Riceviamo e pubblichiamo.
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Il referendum del 31 maggio, che chiama i cittadini di Collagna, Busana, Ligonchio e Ramiseto ad esprimersi sul processo di fusione tra comuni del crinale reggiano, è alle porte. E rappresenta un'occasione importante per incidere sul futuro del territorio. Per questo è importante che tutta la popolazione si rechi alle urne per esprimere il proprio voto sulla proposta.
La Cgil sostiene, in generale, tutti i percorsi di aggregazione dei piccoli comuni, quando questi hanno dietro un progetto chiaro di miglioramento della risposta degli enti locali ai bisogni degli abitanti. Non tanto quindi per una valutazione economica, di breve periodo, sulle nuove risorse in arrivo in caso di fusione, o per i risparmi che deriveranno dalla messa in comune delle attuali quattro “macchine amministrative", ma piuttosto per la prossimità delle istituzioni ai cittadini, per il mantenimento del rapporto diretto tra amministratori ed elettori, per la possibilità di decidere sulla diffusione e dislocazione dei servizi e sui progetti di infrastrutture necessarie al territorio.
Tutto questo vale a maggior ragione per realtà – come in questo caso – che per le loro caratteristiche demografiche e socio-economiche rischiano di essere ancora di più emarginate dai processi decisionali che usciranno dalla riforma del sistema degli enti locali (nuova Provincia, aree vaste, rafforzamento del peso della Regione).
Accettare la sfida di immaginare un nuovo, più efficace sistema di governo locale, giocata sulla capacità del nuovo comune, se vedrà la luce, di indirizzare lo sviluppo sociale ed economico di quest’area verso un nuovo orizzonte di sostenibilità e di rilancio, a partire dai suoi valori distintivi e dalle sue potenzialità inespresse: contrastare lo spopolamento e l’invecchiamento, favorire l’insediamento di nuove attività, valorizzare le produzioni della montagna e l’ambiente.
La Cgil ha già detto pubblicamente che bisognerà articolare il nuovo comune sul territorio attraverso la costituzione di quattro municipi, corrispondenti agli attuali comuni, che devono poter esprimere pareri ed indirizzi sugli atti dell'amministrazione ed avere potere decisionale sulle materie di carattere locale, per esempio in tema di offerta ed organizzazione dei servizi pubblici nelle frazioni.
Non si tratta di dare soddisfazione ad un inutile campanilismo, ma di garantire la prossimità dei servizi e la partecipazione attiva dei cittadini in un territorio che soltanto per la sua vastità, la polverizzazione dei nuclei abitati e la difficoltà degli spostamenti, ha bisogno di istituzioni vicino alle persone e non al contrario di vedere persone spostarsi per cercare le istituzioni.
Riteniamo che un “nuovo comune” più grande ed autorevole possa elaborare da subito un progetto programmatico pluriennale contenente gli indirizzi di investimento, sia in materia di opere pubbliche propriamente dette che di offerta dei servizi sul territorio, utilizzando le risorse economiche aggiuntive che si renderanno disponibili in seguito alla fusione.
Fatto salvo il rispetto della volontà popolare, da verificarsi domenica 31 maggio, se l’esito del referendum sarà positivo la Cgil, in quanto rappresentante dei bisogni di gran parte dei cittadini, si dichiara sin d’ora interessata a partecipare attivamente alla realizzazione di questo progetto.
(Cgil Reggio Emilia)
Credo, ma forse mi sbaglio, che la Cgil di Reggio avrebbe fatto meglio a non intervenire su questo argomento che riguarda solo noi montanari; ma è una vecchia abitudine dei “cittadini” di voler condizionare le nostre scelte. Probabilmente gli è stato richiesto un aiuto, come al solito, da quei politici che hanno deciso che l’Unione si deve fare! Ancora una volta in questo schifo di paese viene messo tutto in politica e le opinioni della gente comune non contano nulla!!
(G.V.)
Che cosa c’entra la Cgil nel dibattito sul referendum? Non lo capisco, avrebbe fatto molto meglio ad astenersi da qualsiasi dichiarazione.
(Maria)
Cara Cgil, sarebbe meglio, come logico pensare, che un sindacato si occupasse di problemi inerenti il lavoro, perchè questo e solo questo dovrebbe essere il compito di un sindacato. Vi siete mai chiesti quanti vostri iscritti sono contro la fusione?
(DZ)
Dal momento che nel comunicato della organizzazione sindacale si parla di una programmazione pluriennale, che andrebbe a fare il “nuovo Comune”, viene da chiedersi perché mai non si sia già provveduto a farla da parte di quegli organismi che propendono per la fusione, o quantomeno a mettere insieme idee e proposte abbastanza precise sul come impostarla, visto che il tempo non è mancato e che c’erano verosimilmente a disposizione tutti gli elementi e i dati utilizzabili in tal senso. A mio modesto avviso poteva essere il modo di uscire dal vago ed entrare nel concreto, abbandonando per un momento quel tipo di linguaggio che sa un po’ di “politichese”, secondo il significato che convenzionalmente diamo a questo termine. Il farla dopo, sto parlando della suddetta programmazione pluriennale, priva gli elettori referendari del 31 maggio di un argomento di valutazione affatto irrilevante, specie per coloro che in proposito sono orientati ad esprimere un voto non “ideologico”.
(P.B.)
In queste occasioni, è vero, certi organi di partito, o perlomeno, certe istituzioni vistosamente al di fuori dalla mente e dal cuore della popolazione che vive il territorio, dovrebbero starsene fuori. Anche il presidente della Regione non dovrebbe imbarazzarsene, tanto piû che sta portando avanti l’impoverimento del nostro territorio con la ventilata chiusura del reparto di maternità di Castelnovo ne’ Monti.
(LD)
Ritengo dovuto e doveroso l’intervento del sindacato in questioni che interessano il territorio e la popolazione tutta perchè direttamente o indirettamente coinvolgono sia il mondo del lavoro che il welfare. Mi stupisce che anche le altre sigle sindacali non si siano pronunciate. Personalmente ritengo che, fatta salva la volontà popolare, il nuovo organismo dovrebbe fare propria la capacità aggregante per un mantenimento, anzi, un miglioramento dei servizi alla persona già minati da una vasta estensione del territorio e dal progressivo spopolamento.
(W. Orlandi)
Wassili Nello Orlandi, con tutto il rispetto e la stima, quando è troppo è troppo! Tu sei di Castelnovo Monti, ex consigliere Pd, presidente del circolo Insieme, ecc. ecc. Perché vuoi giustificare l’intervento a gamba tesa della Cgil provinciale? Perché la famosa cinghia di trasmissione tra il vecchio Pci e il sindacato rosso funziona ancora… per un principio d’inerzia? Dalla Regione vi arriva l’ordine, (si sa bisogna tagliare!) e per il “centralismo” – poco – democratico del Pd è obbligo che i compagni locali si adeguino? Tutto il progetto della fusione ha solo lo scopo di restituire ancora meno denari ai nostri Comuni. Ti ricordo che su 10.490 euro versati da ogni montanaro con le tasse (dirette e indirette), 8.466 rimangono allo Stato, alla Regione 1.147, mentre ai nostri municipi oggi arrivano solo 877 euro. Domani quanti, 400, 300, 200, niente…? Saluti.
(Alessandro Davoli, ramisetano di nascita e di residenza)
Davoli, cambi disco che con ‘sta storia dei contributi ha veramente fiaccato. Come se ospedale e caserme e scuole nascessero dal suolo come fanno i funghi…
(G.L.)