.
“La riorganizzazione dell’Istituto, cui è legato il trasferimento della maggior parte del personale da Cavola ad altre sedi – prosegue l’Istituto di Credito Cooperativo – corrisponde, pertanto, ad un processo di rafforzamento di tutte le funzioni primarie dell’Istituto che non sono legate alle attività delle singole filiali, superando la frammentazione che si era venuta a determinare con la fusione dell’autunno 2013”.
“In tal senso – conclude Banco Emiliano – tutte le aree territoriali potranno beneficiare degli effetti positivi della integrazione tra le due ex BCC, senza dimenticare il fatto che il presidio del territorio montano non è assicurato solo dalle filiali, ma anche da un apposito “Comitato Locale” cui è affidata, tra l’altro, anche la selezione dei tanti interventi sociali che l’Istituto effettua localmente a beneficio di associazioni, scuole, sanità, volontariato, sport e cultura, sostenendo decine di iniziative che positivamente incidono sulla vita delle comunità locali”.
La fusione è stata fatta per enormi buchi di bilancio ed ora comandano dalla bassa. E’ una banca come le altre, ora. Quando era “Cavola e Sassuolo” erano “normali”, parlo per fatti personali. Adesso non decidono niente a Cavola, è già uno “sportello” da tempo e ne paga le conseguenze chi è gestito da gente che non ti conosce.
(Montanaro)
Alcuni anni fa, nell’estate del 2012, come Amministrazione comunale di Toano facemmo alcune considerazioni in merito al processo di fusione tra la Banca di Cavola e Sassuolo e Banca Reggiana, processo che era appena iniziato (ben sapendo che come Comune non potevamo di certo influenzare decisioni che riguardavano attività private). I timori principali erano legati al fatto che il baricentro economico-decisionale della nuova banca (Banco Emiliano) potesse spostarsi, diciamo pure sbilanciarsi, verso la pianura e la città di Reggio Emilia. Leggendo l’articolo viene spontaneo pensare che, purtroppo, quei timori non erano del tutto infondati. Personalmente mi auguro che i rappresentanti della ex Banca di Cavola e Sassuolo nel Consiglio di amministrazione di Banco Emiliano facciamo tutto il possibile per evitare quello che si sta prospettando: il nostro Appennino rischia di perdere un’altra importante realtà economica e occupazionale.
(Michele Lombardi)
Io credo invece che piangere lacrime a posteriori non serva a nulla, come credo che chi ha rilevato il gruppo e assorbito i buchi di bilancio debba curare i propri interessi. Mi pare sia tutto logico, visto che facciamo parte di un sistema capitalistico. Piuttosto mi chiederei come siano arrivati buchi così grossi da dover spingere il gruppo verso una fusione, che tipo di amministrazione è stata fatta in tutti questi anni e chi soprattutto aveva portato la banca verso questa situazione.
(Semprelibero)
Era già successo con la Banca di Viano S. Giovanni, dirigenza da S. Giovanni a Scandiano, se non sbaglio.
(Partigiana Jane)
Sono due situazioni diverse, Viano era una questione di sopravvivenza. Con tutto il rispetto per San Giovanni (fantastica quanto Cavola nel creare una banca) la banca non sarebbe sopravvissuta senza spostamenti. Come poi siano stati fatti “democraticamente” e come era gestita la banca questa è storia di pochi anni fa con il cambio di direzione “licenziatosi per altri progetti imprenditoriali…”. Cavola è diversa. In assemblea è stato detto che non c’erano problemi, che le banche si erano confrontate e che tutto era per il localismo e per rafforzare la banca nuova. Parole del presidente (Reggionline del 26/5/13). Premetto che ho votato a favore della fusione perchè credevo nel discorso della Direzione di dare opportunità e futuro alla banca di montagna, visto che il patrimonio sembra essere diventato oro e che Banca Reggiana ne era dotata. Peccato che fra fusione e bilancio siano sparite alcune decine di milioni di patrimonio. Ed è tutta colpa di Cavola (poi qualcuno mi spiegherà perchè a fronte di 28 mil. di svalutazioni di cui 13 di Cavola, la colpa è tutta di Cavola… Gli altri 15 si sono persi per strada?). E i controlli pre fusione chi li ha fatti? Comunque le banche devono fare business e questo è certo! Non sono enti benefici, ma comunque qualche valore dovrebbero dimostrarlo e invece questa operazione sembra sia stata una precisa strategia mirata ad accentrare in pianura risorse e a delegittimare una storia importante che Scalabrini e Malvolti avevano scritto fra tante difficoltà! Perchè nomino loro? Perche di quelli che sono venuti dopo non è rimasto nessuno. Chi licenziato per altri incarichi (iniziati forse già in banca?) e chi dimesso una settimana prima dell’assemblea. Curioso poi che chi è in Consiglio, di Cavola, sia prima passato dal comitato contro la fusione. I ruoli dirigenziali (che la Direzione diceva in assemblea sarebbero stati equamente divisi) sono tutti a carico di ex Reggiana e chi si farà chilometro da sopra Castelnovo a Guastalla ringrazia. Alla faccia del localismo Banco Emiliano non sponsorizza neanche più il basket a Castelnovo. Direi che più che la caduta delle banche è il de profundis della montagna, purtroppo! Al Credito Cooperativo Reggiano l’augurio di non fare la stessa fine.
(Un socio)
Chi è causa del suo mal pianga se stesso… ipse dixit.
(Magister)
La fonderia di campane Capanni, la Vercos, la Banca di Cavola, ecc. Forse il sogno della montagna in cui credevano i nostri vecchi si è sciolto come neve al sole?
(Io)
In merito ad alcuni commenti correlati all’articolo vorremmo precisare che Banco Emiliano è tuttora uno dei più importanti sostenitori di LG Basket e continuerà a sponsorizzare la società anche nella stagione a venire. Cordiali saluti.
(ASD LG Competition Castelnovo Monti)
Quando la montagna smetterà di lamentarsi sarà più rispettata da tutti. Per questo bisogna dimostrarsi più bravi e conquistare ciò che si merita, sennò si va alla questua. Sulla banca forse c’è gente che ha scherzato troppo in passato. Che interesse avrebbe la montagna se oggi invece che a una fusione fossimo di fronte a una “banca rotta?”
(Minozzese)
Cosa significa smettere di lamentarsi? La montagna perde e con lei perdono tutti. La fusione é stata la cosa giusta, ma la perdita di posti di lavoro in montagna in aziende storiche che ci davano anche prestigio (Banca di cavola, Capanni, Vercos, ecc.)? Cosa é successo? Chi ha sbagliato?
(Io)
Riguardo l’aggiornamento si dice: la banca svolge un ruolo fondamentale per famiglie e imprese. Nel mio caso fosse per la banca avrei già chiuso da un pezzo. Come mettere un bastone tra le ruote di una bicicletta. I tempi che le banche “davano e “ingrassavano “con le imprese è finito.
(Montanaro)