Nel primo week-end contrassegnato dal cosiddetto “bollino rosso” che identifica i giorni di maggiore flusso veicolare, le pattuglie della Polizia Stradale reggiana hanno intensificato la vigilanza non soltanto sul tratto autostradale di competenza, ma anche lungo la viabilità ordinaria ed in particolare sulle arterie di montagna interessate da un intenso traffico veicolare.
Sono stati tanti i reggiani che hanno infatti scelto di passare l’ultimo fine settimana di luglio nelle principali località turistiche del nostro Appennino, complice anche il caldo di questi giorni che non ha dato tregua nemmeno dopo i recenti ed improvvisi temporali.
In particolare, sulle strade di alta montagna le pattuglie della polstrada castelnovese hanno fermato ed identificato quasi 150 motociclisti, molti dei quali provenienti da oltre provincia e persino da altre regioni (Liguria e Toscana in primis).
Al termine del servizio - che ha visto impiegate complessivamente 4 pattuglie di cui una moto montata - i centauri contravvenzionati sono stati quasi una ventina: 4 di essi circolavano senza che le rispettive moto fossero state sottoposte alla revisione periodica (per una di queste il ritardo era di oltre quattro anni).
Immediata la sospensione della carta di circolazione operata dagli agenti, mentre ora gli incauti conducenti dovranno effettuare la visita tecnica al mezzo prima di poter di nuovo circolare.
Diverse altre motociclette, invece, sono risultate prive del dispositivo supplementare al silenziatore (il cosiddetto db-killer) che consente l’abbattimento del frastuono dei motori; ad altri conducenti è scattato l’obbligo di esibizione dei documenti mancanti (in particolare carte di circolazione e polizze assicurative).
Da segnalare, infine, un motociclista 53enne che sorpreso a “tagliare” eccessivamente i tratti di strada in curva, una volta fermato è stata notata la targa eccessivamente inclinata del mezzo e parzialmente coperta da un drappo.
Ma la sorpresa per gli agenti è arrivata dopo che l’imprudente conducente si è tolto il casco ed ha cominciato a parlare: l’alitosi alcolica che emanava era tale che sottoposto alla prova con l’etilometro l’apparecchiatura ha fatto registrare un tasso alcolemico di 1,5 g/l, cioè tre volte il limite consentito.
Una “raffica” di contravvenzioni ed il sequestro della moto è stato l’inevitabile epilogo per questo motociclista che ha dimostrato di avere troppo in fretta dimenticato le regole del codice stradale.
A nome mio personale e della Federazione Motociclistica Italiana un doveroso e sentito ringraziamento a tutte le forze di Polizia, nello specifico alla Polstrada, per questa opera di controllo e prevenzione. Che poi significa anche tutela a favore dell’utenza stradale. La stragrande maggioranza dei motoclclisti vive la propria passione nel rispetto delle regole e nel corretto utilizzo del mezzo; purtroppo solo una minoranza si contraddistingue per comportamenti ed atteggiamenti inaccettabili, oltre che illegali. E’ contro costoro che va utilizzato, a tutela e rispetto per tutti gli altri, un doveroso metodo repressivo; che significa, tanto per non essersi fraintesi, che chi sbaglia deve pagare in considerazione anche del fatto che, ad esempio, circolare con assicurazioni scadute o inclinare e coprire le targhe, significa essere perfettamente consapevoli di quello che si fa. Davvero un sentito grazie per l’utilissimo ed encomiabile lavoro delle forze dell’ordine, soprattutto agli “amici” della Polstrada.
(Paolo Comastri)
Il mio profondo disappunto verso chi, ubriaco, si mette alla guida di un veicolo, sia esso una moto o un’auto. Abbiamo visto di recente dalle cronache cosa significa non essere in grado di guidare e quali sono le conseguenze.
(Commento firmato)