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Vetto / La mostra “Le radici del nespolo”

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Partigiani1Venerdì 24 aprile p.v., alle ore 11, presso i giardini del Municipio di Vetto, verrà inaugurata la mostra permanente "Le radici del nespolo. La lotta di Liberazione in Val d’Enza", ideata da Istoreco e voluta dall'Amministrazione comunale in occasione del 70° anniversario della Liberazione. Sarà installata in modo permanente nei giardini pubblici del paese davanti al Municipio.

Gli otto pannelli che la compongono affrontano alcuni temi che hanno caratterizzato la lotta di Liberazione in Val d'Enza, e a Vetto in particolare. Raccontano dunque della Val d'Enza come zona di guerriglia, delle formazioni partigiane che vi ebbero comandi o distaccamenti (come la 144ª Brigata Garibaldi); di Pasquale Marconi, comandante partigiano della Brigata Fiamme Verdi, e del suo rapporto con il paese anche nel Cartolina-1924-bassa-riso-Customdopoguerra, quando fu sindaco dal 1956 al 1972; dei rastrellamenti tedeschi del luglio 1944 e della deportazione nei campi di lavoro in Germania di una quarantina di vettesi; della strage di Legoreccio del novembre 1944 in cui furono uccisi 24 partigiani; della presenza, a Vetto, di due case che ospitavano donne partigiane provenienti dalla pianura e dalla montagna e, infine, della liberazione del paese e del primo sindaco Geminio Guazzetti nominato già nel settembre 1944 e in carica fino al 1946.

Partigiani2Il titolo deriva da un episodio accaduto a Legoreccio pochi giorni dopo la strage di novembre 1944, quando alcuni partigiani del distaccamento "Cervi" sopravvissuti alla strage perché, ammalati, si trovavano altrove, vi piantarono un nespolo in ricordo dei compagni caduti. Un nespolo che visse per molto tempo, almeno 50 anni, e che, nel 2011, l’amministrazione comunale di Vetto e Istoreco hanno ripiantato vicino al monumento che li ricorda.

All’inaugurazione sarà presente il sindaco di Vetto, Fabio Ruffini, il presidente della Provincia, Giammaria Manghi, e il direttore di Istoreco Nando Rinaldi.