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I platani di viale Enzo Bagnoli... innocenti condannati a morte
“…se un albero scrivesse l’autobiografia, non sarebbe diversa dalla storia di un popolo…” (Kahlil Gibran)
“…non è in vasti campi o in grandi giardini che vedo giungere la primavera… è nei rari alberi di una piccola piazza della città...” (Fernando Pessoa)
“...gli alberi sono i soli esseri viventi in questo universo che non producono né rumore né rifiuti...” (Mario Andrea Rigori)
* * *
Questi sono solo pensieri che alcuni intellettuali hanno espresso riguardo la vita degli alberi.
Sono frasi retoriche?... scontate? ...demodè?
Gli alberi sono un patrimonio, a volte memoria, a volte crescita di una popolazione, ma sono soprattutto esseri viventi silenziosi che condividono la loro vita con la nostra spesso donando di piú di ció che ricevono. Non credo sia sempre prova di civiltà e progresso l’aver costruito grattacieli e scale mobili anziché aver creato più parchi e conservato più boschi...
Oppure è progresso abbatterli per far spazio, per agevolare, per rendere percorribili a tutti i costi luoghi che potrebbero invece essere adibiti a “zone verdi” come alternativa, così, senza nessun rendiconto ma tanto per essere dalla parte della natura? Ma il problema vero qual è?
Far passare per forza due carrozzine che si incrociano su un marciapiede semplicemente perché nessuno sa stabilire chi ha il diritto di passar per primo? Oppure un diversamente abile ha bisogno di passare per forza dove ora cresce e vive un albero da almeno sessant’anni? Allora direi di vietare quel passaggio a “tutti”, diversamente abili e normovalidi, lasciando che quell’albero continui a vivere... oppure dobbiamo a tutti i costi soddisfare il nostro ego?
Meno alberi, sì, più marciapiedi ma meno alberi vuol dire anche meno ombra, quindi d’estate anche meno gente che passeggia perché passeggerebbe sotto il sole battente.
In vita mia, non ho mai visto gente che a tutti i costi desidera passeggiare avanti e indietro sul viale Enzo Bagnoli, gas delle macchine ad “altezza bocca dei bambini in passeggino”, ideale per chiacchierare col rumore delle auto e dei camion che passano spesso a velocità sostenuta sollevando polvere...
Mi pare che in tutte le città ci siano luoghi più o meno adatti al “passeggio” e Viale Enzo Bagnoli a Castelnovo ne’ Monti è proprio il meno adatto.
Ma sì, forse danno noia le foglie da spazzare nelle cunette dei giardini privati, le aiuole di confine e i muretti sollevati dalle radici, il fastidio di perdere un parcheggio in più vicino a casa... semmai spetta al Comune essere responsabile davanti ai cittadini e rispondere di eventuali danni, visto che paghiamo noi le tasse, ma già, abbattere gli alberi “costa meno”, preservare e difendere la natura è una perdita, sempre.
E allora sì, abbattiamoli, così avremo più parcheggi, più rumore, più riflesso del sole, più vento, più gas delle auto, più pioggia sulle finestre, più disadorno. Insomma, sì, tutto “più, più, più...”
Finalmente aria!
Ma che aria?
Polveri sottili, magari e poi nessun senso di gratitudine per quegli esseri “viventi” che fanno parte della nostra storia.
Dovunque ho abitato fuori da questo paese non ho mai visto abbattere alberi con tanta frequenza e facilità come si fa proprio qui, proprio nel mio paese.
Ma cari abitanti di Castelnovo, vi siete mai domandati come sarebbero Traversetolo o Scandiano senza i loro viali alberati?
Comunque sia tutto si potrebbe fare, salvare, ridiscutere, difendere e anche trovare soluzioni; importante sarebbe riflettere e partire dal concetto che “noi non dobbiamo passare di lì a tutti i costi, perché lì ci vive un albero da quasi 100 anni”.
Mi domando perché non si debba progettare un viale con marciapiedi alternati e aiuole verdi dove già ci sono gli alberi, rispettando solo gli accessi alle case private, una strada con rallentatori di traffico e passaggi pedonali per tutti per immettersi sulle zone adibite a marciapiedi.
