Il Comitato per promuovere il "sì" al referendum consultivo del 31 maggio prossimo sulla fusione dei comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto rende pubblico il suo impegno attraverso un fitto calendario di incontri con la popolazione.
"L’obiettivo - dice Fabio Cerri, del Comitato - è spiegare a tutti, in modo chiaro e sereno, le prospettive e le opportunità derivanti dalla fusione dei nostri quattro comuni. Abbiamo aperto anche la pagina Facebook 'Amici della fusione' per informare in tempo reale e dove saremo sempre a disposizione di chiunque voglia avere informazioni approfondite o semplicemente esprimere il proprio punto di vista".
Qui di seguito il calendario con gli incontri programmati paese per paese:
- lunedì 4/5, Valbona, ore 21, Sala parrocchiale (per Valbona);
- mercoledì 6/5, Taviano, ore 21, Centro giovani (Taviano, Cereggio, Camporella);
- giovedì 7/5, Nismozza, ore 21, Centro civico ex metato (Nismozza);
- lunedì 11/5, Vallisnera, ore 21, Bar (Vallisnera);
- martedì 12/5, Succiso, ore 21, Bar Valle dei Cavalieri (Succiso, Miscoso, Cecciola);
- venerdì 15/5, Talada, ore 21, Circolo/bar (Frassinedolo, Talada, Ca’ Ferrari e Casale);
- sabato 16/5, Cinquecerri, ore 16,30, Bar K2 (Cinquecerri, Vaglie e Caprile);
- lunedì 18/5, Cerreto Alpi, ore 21, Circolo ricreativo (Cerreto Alpi);
- martedì 19/5, Casalino, ore 21, Bar Ca' Bracchi (Casalino, Piolo);
- mercoledì 20/5, Acquabona, ore 21, Circolo Arci (Acquabona);
- giovedì 21/5, Castagneto, ore 21, Bar Circolo (Castagneto, Lugolo, Pieve S. Vincenzo, Storlo, Fornolo);
- venerdì 22/5, Ligonchio, ore 21, Sala consiliare (Ligonchio, Ospitaletto) - con la partecipazione del presidente della Regione Stefano Bonaccini;
- sabato 23/5, Montecagno, ore 16,30, Bar Paoli (Montecagno, Piolo);
- lunedì 25/5, Cerreto Laghi, ore 18,30, Sala riunioni Punta Lago (Cerreto Laghi);
- martedì 26/5, Cervarezza, ore 21, Centro servizi (Cervarezza);
- mercoledì 27/5, Ramiseto, ore 21, Sala polivalente (Ramiseto, Monte Miscoso, Canova, Gazzolo);
- giovedì 28/5, Collagna, ore 21, Sala centro civico (Collagna);
- venerdì 29/5, Busana, ore 21, Centro polivalente (Busana, Marmoreto).
Accidenti, che comitato super attivo e solo per il bene/amore della propria terra! Che non ci sia nessun zampino di qualche politico “parcheggiato” in attesa di risalire sulla poltrona?
(Gc)
Noi pensiamo a far sì che la fusione vada a buon fine, poi se qualche politico “parcheggiato” vorrà risalire sulla poltrona si sottoporrà al giudizio e al voto della popolazione “unita” che sarà libera di scegliere chi meglio crede. Avremo 1 sindaco anzichè 4, e stesso discorso per le giunte ed i consigli, il che non ci sembra una cosa da poco in un momento in cui tutti gridano alle troppe poltrone.
(Amici della fusione)
Grazie di cuore a chi sta provando a distruggere la nostra montagna.
(Federico C.)
Punto di vista legittimo, ma ci piacerebbe che venisse anche motivato, distruggere è una parola grossa. Noi stiamo cercando di unire quello che resta visto che ci teniamo a continuare a vivere in montagna.
