Vetto ha conosciuto, in questi anni, molte chiusure di esercizi commerciali e della ristorazione. Forse anche a seguito di questo, la comunità rischiava di perdere uno dei luoghi più cari all'immaginario sociale del paese. Il locale sul lido.
Sabato 16 maggio scorso i gestori dell’Antica Trattoria del Tondo hanno inaugurato la novità della loro sede estiva al Lido di Vetto. E’ stato così rinnovato e riaperto il suggestivo e storico locale immerso nel verde a pochi metri dall’acqua dell’Enza, negli ultimi anni rimasto chiuso. Un locale che potrà offrire anche un buon servizio di bar e ristorante ai tanti bagnanti ed escursionisti che in estate frequentano le rive e i dintorni del fiume.
I gestori dell’Antica Trattoria del Tondo di Reggio Emilia sono la famiglia di Tommaso Immovilli e Cleonice Genitoni (cuoca, originaria di Cola di Vetto, la mamma Iolanda era di Rodogno) con i figli Gian Luca (cuoco) e Massimo (sommelier) e due aiutanti, hanno così trasferito in Appennino la tradizione e i menù del locale conosciuto e apprezzato a Reggio e non solo (maggiori info su anticatrattoriadeltondo.com e Tripadvisor).
“La tradizione della cucina tramandataci dalle nostre nonne, la bellezza della valle dell’Enza, la tranquillità di un luogo immerso nel verde della natura” - così i gestori del locale presentano la loro ‘avventura’ - “ci hanno portato qui al Lido di Vetto, Paese dove tutto ebbe inizio... Lo gnocco viene impastato a mano rispettando i sapienti consigli della nonna Iolanda di Cola. La pasta di semola e la pasta all’uovo così come i tortelli sono preparati quotidianamente utilizzando sola materie prime della nostra provincia. Le carni, accuratamente selezionate, vengono lavorate dal pezzo intero ricavandone i tagli che vengono serviti nel massimo rispetto dei principi nutrizionali e...”... e seguono sottolineature particolari per tutte le sezioni del menu, fino ai dolci fatti in casa, ai vini garantiti dal sommelier, agli aceti balsamici tradizionali delle proprie batterie e un’offerta di produzioni selezionate di paste, marmellate, mostarde, sughi, grappe...
Il locale è aperto anche in caso di maltempo. Si consiglia la prenotazione.
(Francesco Genitoni)
Fa piacere leggere della riapertura di questo locale cui auguro un buon successo a prescindere. Mi è dispiaciuto molto leggere nel “menù della tradizione” che accostate ” lo gnocco impastato a mano rispettando i sapienti consigli della nonna Iolanda di Cola” con la tagliata di Angus (argentino immagino). Potremo un giorno avere un piatto presentato e realizzato con carne nata, cresciuta e lavorata nella provincia di Reggio Emilia o (sogno irraggiungibile) nell’Appennino Reggiano?
(MC)
Indipendentemente dal menu, argentino o australiano, noi siamo stati benissimo, locale pulito, accogliente e gestito da professionisti! Complimenti.
(Roberto)
Salvo una mia svista. In queste righe di presentazione non vedo accenni alla “tagliata di Angus”, ma al di là del caso specifico il sentirsi proporre carne “nostrana”, come vorrebbe “MC”, è aspirazione senz’altro legittima, e purtuttavia, andando in giro per le nostre campagne, non può esserci sfuggito che gli allevamenti zootecnici sono andati via via diminuendo nel corso di questi anni e credo che dovremmo quantomeno interrogarci sul perché di questo fenomeno (e fors’anche preoccuparcene).
(P.B.)