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Si è spento Marco Fornaciari Chittoni

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Marco Fornaciari Chittoni

Si è spento a Reggio all’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Marco Fornaciari Chittoni, 87 anni, esponente della società civile molto conosciuto tra gli anni Cinquanta e Ottanta sia in Appennino, dove fu dirigente in Comunità Montana, che nel reggiano e oltre provincia in generale.

Laureato molto presto all’Università di Agraria di Firenze, seguì dapprima le orme del padre (il generale Pietro Fornaciari Chittoni) entrando a far parte come ispettore del Corpo forestale dello stato a La Spezia. In seguito fu dirigente dell’ex Consorzio di Bonifica Montana e del Consorzio Forestale “Livello di Nasseta” a Collagna. Sui periodici Tuttomontagna e La Libertà ricostruì adeguatamente proprio la storia e le origini del Livello di Nasseta.

Docente per sette anni alla cattedra di Economia Politica Agraria all’Università di Parma, in contemporanea fu preside per sei anni dell’istituto professionale di Stato per l’agricoltura “Angelo Motti”, quindi consulente per diversi enti (per Anas Lombardia per le opere Verdi, per l’assessorato all’agricoltura della regione Liguria, per la Commissione urbanistica comprensoriale della Regione Emilia Romagna.

Per la nostra ex Comunità Montana, oltre che per alcune altre in regione e in Liguria, si occupò di piani di sviluppo socio-economici, piani di sviluppo agricolo, progetti integrati, piani di settori…

Era anche uomo “di bonifica”, come si dice nel gergo, essendosi occupato per il Consorzio “Tresinario Secchia” e per il Consorzio Forestale di piani generali di bonifica, di ricomposizione fondiaria, irrigazione, assestamento forestale, e della formazione della carta agro-pedologica dell’Appennino.

Sempre nel settore realizzò numerosi studi e monografie. Per la sua professionalità ottenne dalla ex Comunità economica europea un incarico inerente le problematiche dell’ambito agricolo e forestale.

Persona di fede, si prodigò per gli ultimi anni della carriera promuovendo iniziative a favore del continente africano.

In uno scritto di suo pugno, espresso per la scomparsa di un religioso extracomunitario affermò: “La vita stessa sarebbe veramente tragica beffa, se davvero una Creatura, che passò per il mondo beneficiando e benedetta, dovesse essere travolta dopo la morte nel vortice cieco del nulla”.

Marco, che viveva a Reggio in via Gaetano Davoli, lascia moglie Claudia e i figli Margherita Isabella e Giuseppe, assieme ai generi Aronne (vicesindaco di Vetto) e Marco e quattro nipoti. La salma è esposta all’obitorio di Reggio. Da definire la data delle esequie.

10 COMMENTS

  1. Ho avuto modo di conoscerne garbatezza e professionalità negli anni in cui collaborava con la Comunità montana e non sapevo di tanta sua poliedrica e vasta attività nel settore agro-forestale. Esprimo ai famigliari le mie più vive condoglianze.

    (P.B.)

    • Firma - P.B.
  2. Io ho conosciuto Marco quando era preside dell’Istituto Motti ed io ero insegnante in quel di Casa Cocconi a Campegine. Da allora ho sempre avuto parole di ammirazione per un uomo che in qualsiasi posto venisse collocato, ha sempre dimostato professionalità, competenza e disponibilà a colloquiare con tutti. Uomo di grande fede, lascia in ognuno di noi un encomiabile ricordo di bontà, semplicità e delicatezza, specialmente nel parlare. Grazie Marco per quello che hai fatto ed anche per quello che continuerai a fare per noi anche da lassù.

    (Silvano Domenichini)

    • Firma - SilvanoDomenichini
  3. Giovane presidente della ancor più giovane Cofar, conobbi il dottor Fornaciari in Comunità montana e da allora, anno dopo anno, è nata una bella e rispettosa amicizia. Di lui potrei ricordare tanti episodi molto belli: un viaggio di lavoro a Varese Ligure, una spedizione in un paesino del parmense alla “ricerca” di un amico frate, i tanti saggi consigli ricevuti nei primi anni di presidenza della Cofar, le lunghe chiacchierate quando ci incontravamo qui a Castelnovo, soprattutto d’estate. La sua ultima telefonata risale a qualche tempo fa: mi raccontò dei suoi malanni, ma ugualmente volle rassicurami che in estate ci saremmo rivisti e magari ci saremmo messi in macchina e saremmo andati in giro al solo scopo di chiacchierare in movimento, come abbiamo fatto oltre volte. Ricordo anche due sue bellissime recensioni a due dei miei libri pubblicate sul giornale “La libertà”. Forse, però, i momenti più belli sono stati quelli in cui, lui molto religioso e io non credente, parlavamo delle reciproche convinzioni con il massimo rispetto l’uno dell’altro. Da alcuni anni, proprio su sua richiesta, ci davamo del tu. Mi mancherai, Marco, mi mancheranno le tue lunghe telefonate, mi mancheranno le tue pacate riflessioni, mi mancherà la tua saggezza. Spero tanto che un giorno, non so dove e non so quando, ci si possa incontrare di nuovo per proseguire i discorsi lasciati troppo presto in sospeso qui sulla Terra. Ai famigliari esprimo le più vive condoglianze mie e della mia famiglia.

    (Armido Malvolti)

    • Firma - Armidomalvolti
  4. Ricordo Marco, così mi diceva di chiamarlo anche se mi era difficile non dargli del Lei in segno intrinseco di rispetto e stima, come persona estremamente vicina ai più bisognosi e rispettosa nei confronti di tutti. Esprimo tantissime condoglianze alla famiglia.

    (Antonio)

    • Firma - Antonio
  5. Una persona gentile, garbata e buona con la quale ho sempre avuto un ottimo rapporto basato sulla stima e sul rispetto reciproci: questo era per me il dott. Marco Fornaciari. Alla sua famiglia e all’amico Aronne le più sentite condoglianze.

    (Marco Tavaroli)

    • Firma - MarcoTavaroli