Ah, ma certo, il progetto non è mai partito dall’idea di preservare prima di tutto la vita degli alberi, ma il progetto è partito dal presupposto che bisognava essere all’avanguardia, costruire aiuole più moderne, dare un tono al paese da new city con tanti parcheggi, lampioni, segnalazioni luminose led, marciapiedi a filo asfalto, costi quel che costi. Naturalmente gli alberi danno fastidio, chissà perché furono piantati, addirittura qualcuno dice che non siano “adatti”... Capisco...
Non venite a dirmi che volete essere “liberi” di passeggiare dove vi pare, perchè allora si dovrebbe radere al suolo il paese intero e non venitemi a dire che i platani sono ammalati, perché risponderei che se una malattia c’è, sì: è la nostra che si chiama “cementificazione”.
E poi non venite a dirmi che bisogna a tutti i costi rendere il viale Enzo Bagnoli assolutamente agibile prima di tutto ai diversamente abili, perchè è una scusa per tappare la bocca alla gente normovalida che si sente in difficoltà di fronte a queste persone meno fortunate; allora è chiaro che nessuno si voglia opporre al miglioramento della loro vita. Le barriere architettoniche devono essere assolutamente evitate, prima di costruire qualcosa e abbattute in quei casi in cui non si renda danno a nessuno. Ma già, gli alberi vengono considerati arredi urbani piuttosto che esseri viventi veri e propri.
Il rispetto delle barriere architettoniche, un albero non potrà mai discuterlo, ma non ha chiesto lui di essere piantato in un determinato luogo, sarebbe un sogno che tutti i cittadini, diversamente e normalmente validi, abbracciassero gli alberi e chiedessero loro scusa per gli errori che l’uomo ha spesso commesso nei loro confronti.
Quindi faccio questa riflessione: noi questi alberi li abbiamo sempre trattati malissimo, mal potati, strozzati con l’asfalto e per finire é stato decretato il loro abbattimento come esseri innocenti che non possono difendersi né scappare, perché pure loro sono immobili, allora....
”Diversamente alberi... diversamente abili”.
Io prenderò le vostre difese, perché come scrisse Lao Tze “...fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce..."
(Simona Sentieri)
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- Castelnovo / Alberi “segnati” in viale Bagnoli. AGGIORNAMENTI SUCCESSIVI – L’annuncio dell’Amministrazione comunale e una lettera aperta al sindaco (14 maggio 2015)
Bella lettera, Simona, molto toccante. Mi permetto di fare il preveggente, con i marciapiedi a raso sarà inevitabile che qualche autista frettoloso ci lasci l’auto in sosta impedendo a tutti (normo e non) di passare, come nella riunione è stato detto.
(Alessandro)
Mi ero imposta di non commentare, ma mi vedo costretta da queste considerazioni pseudo-filosofiche. Hanno dato tanti nomi ai disabili, ma è la prima volta che li vedo affiancati alla sorte di un albero. Premetto che amo il verde, la natura e cerco di rispettare il più possibile, ma sono indignata da queste considerazioni. Neppure i nostri figli hanno chiesto di nascere disabili o di trovarsi ad affrontare la vita su una sedia a rotelle, con o senza l’aiuto di qualcuno. Credo sì che tutti dovremmo abbracciare gli alberi e chiedere scusa per come li trattiamo, ma prima forse lo dovremmo fare con quei disabili per i quali esistono dei diritti spesso non rispettati e che magari chiedono solo di essere trattati con dignità, ma si sa: i disabili rompono le scatole… agli alberi?
(Alma)
Quando Antoni Gaudì progettò quella straordinaria opera d’arte e d’architettura che è il Parco Güell a Barcellona non tenne conto che proprio al suo ingresso, dove aveva posizionato la scala con la salamandra, vi era un albero. I nostri illuminati amministratori avrebbero condiviso la scelta di abbatterlo, in favore di una struttura della quale la popolazione avrebbe goduto: moderna, sbalorditiva, un richiamo turistico per curiosi di tutto il mondo. Lui no, lui disse che aveva impiegato di più l’albero a diventare quello che era di quanto sarebbe occorso a lui modificare il progetto e spostare la scala. Ma lui era Gaudì e i nostri amministratori sono i nostri amministratori, almeno per quattro anni ancora.
