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La conferenza provinciale delle donne del Pd a sostegno del punto nascita a Castelnovo ne’ Monti

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A fronte dell’ampio dibattito pubblico relativo alla paventata chiusura del punto nascita dell’Ospedale S. Anna di Castelnovo ne' Monti non possiamo che condividere le preoccupazioni delle donne in primo luogo e dei cittadini del comprensorio montano della nostra provincia.

Per questo riteniamo un  importante primo passo il voto unanime dell’Assemblea Regionale che impegna la Giunta al confronto con i territori prima di qualunque atto deliberativo.

La nostra concezione della maternità come evento fisiologico e come valore sociale ci porta a ritenere sbagliata la decisione di chiudere, penalizzante per le donne per le caratteristiche geografiche del territorio, e in ultima analisi anche punitiva verso le politiche di sviluppo economico e sociale del territorio stesso .

Sia chiaro: il tema della sicurezza è per noi primario come lo è la necessaria riduzione del numero  dei parti cesarei.

La soluzione per noi risiede nella valorizzazione e nel consolidamento del sistema integrato tra Ospedale S. Maria e  Ospedale S. Anna, un modello che finora ha reso possibile il funzionamento del punto nascita di Castelnovo, ma che deve essere reso ancora più efficiente.

E’ un modello che può fare scuola anche per molti  altri territori italiani come per altre branche dei servizi sanitari. Un sistema di rete che, proprio perché tale, garantisca a tutti i cittadini la stessa massima qualità.

Seguiamo questa vicenda fin dall’inizio con attenzione perché la tutela della maternità in tutti i suoi diversi aspetti è un tema che sta nel nostro dna di donne e rappresenta il cuore delle politiche di genere

Per questo siamo impegnate a  sollecitare presso gli amministratori e i politici coinvolti la soluzione che il territorio montano aspetta: mantenimento e rafforzamento del punto nascitadel S. Anna.

Dopo le migliaia di firme raccolte, l’impegno dei Sindaci e dei Consiglieri regionali, gli ordini del giorno presentati in tutti i Consigli Comunali della montagna e, da ultimo l’importante riconoscimento come area Mab Unesco  non possiamo credere che il primo atto amministrativo sancisca, come una beffa, l’impossibilità di nascere in montagna.