(Amici della fusione)
Vorrei porre alcune domande al riguardo. Premetto che non ho Facebook, nel quale forse saranno contenute le risposte. Ma questi incontri non sono un doppione di quelli svolti finora coi vari sindaci? In cosa si differenziano? Perché farli anche nelle frazioni? Ci sono microprogetti che le riguardano? Inoltre, e non da ultimo come importanza, chi li presenta pensa eventualmente di candidarsi alle prossime elezioni in caso di vittoria? Grazie al signor Cerri o a quanti vorranno rispondermi.
(Ic)
Sì, sono in effetti dei “doppioni”, ma queste assemblee sono organizzate dal Comitato per il sì anzichè dai sindaci. Lo scopo è raggiungere quante più persone possibili, specialmente gli anziani che non utilizzano i nuovi canali di informazione, e fornire le informazioni che a nostro avviso non sono state del tutto comprese. Non verranno presentati progetti specifici in quanto riteniamo che quelli siano materia da affrontare nell’eventuale campagna elettorale. Per i futuri candidati si rimanda tutto al 2016, non abbiamo notizie in merito.
(Amici della fusione)
Vorrei porre una serena riflessione sulla possibilità o meno di fusione dei 4 comuni, anche alla luce dell’interessante nota di Claudio Bucci pubblicata da Redacon in questi giorni. A sentire parlare i promotori sembra che la fusione dei comuni risolva tutti i mali della nostra montagna. Beh, mi dispiace (soprattutto per i montanari), ma così non sarà. I problemi della montagna non sono certo le fusioni per prendere 2 soldi in più dalla Regione. In montagna c’è bisogno di una cosa soltanto: la viabilità. Ed in questi ultimi anni cosa è stato fatto in tal senso? Nulla. La verità (anche se dura da digerire) è che in tutti questi anni gli amministratori montani non hanno avuto lungimiranza di sviluppo per il territorio, ma hanno pensato (come sempre accade in politica) ai loro interessi, causando così uno spopolamento del nostro Appennino che oramai è divenuto irreversibile. Non è mia intenzione criticare le intenzioni del signor Cerri, di certo persona seria e che porta vanti sani principi, tuttavia mi dispiace dover farle notare che (come qualcuno ha detto commentando l’articolo del signor Bucci) ci vuole più tempo per andare da Collagna a Reggio Emilia che per andare da Milano a Roma. In sintesi: le politiche fallimentari non si risolvono con un referendum, soprattutto se esso serve solo a spianare la strada alle ambizioni politiche dei soliti noti.
(MR)
Sulla viabilità sfonda una porta aperta, ma come Lei ben può immaginare stiamo parlando di interventi che comporterebbero importi ben al di là della gestione ordinaria di un comune (sia fuso che non); il nostro scopo è far sì che l’esito positivo della fusione porti anche i soldi necessari a permettere di mantenere i servizi e la tassazione locale agli stessi livelli attuali, oltre che a poter investire in nuovi interventi e creare nuovo indotto per le ditte locali. Ci preme sottolineare (e sembra che la cosa sia stata compresa solo da pochi) che con lo scioglimento dell’Unione dei 4 Comuni a fine 2015 verranno a mancare i finanziamenti che tuttora hanno permesso di far quadrare i 4 bilanci. Una volta mancanti queste entrate risulterà impossibile a 4 singoli piccoli Comuni mantenere tutto esattamente come è adesso.
(Amici della fusione)
In bocca al lupo al comitato per portare a conclusione questo fondamentale processo di fusione di territori che, da soli, non hanno più le risorse per sopravvivere. Tutte le forze politiche dovrebbero aiutare i cittadini ad arrivare al referendum dopo aver ricevuto tutte le informazioni corrette per un voto più consapevole.
(Francesco, segretario Pd Circolo Baiso)
Mi unisco alle parole di Francesco augurando ai quattro Comuni di cogliere questa importante occasione con la più ampia convinzione ed adesione.
