Home Cronaca Gioco d’azzardo: una guida per rendersi conto dei rischi

Gioco d’azzardo: una guida per rendersi conto dei rischi

39
1

AzzardoSi chiama  "Il banco vince sempre" ed è una guida di 24 pagine (un paio anche con frasi in cinese e in arabo) scritte dall’associazione “Centro sociale Giovanni XXIII” per aiutare tutti i cittadini a rendersi conto dei rischi del gioco d’azzardo. Il volume – che con una grafica accattivante fornisce tra l’altro informazioni sul gioco d’azzardo, consigli per i familiari, notizie sui fatturati e sulla divisione delle cifre, risultati di ricerche internazionali sui giochi più pericolosi, curiosità rispetto alle possibilità di vincita e indicazioni sui servizi a cui rivolgersi – verrà distribuito gratuitamente in 15.000 copie in 29 comuni. L’iniziativa è stata presentata questa mattina a Palazzo Allende dai presidenti della Provincia di Reggio Emilia,  Giammaria Manghi, e del Centro sociale Giovanni XXIII  Matteo Iori, insieme ai sindaci di Quattro Castella e Rio Saliceto Andrea Tagliavini e Lucio Malavasi e all'assessore alle Politiche sociali del Comune di Casalgrande Graziella Blengeri.

“Questa guida, che già abbiamo presentato in Prefettura, grazie all’impegno di ben 29 Comuni reggiani è stata ora ristampata per essere distribuita gratuitamente a 15.000 cittadini – ha detto il presidente della Provincia di Reggio Emilia,  Giammaria Manghi – Questa azione corale è stata promossa dalla Provincia, attraverso Angela Ficarelli, in veste di coordinatrice su un obiettivo comune,  in questo caso una battaglia culturale e di prevenzione, e dunque in piena coerenza istituzionale con la nuova stagione che vede Palazzo Allende trasformato in ente di secondo grado”.

Il presidente Manghi ha poi ricordato le tante iniziative già messe in campo da Provincia e Comuni contro il gioco d’azzardo, a partire da quelle urbanistiche volte a “evitare che sale scommesse e Vlt si radichino nei centri dei paesi, nel cuore delle nostre comunità dove avrebbero più occasioni di intercettare persone, minori compresi, ma siano confinate in periferia, per dare un segnale anche fisico di distanza da queste attività”.  “Alla Regione Emilia-Romagna – ha aggiunto – abbiamo inoltre richiesto, ottenendo già un primo parere favorevole,  una modifica legislativa perché i Comuni possano interrompere immediatamente le attività in caso di realtà abusive e tornare in possesso di locali impropriamente utilizzati”.

Il presidente del Centro sociale Giovanni XXIII  Matteo Iori, dopo aver sottolineato come questa “guida che verrà così capillarmente diffusa nel nostro territorio rappresenti un unicum in Italia”, ha parlato di uno “strumento importante soprattutto per raggiungere anche quelle persone che, magari per vergogna, non sarebbe possibile aiutare in altri modi ed anche per informare i medici di base  che spesso si trovano a dover curare, senza saperlo, patologie legate proprio all’azzardo”. Statistiche e ricerche in particolare canadesi, hanno infatti accertato come “di fronte a determinati sintomi – insonnia, ansia e depressione – spesso si prescrivano farmaci senza indagare sulle reali cause, che a volte sono legate proprio al gioco d’azzardo e, in particolare, alle difficoltà finanziarie che provocano”. Nella guida consigli utili anche per i genitori, “per avvisarli che certi meccanismi fatti magari in buona fede, come regalare gratta e vinci al figlio o farli grattare a lui perché ha la manina fortunata, possano influenzare pesantemente, e negativamente, i bambini”.

Il  sindaco di Rio Saliceto Lucio Malavasi ha annunciato che il Comune “distribuirà la guida attraverso iniziative pubbliche rivolte a sensibilizzare i cittadini, a partire dai più giovani, su questo tema”. “Ma l’impegno degli enti locali rischia di essere vanificato – ha aggiunto – se quello stesso Stato, che pure incassa da queste attività, non inasprirà la tassazione per abbassare i margini di guadagno delle macchinette, che restano troppo elevati: i soldi in meno che lo Stato finirebbe per incassare sarebbero comunque risparmiati nell’assistenza sanitaria al sempre maggior numero di giocatori patologici”.

Per il sindaco di Quattro Castella, Andrea Tagliavini, “il problema principale sta nella grandissima diffusione anche in locali come bar e tabaccherie, dove si dovrebbe andare a far altro e dove, dunque, dovrebbero essere vietate le vincite in denaro”. “Il gioco, come erano un tempo nei bar flipper e bigliardini, dovrebbe essere divertimento, con queste macchinette il divertimento non c’è, c’è solo patologia”, ha aggiunto ricordando come il Comune di Quattro stia lavorando a un regolamento “per assegnare incentivi economici a chi dismette o si rifiuta di installare questo genere di attività” e come “sia importante anche l’isolamento sociale, come dimostra quanto avvenuto qualche anno fa a Puianello nei confronti di una sala per scommesse online che si spacciava per internet-point, che poi in pochi mesi chiuse”.

L'assessore alle Politiche sociali Graziella Blengeri ha quindi citato il progetto dell’Unione Tresinaro-Secchia di cui il Comune di Casalgrande è capofila in collaborazione proprio con il Centro Giovanni XXIII, “finalizzato ad aprire uno sportello per chi ha problemi patologici legati al gioco,  al servizio di tutti i Comuni dell’Unione e di quelli confinanti del Modenese”.

Matteo Iori ha infine fornito alcuni numeri che ben evidenziano le dimensioni di questo vero e proprio problema sociale: “Le statistiche più ottimiste parlano, a livello nazionale, di 250.000 giocatori patologici ed altri 700.000 problematici – ha detto – A Reggio abbiamo iniziato con il primo gruppo di aiuto nel Duemila, oggi ne abbiamo già cinque e in tutti questi anni abbiamo assistito 840 persone, ma purtroppo sono ancora pochi quelli che chiedono aiuto. Un volta a un gruppo, composto da otto giocatori, abbiamo chiesto a quanto ammontassero i loro debiti di gioco, e la somma totale era di 120.000 euro”.

Per gli avvocati, l’8% delle separazioni è dovuto al gioco, patologia che più di altre può istigare al suicidio “nella errata convinzione che i debiti si estinguano con la morte del debitore e che, dunque, si possa salvare la famiglia, anche se così non è…”.

Nel concludere la presentazione dell’iniziativa, il presidente della Provincia Giammaria Manghi ha voluto “evidenziare più del bicchiere mezzo vuoto rappresentato da uno Stato che potrebbe e dovrebbe fare molto di più per contrastare questo fenomeno, quello mezzo pieno di un territorio che si muove grazie a una preziosa sinergia tra enti pubblici e un’associazione da tempo impegnata su questo fronte”.

 

1 COMMENT