Riceviamo e pubblichiamo.
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Due giorni fa un nostro concittadino si domandava, sulle pagine di questo giornale, a cosa serve il denaro che ogni famiglia versa annualmente al Consorzio di Bonifica dell’Emilia centrale; e chiedeva se c’era qualcuno che potesse spiegargli l’utilità di detta tassa.
Va dato atto al direttore dell’ente in parola di aver fatto prontamente sentire la propria voce e dalle sue parole si evince, salvo errori di lettura, che gli interventi eseguiti annualmente ammonterebbero ad una somma di 2,5 milioni di euro, di cui la metà circa nei comuni della nostra montagna; ma nulla ci è stato detto circa le spese del personale, rimandando il tutto ai bilanci pubblicati sul sito web dell’ente.
Il primo commento (a firma GC) di questo secondo articolo parla di circa 11 milioni per le spese del personale, contro appunto i 2,5 milioni per gli interventi, e se questi sono i dati reali viene da pensare che vi sia una sproporzione abbastanza evidente tra le due voci di spesa, a svantaggio della quota destinata alle opere; e se c’è una spiegazione al riguardo il direttore dell’ente dovrebbe a nostro avviso fornirla il prima possibile, integrando quanto ha già detto, per non lasciare in giro dubbi ed interrogativi, del tutto legittimi in chi legge.
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Sempre in tema di tributi, le bollette-fattura che stanno arrivando da Iren per il servizio idrico. Includono un deposito cauzionale di 25 euro, che immaginiamo si ripeterà nelle fatture successive, senza che nelle note di accompagnamento venga spiegato, salvo una nostra svista, se e come tale anticipo verrà conguagliato o restituito, e ciò sta provocando non poca preoccupazione, specie tra le persone sole, soprattutto quelle in età avanzata, che semmai utilizzano poca acqua e si trovano a dover comunque versare tale deposito. Anche qui Iren dovrebbe quantomeno fornire qualche notizia in più.
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Ancora, ed in aggiunta, abbiamo di fresco appreso che Enel non rifonderà chi ha subito danni dalla interrotta erogazione di luce durante l’ultima nevicata, e tutto questo insieme di cose alimenta un senso di sfiducia e di impotenza, di fonte a tali “colossi”, in quei cittadini che hanno sempre cercato di essere ligi nei confronti delle istituzioni, ma che ora stanno disorientandosi per la crescente sensazione di contare sempre meno, o addirittura niente, davanti a decisioni prese “dall’alto”...
A noi sembra una “ingiustizia”, di fronte alla quale la politica non può rimanere inerte, a cominciare da quella che sta governando comuni, Provincia e Regione.
(Robertino Ugolotti, capogruppo lista civica "Progetto per Castelnovo ne' Monti")
Pur trattandosi di impressione personale, quindi opinabile, nel guardarci intorno sembra percepibile un crescendo di preoccupazione, scoramento, arrendevolezza e sostanziale pessimismo, specie tra quei meno giovani che hanno lavorato tanto, e semmai “tribolato” parecchio, nel corso della loro esistenza, cercando anche di mettere da parte un qualche risparmio, spesso con non pochi sacrifici e con incessante attenzione alle spese e ai bilanci familiari. Molti di loro non hanno avuto per solito grandi aspirazioni se non quella, naturale e legittima, di poter campare dignitosamente, anche nell’ultima parte della loro vita e oggi si trovano a dover sostenere un insieme di tasse, tributi e oneri vari, in apparente costante aumento, cui faticano a far fronte, il che diviene così motivo di una apprensione che sembra essere, francamente, immeritata.
(P.B.)
Bisognerebbe non pagare più bollette fino al raggiungimento del danno.
(C.D.)
Io ritengo che, come anche nei tanti casi di Telecom, per citare un altro “colosso”, le cui linee telefoniche fatiscenti e prive di qualsivoglia manutenzione anche straordinaria, abbandonino gli utenti (spesso anziani e bisognosi di un sevizio che gli permetta di rimanere in contato anche con i soccorsi), siano i nostri sindaci a farsi portavoce e a dare vita a class action che sicuramente non passerebbero inosservate ed inascoltate. La voce di noi singoli cittadini si perde nel vuoto, ma esistono le “carte servizi”, certo che ci si deve attivare nei tempi e nei modi previsti per richiedere i rimborsi, ma non tutti hanno le conoscenze, gli strumenti e sono informati per poterlo fare. Quindi, avanti signori sindaci, fate sentire la vostra voce, in coro.
(Davide Negri)
Una class action in tribunale, se persa, comporterebbe spese legali a carico dei sindaci e quindi di tutti i cittadini. Meglio un reclamo all’autorità garante per l’energia. In alcune località montane si sono avute interruzioni nell’erogazione dell’energia elettrica clamorose. L’autorità può valutare se eccedono quanto previsto dalle normative vigenti. Penso sia una strada meno onerosa.
(SC)