(Luca Zini, segretario Pd Casina)
Il processo di fusione non porterà sicuramente tutti i benefici descritti. Mi meraviglio del fatto che venga parlato solo dei lati positivi. E’ mai possibile che non ci siano anche lati negativi? Io avevo posto un quesito tempo fa su Redacon sempre a proposito della fusione al quale non mai stato risposto. Faccio nuovamente la domanda ai promotori e ai politici: in caso di fusione, quanti e quali servizi è obbligatorio portare nella grande Unione Montana?
(Alessandro N.)
Il processo di fusione comporta molti più “pro” che “contro”; se proprio vogliamo elencare una cosa negativa sarà il doversi abituare a relazionarsi con dei rappresentanti specifici per ogni comune originario e un po’ meno con il sindaco che comunque sarà presente a rotazione nei 4 municipi. Più che chiedere in caso di fusione sarebbe meglio chiedere in caso di mancata fusione. Se la fusione non andrà a buon fine saranno 9 servizi su 10 ad essere trasferiti all’Unione montana. Resterà solamente il servizio anagrafe per ogni singolo Comune. Se invece, come speriamo, la fusione passasse, saranno solo 3 i servizi ad essere trasferiti, come sta succedendo attualmente.
(Amici della fusione)
Certo, caro amico/a della fusione, saranno soltanto 3 i servizi ad essere trasferiti, ma non da ogni singolo Comune attuale, bensì dal nuovo Comune prodotto dalla fusione che avrà sede presumibilmente a Busana. Riassumendo: Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto diventeranno un unico Comune con sede presumibilmente a Busana (e tutte le funzioni degli altri Comuni fusi saranno accentrate là) sede dell’unico sindaco. Di tutte le funzioni, tre di quelle fondamentali verranno gestite a livello di Unione montana, perchè la legge lo impone, dato che le vecchie Comunità montane si sono trasformate di fatto in Unioni montane. Così come al solito ci saranno Comuni di serie B che diventeranno ancora più di serie B, perchè perderanno sindaco, sede comunale e tutte le funzioni che verranno gestite dal comune capofila, che presumibilmente sarà Busana. Non cadiamo in tentazione di credere che funzioni di front office dureranno all’infinito: ricordiamoci che l’obiettivo di fondere Comuni è tagliare dei costi e, come diceva Marika, che senso ha tenere in piedi 5 sedi comunali al posto di una secondo la logica della spending review?
(Toro Seduto – riserva di Ramiseto)
Essendo obbligati a scegliere io preferisco che le funzioni rimanenti rimangano in un Ccomune del crinale, anziché a Castelnovo. Sinceramente non vedo che tipo di “prestigio” possa ottenere il Comune che sarà scelto come sede del nuovo ente e perché gli altri diventino di serie B. Per quel che concerne la “riserva” a cui ironicamente Lei allude nella sua firma, mi sembra che questa sia creata più da visioni mentali ristrette che dalla realtà oggettiva, in quanto proprio con la fusione, se gestita in modo adeguato, i Comuni del Crinale hanno la possibilità di espandersi oltre il confine della riserva.
(Ic)
Lei ha solo l’illusione di poter scegliere, carissimo. Purtroppo i giochi si sono conclusi già da tempo e le decisioni sono state prese da chi di dovere. Ma dove vuole che vadano i quattro Comuni del crinale? Rifletta un po’ sulle “visioni mentali ristrette” e realizzi che la montagna e soprattutto che l’alto crinale, stanno morendo per colpa di una politica che le rende giustizia è che non l’ha mai saputa valorizzare da 70 anni.
(Toro Seduto, riserva di Ramiseto)
I servizi obbligatori da portare in Unione sono quelli previsti dal D.M. 28 maggio 1993, esclusi quelli in cui ho indicato (no)
Art. 1.
