“Mamma ho perso il prosciutto” è l’esilarante e vera storia di un nonno che si reca in un paese straniero, lasciando la montagna, per ritrovare la figlia e la sua nuova famiglia. Questo nonno è attivo nel sociale, in particolare nelle feste di paese comandate. E’ animatore della Sagra del Cicciolo, ad agosto, e, d’inverno, è donatore di sangue per gli adipolesi, motivo per cui prima del prelievo è necessario avere partecipato alla tre giorni della Maialata nella Trattoria parigina dirimpetto a Bismantova.
Purtroppo, giunto nel paese straniero, per le vacanze estive, scopre che l’amata figlia, corrotta dal marito, è divenuta un’acerrima vegana. Così, pare, anche per le due figliolette: è bandito dal menù qualsiasi prodotto animale o di derivazione animale.
Iniziano quattro settimane di dura prova, dato che anche la camera da letto del nostro ospita le verdure di famiglia consumate in grande quantità: un affronto notevole per il nonno emiliano che, come unica verdura, utilizza le patate arrosto come contorno al pollo.
Al primo mattino il povero nonno cerca la consueta pancetta, uovo, salsiccia, cicciolata, sanguinaccio per la colazione col caffelatte, ma si ritrova dinnanzi un succo di carote (che lui scambia con succo di carpaccio, restandone profondamente deluso) e kiwi, date di nascosto al gatto che ogni volta scappa con le orecchie basse reclamando una sana scatoletta come tutti i gatti del vicinato tranne lui.
La prima giornata, quindi, prosegue alla ricerca dei cibi cari al nonno. Mentre la figlia e il genero sono al mare, con la scusa di accompagnare le nipotine a pattinare, il nonno cerca le più rinomate salumerie del paese, ma una delle nipotine minaccia di svelare tutto alla mamma: lei è inflessibile campionessa di danza e non tollera la benchè minima imperfezione.
A mezzogiorno dice il nonno di volersi tenere leggero e, quindi, schiva tutti i piatti, tranne la pasta, su cui riesce a far scivolare di nascosto una fetta di salame allungatagli ai giardini da una signora compassionevole. Ma è la sera il momento peggiore, quando cala la tipica nostalgia emiliana fatta di ricordi di cotechini conditi con lardo, culatello con contorno di bracciole, filetto agli zampetti di maiale e agnello.
Sarà solo la complicità della nipotina più piccina, nottetempo, a evitare pericolose cadute del nostro dal letto per svenimento: una piccola manina poserà sul comodino alcune grosse fette di coppa, premio assegnato alla gara di danza alla Sagra della Piadina, cui le piccole non potrebbero partecipare e cui il nostro prova ogni volta a intrufolarsi.
Al risveglio però un’amara sorpresa: le briciole sul pigiama rivelano alla figlia che qualcosa non va… Ed è solo il primo giorno.
Il libro è edizioni Novanta (15 euro, con ricavo destinato alla Sagra del Salame Fiorettino, solo nelle migliori librerie).