"Da qualche giorno è attivo il progetto 'L’Appennino che vogliamo': una iniziativa del Partito democratico aperta, inclusiva e orientata all'ascolto delle istanze di cittadini, gruppi e associazioni. Tutti sono i benvenuti, tutti sono invitati a partecipare al dibattito, tutti sono ascoltati con attenzione. 'L’Appennino che vogliamo' vuole promuovere la definizione di una visione condivisa in grado di rappresentare non solo i problemi del nostro territorio, ma anche le speranze, i progetti e le opportunità dei cittadini che lo animano".
Così in una nota il Pd montano annuncia questa sua iniziativa.
"Il nostro lavoro è la promozione di un dialogo serrato, schietto e costante con i cittadini che vivono l’Appennino, che vogliono esserne parte e influenzare le decisioni che dovremo prendere negli anni a venire. Lungo questa direzione abbiamo organizzato tre momenti di ascolto rivolti a militanti, simpatizzanti e più in generale a tutti i cittadini che vorranno darci una loro visione della montagna".
Questi momenti saranno i seguenti: giovedì 23 luglio, ore 21, presso il Centro sociale "Insieme", via dei Partigiani, Castelnovo ne' Monti; lunedì 27, ore 21, presso la Casa cantoniera, Casina; giovedì 30 luglio, sempre ore 21, presso la sala civica di Cavola, via S. Michele 4.
"Durante le diverse serate saranno organizzati tavoli tematici dedicati a servizi, ambiente ed economia in cui un facilitatore avrà il compito di promuovere la discussione e il confronto fra i partecipanti. Il risultato della discussione verrà sintetizzato in un documento che sarà presentato a tutti i circoli dell’Appennino durante il mese di ottobre. Questa iniziativa è organizzata con l'appoggio e la collaborazione del Partito democratico provinciale".
Ottime le iniziative, peccato la tempistica, chiudete le stalle quando i buoi sono scappati! L’Appennino che vogliamo… credo non ci sia bisogno di fare tante riunioni per saperlo.
(Marino)
Concordo in pieno con Marino: in ritardo di almeno 40 anni.
(Massimo)
Sono uno degli organizzatori degli incontri e la vostra critica è ingiusta: 40 anni fa il modello di sviluppo dell’Appennino era chiaro e progettato dalle forze politiche uscite dalla Resistenza; identità culturale sociale, Comunità Montana, polo scolastico, ospedale pubblico, servizi alla persona, sviluppo delle infrastrutture in rapporto sussidiario con tutto il resto della provincia (rete acqua, poi gas) viabilità, investimenti pubblici ed economia privata, etc etc. Oggi la sfida è con un mondo diverso che cambia di giorno in giorno, per la sopravvivenza di una identità culturale, per la tenuta demografica e sociale della montagna, dei servizi e delle attività produttive, etc etc. Vogliamo parlarne con apertura mentale e disponibilità al confronto? Penso abbiate molto da dire in merito, vi aspettiamo con curiosità ed attenzione ai prossimi incontri.
(Guido Tirelli)