I servizi indispensabili dei Comuni, definiti in base alle premesse, sono i seguenti:
servizi connessi agli organi istituzionali (no);
servizi di amministrazione generale, compreso il servizio elettorale (no);
servizi connessi all’ufficio tecnico comunale (sì);
servizi di anagrafe e di stato civile (no);
servizio statistico (sì);
servizi connessi con la giustizia (sì);
servizi di polizia locale e di polizia amministrativa (sì);
servizio della leva militare (no);
servizi di protezione civile, di pronto intervento e di tutela della sicurezza pubblica (SI);
servizi di istruzione primaria e secondaria (sì);
servizi necroscopici e cimiteriali (sì);
servizi connessi alla distribuzione dell’acqua potabile (sì);
servizi di fognatura e di depurazione (sì);
servizi di nettezza urbana (sì);
servizi di viabilità e di illuminazione pubblica (sì).
Da ricordare che alcuni servizi sono già delegati dai quattro Comuni all’Unione montana, quali Suap, Protezione civile e servizio informatico. Il servizio sociale e domiciliare in carico all’Unione dei Comuni dell’alto Appennino reggiano, qualora la fusione non fosse creata, potrebbe seguire la stessa sorte in quanto i singoli comuni avrebbero possibili difficoltà economiche a sostenerlo.
(Frank)
Gentile signor/signora “Amici della fusione”, le chiedo di spiegarsi con molta chiarezza, per favore. Dice che 9 servizi su 10 saranno trasferiti alla Unione montana (che tra l’altro sarebbe una grande opportunità per questi microcomuni), ma non credo che anche i dipendenti saranno materialmente trasferiti, altrimenti non si spiega il motivo per cui nei Comuni dove non è stato avviato il processo di fusione (praticamente tutti gli altri Comuni della provincia) i dipendenti sono tutti presenti, molto di più che in questi 4 comuni.
(Ramona F.)
Il trasferimento di 9 servizi su 10 è obbligatorio per i comuni sotto i 3000 abitanti. Se la fusione non sarà votata dai cittadini i quattro comuni del crinale più Vetto dovranno avviare dal 2016 in Unione montana le gestioni associate dei servizi già indicati in un commento precedente. Di conseguenza tutti i dipendenti che nei comuni si occupano di quei servizi verranno riorganizzati in funzione delle necessità delle nuove gestioni associate. E’ presumibile che una parte rimarrà presso i comuni di origine per le funzioni di front office ma è altrettanto certo che altri verranno spostati in uffici centralizzati per le funzioni di gestione e coordinamento. Per i dipendenti dell’Unione del crinale poi la situazione sarebbe ancora più complicata perché con la fine dell’ente al 31/12/2015 sarebbe necessario avviare un percorso di mobilità per eventuale ricollocamento presso altri enti. Eventualità non facile in questo momento.
(Amici della fusione)
Vorrei rispondere a “Amici della fusione” e al commento del politico parcheggiato. Lei dice che la popolazione sarà libera di scegliere chi meglio crede, ma dal momento che sia i nomi che il colore politico sono sempre quelli che girano c’è poco da scegliere, o così, o così. Poi non credo che il risparmio influisca da quei pochi soldi derivanti dallo stipendio dei sindaci e dai gettoni di presenza di Giunta e Consiglio, piuttosto volete far credere che c’è risparmio a fondersi, ma se come dite restano tutti e 4 i municipi, più una sede del nuovo Comune, mi spiegate come pensate di risparmiare tenendo attive cinque municipalità? Qualcosa secondo i miei conti non quadra, boh!