(Celeste Grisendi)
Brava Simona, non c’è altro da aggiungere.
(Essebi)
Anche io mi ero imposto di non tornare più sull’argomento, ma questa splendida lettera mi esorta ancor più ad intervenire. Alma, concordo con te che i diritti dei disabili siano in primis da salvaguardare e da rispettare, ma non a discapito di un patrimonio arboreo centenario, e non a discapito di uno scempio che sta per essere perpetrato nel nostro paese. Non ero d’accordo prima e non lo sono ancor più oggi. Si possono trovare altre soluzioni e comunque ribadisco che se volessimo rendere fruibili tutti i camminamenti in Castelnovo per disabili e carrozzine bimbi, non sarebbero sufficienti le tasse di dieci anni a venire per sistemare nuovamente quegli inutili blocchetti di porfido posizionati e sempre in movimento, bisognerebbe allargare la gran parte dei suddetti camminamenti perché se deve passare una carrozzina, il pedone deve per forza scendere sulla sede stradale con grave rischio della sua incolumità. Eccetera, eccetera. Quello che voglio dire, Alma, è che non esiste la perfezione in tutto e dappertutto. Su viale E. Bagnoli non credo esista l’urgenza e la necessità di rendere accessibile ai disabili più di quanto non lo sia per il centro del paese. Il rispetto dei diversamente abili non lo imponi con queste scelte, anzi, rischia di essere usato come scusa per fare lavori che nessuno vorrebbe fossero fatti. Vorrei cogliere l’occasione per chiedere una cosa: per fare questo scempio bisognerà non solo tagliare l’albero a raso marciapiede, ma bisognerà allargare lo scavo per tagliarlo 30/50 cm sotto il piano di calpestio e per fare questi lavori si bloccherà interamente viale Bagnoli per innumerevoli giorni. E lo smog che si creerà? E il traffico che si formerà? E il costo a cui si andrà incontro? Dico a Bini, persona che apprezzo infinitamente per il suo impegno e per il suo buon senso, di ripensarci. Non è detto che le decisioni prese dalle precedenti giunte vadano per forza messe in pratica. Proprio per il buon senso. Speriamo…
(Fabio Mammi)
Simona, condivido le tue riflessioni! Sono convinto che il problema di viale E. Bagnoli non si possa risolvere con il taglio degli alberi. L’Amministrazione o chi segue il progetto ha pensato di chiedere ai proprietari confinanti alla zona degli alberi (colpevoli di essere lì) se sono disponibili a cedere, per il benessere della collettività, 50 cm della loro proprietà, per allargare il marciapiede? Altra osservazione: visto che ci sono i marciapiedi sui due lati, non è fattibile mettere a norma solo il marciapiede a destra verso il Cerreto, per intenderci, mettendolo inoltre in sicurezza con paletti e catene! O con coraggio fare senso unico verso il Cerreto, e chi scende dal Cerreto senso unico in via Morandi continuando su via Matilde di Canossa? Ricordo che quando il sindaco Silvetti ideò il senso unico in via Roma fu preso per “matto”, ma il tempo gli ha dato ragione! Se tutti noi pensassimo a tenere pulito, ordinato, abbellito il nostro pezzo di spazio e di paese, tutto sarebbe più accogliente, più vivibile e alberi, fiori non darebbero fastidio, anzi richiamerebbero convivialità.
(Gaddo Gatti)
Via Morandi una strada da alta percorrenza? Perfetto, già ci passano tutte le corriere scolastiche ed è una strada non costruita per quel tipo di passaggio, infatti i mezzi pesanti fanno tremare le case vicine, se ci si fa passare l’intero traffico di una statale come sarà? Senza parlare dell’incrocio con via Matilde di Canossa, totalmente inadeguato per le corriere, prossimo al polo scolastico, se dovesse passare l’intero traffico della statale in quelle due vie la sicurezza sarebbe ottimale?
(Corrado Parisoli)
Grazie, Simona, concordo pienamente con te. Grazie per aver dato voce ai nostri compagni silenziosi e generosi. I “miei” due li ho abbracciati anche io, chiedendo loro di perdonarci. Grazie ancora per la tua difesa accorata nella quale molti di noi si riconoscono.
(Cecilia)