Riceviamo e pubblichiamo.
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Il dato di spesa per il consumo di acqua e il suo incremento per la famiglia reggiana in questi 8 anni (+44%, passando 328 € del 2007 ai 472 € del 2014) è puramente teorico in quanto considera l’invarianza del consumo di acqua posto nel tempo sempre uguale a 192mc/annui.
Come è stato più volte evidenziato da statistiche regionali e nazionali, la famiglia media reggiana non solo non consuma quei 192 mc/annui, ma nel periodo considerato (dal 2007 al 2014) ha addirittura calato il prelievo dalla rete.
A riprova di ciò, come emerge dalla pubblicazione Blue e-Book 2014 di Utilitatis (principale testo di riferimento di settore e di benchmarking nazionale), il consumo medio annuo italiano nel 2014 è di 87 mc/abitante servito. A Reggio Emilia ci si attesta invece a 68 mc/abitante servito, una delle dotazioni idriche più basse d’Italia.
Se poi si guardasse, in provincia di Reggio Emilia, la serie storica del consumo degli abitanti serviti dall’acquedotto ci renderebbe conto del reale calo progressivo che si sta verificando da anni (nel periodo considerato la riduzione si avvicina al -10%).
Questo dato di riduzione di consumo è frutto di tanti fattori, precedenti alla crisi e alla congiuntura economica: innanzitutto alle buone pratiche che i cittadini reggiani mettono in atto grazie anche alle innumerevoli campagne di sensibilizzazione al risparmio idrico promosse da anni dalle Amministrazioni comunali in accordo col gestore stesso (Iren), dalla distribuzione gratuita, in varie occasioni ed eventi, di centinaia di migliaia di kit di riduttori di flusso da applicare ai rubinetti di casa ma soprattutto ad una intelligente e avanzata modifica delle pressioni di rete operata dal gestore (Iren) proprio in questo ultimo decennio e che ha consentito ormai dappertutto una progressiva diminuzione delle pressioni di rete.
Occorre sottolineare come la diminuzione della pressione di rete sino a valori minimi, oltre a ridurre il consumo idrico della famiglia, consente un minor spreco di acqua dispersa dalle rotture occulte, una riduzione del consumo energetico e un contenimento del numero di rotture sulla rete.
Detto ciò, è utile ricordare altri numeri che caratterizzano il ciclo idrico di Reggio Emilia:
- copertura del servizio pari al 90% a livello provinciale;
- continuità dell’erogazione;
- elevata qualità risorsa;
- risparmio e conservazione della risorsa acqua che hanno prodotto i seguenti risultati:
- calo di 9milioni di mc d’acqua immessi in rete nel periodo 2003-2014 (da 52 a 43mln mc/anno);
- diminuzione di 100 l/ab*g della dotazione idrica lorda (da 350 a 250 l/ab*g);
- ne consegue che gli ultimi campi pozzi perforati risalgono al 2001 (S. Ilario Nuovo).
Miglioramento dell’efficienza energetica degli impianti:
- diminuzione dei consumi elettrici totali del 30% nel periodo 2003-2014;
- diminuzione del consumo elettrico unitario del 19% (da 0,582 a 0,472 kWh/mc);
- prima realtà in Italia a ricevere titoli di efficienza energetica per acquedotti.
Sviluppo ed efficientamento delle reti (riparazione perdite, sostituzione reti, ecc.):
- distrettualizzazione e monitoraggio del 99% della rete;
- ricerca perdite idriche “mirata” e con tecnologie avanzate sul 35% della rete ogni anno;
- Reggio Emilia prima città in fatto di perdite idriche (10%, anno 2013, Legambiente);
- riparazione tempestiva delle rotture di rete (3.500 interventi nel 2014, in calo da 3 anni);
- sostituzione e posa di circa l’1% di nuove reti ogni anno (45km su 5.000 km di reti);
- investimenti per abitante pari a 45-50€/ab* anno, ben maggiori della media italiana;
- costi operativi efficientati, inferiori a quelli medi italiani e dell’Emilia Romagna;
- 93,5% il grado di soddisfazione del cliente (XVIII rapporto «Monitor città»);
- il servizio acqua è il più apprezzato dai cittadini reggiani;
- da customer interna condotta da Iren emerge il 94,3% di soddisfazione globale (“overall”);
- solo 2 cittadini su 100 ogni anno si mettono in contatto con IREN per “problemi acqua”.
(Ufficio stampa Iren)
Ben 4 anni fa, il 12 e 13 giugno 2011, 260.000 cittadini reggiani (circa il 70 per cento del corpo elettorale), si recarono alle urne in occasione della consultazione referendaria ed il 96% votò per l’abrogazione, espressa in due quesiti, di normative di liberalizzazione della gestione dell’acqua, esprimendosi di fatto per la ripublicizzazione del ciclo idrico, impedendo di rendere remunerativa la gestione del servizio. Lo scandalo è che dopo 4 anni siamo ancora lì, con una colossale presa per i fondelli ed un” robusto ricostituente” per le società che continuano a gestire, supportati da una classe politica inetta, un servizio che democraticamente la popolazione decise di revocare. Ogni alto commento è superfluo.
(Luigi Bizzarri)