(Marika)
La scelta degli organi dell’eventuale nuovo comune verrà fatta con regolari elezioni amministrative a cui potranno candidarsi tutti coloro che avranno voglia di impegnarsi per questo territorio. Per l’aspetto dei risparmi ipotizzati, quantificati in circa 200.000 €/anno, va sottolineato che un comune anziché quattro porterebbe sicuramente ad una razionalizzazione delle spese correnti (quote associative ad enti, revisore dei conti, contratti assistenza, ecc. ecc.) a cui si unirebbe una consistente riduzione dei costi della politica e nel medio e lungo periodo una graduale riduzione dei costi del personale. Lo schema di statuto del nuovo comune, approvato dai consigli comunali degli attuali quattro comuni, prevede l’istituzione dei municipi nelle 4 sedi municipali già esistenti e nessuna sede aggiuntiva, nè spese in più. Presso i municipi oltre a mantenere l’erogazione dei servizi ai cittadini vengono istituiti anche i consigli di municipio, organismi gratuiti formati da 5 persone per ciascuna comunità di origine, che verranno elette a suffragio universale diretto, contestualmente al nuovo consiglio comunale, e che dovranno rappresentare le esigenze delle rispettive comunità.
(Amici della fusione)
Durante la campagna elettorale delle passate elezioni politiche veniva sollecitata la popolazione spaventandola che se non andavano a votare i Comuni venivano commissariati. Perchè gli amici della fusione non spiegano a tutti i cittadini che anche in questa occasione se vince il sì, e quindi passa la fusione, i Comuni saranno sotto commissario fino alle prossime elezioni? Grazie in anticipo della risposta.
(Alessandro N.)
Sicuramente due situazioni molto diverse. Nel primo caso una gestione commissariale frutto del mancato esercizio da parte dei cittadini del diritto/dovere di scegliere i propri rappresentanti avrebbe avuto un significato veramente preoccupante. In questo secondo caso, se il referendum avrà esito positivo la gestione commissariale prevista dal 1° gennaio 2016 sarà un passaggio tecnico, previsto dalla legge, che arriverà al termine di un percorso di grande consapevolezza e democrazia. Al commissario prefettizio, in collaborazione con un organo consultivo gratuito composto dai sindaci dei comuni di origine, sarà affidato il compito di gestire il comune fino all’elezione dei nuovi organi che avverrà nella tornata elettorale della primavera 2016.
(Amici della fusione)
Credo sia corretto dare spiegazioni giuste, ma soprattutto complete. A proposito di risparmi è tutto da verificare: da dove vengono i 200.000 €/anno? E’ stato valutato per esempio quanto costeranno quei 4 Municipi che rimarranno aperti? E’ vero che il presidente e i 4 consiglieri sono “volontari”, quindi non percepiranno alcun compenso o indennità, ma bisogna aggiungere che non avranno alcun diritto di voto, quindi conteranno poco più di nulla. E’ evidente allora che l’introduzione dei Municipi è uno specchietto per le allodole creato ad arte per recuperare quei cittadini abitanti i territori più emarginati attualmente già in difficoltà e che, dopo la fusione, saranno lasciati in balia di se stessi. I 4 Consigli comunali hanno già deliberato lo statuto del nuovo Comune sul quale è rimarcato chiaramente quanto sopra sostenuto a proposito di organi dei 4 Municipi “Consiglieri e Presidente a titolo onorifico senza alcun compenso o indennità e senza diritto di voto”. Chi saranno e quanto tempo dureranno questi “nobili” che se ne staranno in un ufficio a fare il passacarte e che ad ogni richiesta diranno ” io non posso decidere ma riferisco”.
(Ilio Franchi)
Io penso che in due Comuni su quattro, quelli dove non c’è opposizione, dove il sindaco e la giunta di maggioranza hanno potuto lavorare indisturbati e la popolazione ha dovuto ingoiare tutte le decisioni prese, sia anticostituzionale partire con una fusione a tutti i costi, indicendo assemblee e propagandando solo vantaggi a favore del popolo! Forse se avessimo avuto un clima più disteso, un dialogo aperto, se avessimo sentito il sapore della lealtà e della ragionevolezza, l’autorità e il potere di chi sale sul podio sarebbero stati più credibili. E poi, perché ci tormentano in continuazione mettendoci in guardia da chissà quali tragedie se non andremo a fonderci? Si è instaurato un clima di terrore! Tutti questi segretari del Pd perché sono tanto premurosi a dare consigli, quando proprio il Pd è stato il partito più accanito contro la fusione tra Villa e Toano? Cosa hanno paura di perdere? Mistero! Si continua a sbandierare che diventerà il Comune più esteso della provincia! Ma l’estensione non è direttamente proporzionale con il potere decisionale! Anzi, visto che si perderanno molti servizi, lo spopolamento e il degrado continueranno la loro corsa. E poi, anch’io mi domando come mai il commissario di prima faceva tanta paura e ora non più!? Sono funzionari che svolgono compiti diversi? Se qualcuno volesse illustrarmeli, forse capirei.
