Così come avvenuto per il progetto "Tutor" a favore degli studenti diversamente abili, la Provincia di Reggio Emilia si è "inventata" – nelle more di un processo di riforma che ancora non ha stabilito le esatte competenze, ma soprattutto ha eliminato gran parte delle risorse - un nuovo modo per salvaguardare un altro punto di eccellenza della rete dei servizi reggiani: il sistema bibliotecario.
Il Consiglio provinciale presieduto da Giammaria Manghi ha infatti approvato giovedì scorso, all’unanimità, la nuova convenzione che traghetterà fino al 2017, nonostante grandi difficoltà, i servizi per le biblioteche che fino ad ora avevano visto la Provincia di Reggio Emilia esercitare un ruolo di coordinamento centrale. La cultura, però, come noto non rientra ad oggi tra le competenze delle "nuove" province previste dalla riforma Delrio. La nuova strada individuata dal presidente Manghi, con la collaborazione di tutti i comuni, è stata quella di assegnare alla Provincia un ruolo di "stazione appaltante" – questo sì previsto dalla riforma – di un servizio (catalogazione, prestito interbibliotecario, Medialibrary, ecc.) di cui saranno i comuni a farsi carico finanziariamente, per un importo di 173.000 euro all’anno per i prossimi due anni e mezzo.
Verrà così salvaguardato un sistema bibliotecario che rappresenta davvero un’eccellenza a livello nazionale, come i dati forniti da Fausto Branchetti, responsabile del settore, in Consiglio hanno dimostrato: 37 biblioteche comunali sparse in provincia più le 5 del Comune di Reggio Emilia che, grazie anche ai servizi centralizzati erogati dalla Provincia, hanno effettuato lo scorso anno 1 milione e 520.000 prestiti (720.000 dei quali in città), di cui oltre 400.000 di materiale multimediale; oltre 500.000 transazioni informative; centinaia di corsi di alfabetizzazione informatica e utilizzo di internet; consultazione di riviste ed enciclopedie; conservazione e accesso all'informazione locale; attività promozionali della lettura e del libro; spazi di aggregazione, per lo studio e la lettura, ma anche in certe circostanze di vera e propria accoglienza. Gli utenti attivi sono stati 100.000 (38.000 dei quali nel comune di Reggio), in pratica 18 ogni 100 abitanti.
“Proprio l’impegno costante, da molti anni a questa parte, di comuni e Provincia ha permesso la costituzione di uno dei più strutturati sistemi bibliotecari italiani, con una gamma di servizi davvero consistente e radicata”, dichiara il presidente Giammaria Manghi sottolineando come i numeri evidenzino la validità della scelta compiuta nel reggiano rispetto alle altre province, nelle quali le biblioteche operano ancora come singole entità, con dispersione di risorse e più bassi livelli di servizio. A Parma (185.000 abitanti) le biblioteche cittadine realizzano 220.000 prestiti, a Modena (183.000 abitanti) si effettuano 439.000 prestiti, mentre a Reggio Emilia (con appena 168.000 abitanti) i prestiti sono oltre 720.000; ancora più clamoroso il dato per la provincia, dove entrambe le realtà sono incomparabilmente sotto agli 800.000 prestiti delle biblioteche reggiane.