È stato presentato sabato in apertura della Festa del pane e all’ombra di un bel pergolato, Bergogno terra di Matilde tra storia e leggenda, di Pietro Gambarelli. L’autore, nato e cresciuto nel borgo, raccoglie in 60 pagine le ricerche che nell’arco degli anni hanno cercato di rispondere alle domande che i suoni familiari del dialetto e il paesaggio intorno gli hanno suscitato. A cominciare dai nomi dei monti e delle località, confrontati con i testi degli specialisti alla ricerca di una etimologia che dia conto anche dell’origine del paese e delle sue genti. Un bel rilievo hanno infatti le famiglie storiche del luogo –i Magnani, gli Zanes ovvero Giovanardi, i Pegolotti – e i loro simboli.
Pietro Gambarelli, che ha frequentato la scuola d’arte e nel tempo libero si dedica anche alla scultura della pietra, ne ha cercato le tracce nelle incisioni sulle pietre d’angolo dei palazzi del paese o nella grotta della Pentoma, e il suo libro è anche un’ottima guida per una visita approfondita al bel borgo casinese. Il ricco corredo iconografico di fotografie e carte consenta una buona preparazione della visita ma anche di fare un bel viaggio… restando comodamente seduti in casa propria.
Nel corso della prima presentazione a Bergogno, il prof. Giuseppe Giovanelli ha illustrato le modalità, e quindi le difficoltà, di fare ricerca storica in un piccolo borgo che ha poche occasioni per lasciare un segno nella storia. Anche per questo il lavoro di Pietro Gambarelli è particolarmente meritevole: “Ho sentito il dovere di contribuire a conservare memoria di ciò che i nostri avi hanno costruito nel secoli”, ha spiegato rispondendo alla moderatrice del dibattito, Giovanna Caroli. Ma il suo libro fa molto di più: dà testimonianza di una passione civile che invita a partecipare a tutelare e difendere i beni ricevuto a non lasciare senza spiegazione, senza conoscenza ciò che ci circonda. A giudicare dalle presenze e dalle copie vendute è una passione condivisa.