(L.D.)
Stasera si terrà a Nismozza una pubblica assemblea promossa dal comitato per “sì” al referendum consultivo per la fusione dei comuni indetto per il 31 maggio 2015. Sono nato a Nismozza nel settembre 1948 e mi sento, nonostante il mio trasmigrare avvenuto per ragioni di lavoro nel lontano 1974, ancora un montanaro che sente e vive le vicende del luogo dove è nato con passione e un po’ di nostalgia. Sono favorevole al processo di fusione dei comuni del crinale, a riprova di ciò basta consultare gli atti amministrativi del comune di Busana nel periodo 2004-2009 e sarà facile trovare un ordine del giorno da me proposto e votato all’unanimità da tutto il Consiglio comunale. Unificare significa essere più forti, più coesi, più rappresentativi di chi ancora in montagna vive e vuole, lo speriamo tutti, tornare a vivere e lavorare. Mi permetto di richiamare però alcune questioni che non vedo presenti nel dibattito in corso. La prima riguarda la riorganizzazione dei servizi verso la collettività. Unificazione dei comuni e riorganizzazione dei servizi non sono cose separabili. Direi di più, è necessario che la macchina amministrativa tutta costi in futuro di meno della sommatoria delle strutture amministrative attuali dei quattro comuni. Solo così sarà possibile estrapolare risorse da destinare a favore dei servizi alla comunità, primo su tutti l’assistenza agli anziani in condizioni di non autosufficienza, fino ad arrivare alla forme di incentivo a favore delle famiglie che sono intenzionate a riportare la residenza e la loro presenza nel costituendo comune. Una scelta di questo genere è molto impegnativa, a tal punto da esigere la conoscenza dei bilanci dei quattro comuni e nel particolare la voce indebitamento pro capite per mutui contratti, i costi del personale, il gettito fiscale ed altro ancora. Mi pongo un interrogativo: ma è stata predisposta una traccia di bilancio preventivo per i prossimi tre anni che tenga conto dei costi e benefici della fusione? La seconda questione riguarda il processo di unificazione e lo sviluppo del territorio. Fino a qualche anno fa chi denunciava l’incapacità della politica e di chi amministrava di dare risposte al deterioramento sociale e ambientale del territorio veniva additato come pessimista cosmico. Oggi forse è troppo tardi, tutti convengono in ritardo, sul fatto che si è innescato un processo generale negativo e che bisogna invertire la tendenza in atto. Unificazione e processo di sviluppo del territorio non sono cose diverse, anzi, o si integrano o così come sta avvenendo rendono il territorio debole e indifeso. Viabilità, lavoro, ambiente, sanità, assistenza anziani, sono solo titoli che però mi paiono assenti dalla discussione in corso. Voglio concludere ribadendo di essere favorevole alla unificazione dei comuni, ma attenzione, non sia un sì politico ma sia un sì per un patto di sviluppo nuovo, per rilanciare il nostro territorio e per valorizzare la gente della montagna.
(Marino Friggeri)
Che strano dibattito, i sostenitori della fusione sono ripetutamente chiamati a spiegare, motivare, documentare dati alla mano, i contrari invece possono semplicemente contestare, ipotizzare, filosofeggiare, supporre, o, spesso, mistificare. Vorrei provare a invertire la tendenza, ovvero, ad esempio il signor Franchi, da esperto amministratore, potrebbe illustrare, dati alla mano, quali sono i reali vantaggi del mantenere divisi questi 4 piccoli Comuni, magari rispondendo a queste semplici domande:
cosa ci si guadagna (quanti euro)?
Cosa si risparmia (quanti euro)?
Che fine faranno gli attuali dipendenti dell’Unione (indicare i luoghi dove andranno a lavorare)?
Con la gestione associata di 9 servizi quali elementi certi ci sono per poter garantire che il livello dei servizi stessi non degenererà (indicare gli elementi e le fonti normative)?
Aggiungo: chi propone la fusione, ovvero i nostri attuali amministratori, ci mette la faccia, rischiando di essere criticato se il progetto andrà in porto e, ancora peggio, rischiando di trovarsi a dover gestire una situazione difficilmente sostenibile, da loro non voluta, qualora la fusione non si realizzi. I detrattori cosa rischiano? Assolutamente nulla, loro saranno, comunque vada, i veri facili ma inutili vincitori.
(Lorenzo)
Questa fusione “a tutti i costi” ha un sapore amaro, ha il sentore di un tradimento, di uno spergiuro verso i nostri avi! Meno male che chi ha tanto lottato per il proprio territorio, per le proprie radici, per le proprie tradizioni, chi si è addirittura abbrutito di lavoro, per cercare di mantenere una propria identità, se ne è andato a miglior vita! Ma voi, “amanti” della fusione, siete proprio sicuri che quello che ci spingete a fare, rispecchi proprio ciò che i vostri padri e le vostre madri avrebbero voluto?
(L.D.)
Signor ?, forse non si rende conto che senza fusione l’epilogo sarà ben peggiore, qui nessuno cancella niente, mica vengono rasi al suolo i paesi… Ognuno potrà continuare a coltivare le proprie tradizioni come ora! Forse non capite (o non volete capire) che dal 31 dicembre i soldi dell’Unione che hanno sorretto i 4 Comuni non ci saranno più, e dopo che facciamo?! E poi, mi faccia capire, lei (come molti altri) sacrificherebbe il destino di tutti noi in cambio del nome di un Comune? Lei davvero è disposto a pagare (probabilmente) tasse molto più alte (Tasi in primis) o a veder sparire sevizi perchè non ci saranno soldi a sufficienza? Mi, scusi ma non riesco a capire.
(Fabio Cerri)
Signor Cerri, ma per favore. Se il 31 dicembre i soldi non ci saranno più non sarà la fine del mondo, si entra nella grande unione punto e basta, non mi risulta che nella grande unione ci siano dei leoni che sbranano gli esseri umani. Gli altri comuni tranne questi 4 fenomeni cosa faranno? Spariranno dalla faccia della terra? Per i miei gusti state un pochino esagerando e stufando, soprattutto.
(Ramona F.)
Signor Fabio Cerri! Mi strabilia il fatto che finora abbiate sperato e contato solo sull’assistenzialismo! Torniamo uomini e cerchiamo di mantenere una certa dignità, un minimo di amor proprio e valutiamo di utilizzare meglio le risorse e le entrate dei contribuenti! In questo ultimo decennio si sono fatte delle spese un po’ scriteriate, come le costose porte del Parco, le bacheche a cielo aperto, i letti ondulati per vedere le stelle, la poco artistica fontana di Cervarezza, certe rotonde costosissime, ecc. ecc. Non sarebbe stato più proficuo utilizzare questi soldi per la manutenzione ordinaria delle strade? Anche se queste entrate venivano destinate al Parco, non dimentichiamolo, noi siamo nel contesto del Parco! Il destino di tutti noi cambierà in positivo quando si cambierà la mentalità dei politici, cominciando a pensare più al cittadino che alla propria carriera!
(L.D.)