Un po', forse, come quel "turismo" al relitto della Costa Concordia quand'era ancora sbilenca in mare. E' ciò che accade in questi giorni alla Pietra di Bismantova, dove, come noto, giusto un mese fa, sono precipitati pezzi di roccia di grandi dimensioni sul piazzale del santuario, provocando danni e spavento ma lasciando miracolosamente in bianco il bilancio alla voce "vite spezzate". Persone di diverse provenienze, anche stranieri, si recano, per curiosità?, nell'area di caduta massi.
Incuranti del divieto ordinato dal sindaco di Castelnovo ne' Monti nella cosiddetta "zona rossa", a quanto pare parecchie persone che si recano in quei luoghi non pensano troppo ai rischi potenziali per eventuali assestamenti ancora precari delle rocce lassù: anche a dispetto dei santi e non solo dell'autorità civile, verrebbe da dire, dato che appunto solo per un capello non è accaduto qualcosa di peggio.
"Soprattutto - conferma una fonte - questo accade, com'è ovvio, nei fine settimana di bel tempo". Tutto questo nonostante i controlli, che pure vengono svolti.
Ora, se è vero che è impossibile pensare di avvicinarsi a questa meraviglia della natura senza dover mettere in conto, sempre, qualche alea, data la fragilità costitutiva del grande masso dantesco, è pure certo che forse non è il caso di sfidare troppo la sorte proprio in questa fase geologica piuttosto movimentata.
Se uno non resiste alla tentazione di mettersi in pericolo pianga poi su se stesso se si fa male.
(Alessandro)
Fermare i curiosi non si riesce e comunque non sarebbe neanche giusto, se è ancora vero che siamo in un Paese democratico, però si potrebbe limitare il danno facendo firmare uno “scarico di responsabilità” (sempre meglio di nulla) e noleggiando dei caschetti di sicurezza, i proventi dei quali per il restauro del sagrato.
(Gabriele Colombani)
Le ricordo che è in vigore l’ordinanza del sindaco che vieta l’accesso alla “zona rossa”, violare tale ordinanza è un reato. Quindi di fatto si vieta l’accesso ai curiosi (come è giusto). Inoltre chi entra abusivamente in tale zona lo fa a suo rischio e pericolo, liberando di fatto l’Amministrazione da ogni responsabilità.
(Alessandro)
Segnalo che ai Pavoni il sentiero che sale verso Ca’ dal Luvastrel al serbatoio Iren e il sentiero che va al Sasso Lungo sono ancora sbarrati dalle fettucce della polizia Municipale.
(MC)
Gabriele, forse i caschetti non servirebbero a ripararsi da un sasso, anche piccolo, che precipita dalla sommità. Però hai ragione, libero arbitrio. Ognuno di noi è padrone del proprio destino. Non sarebbe comunque giusto impedire il libero accesso alla Pietra, almeno a mio parere. Non necessita far firmare alcunché in quanto luogo di pubblico accesso non vincolato a regolamentazioni o restrizioni. Sarebbe come dire che chiunque si arrampica sulle Dolomiti debba firmare una liberatoria al Comune dove si trova la parete di roccia che desidera scalare. Sarebbe assurdo. Comunque molto bella l’idea del noleggio caschetti pro restauro e ripristino sagrato. Bravo Gabriele.
(Fabio Mammi)
Scusate, è vero che ognuno sia padrone della propria vita, ma cosa mi dite di quelle persone che mettono a repentaglio la propria vita (soccorso alpino, ecc.) per soccorrere una o più persone che, incurante del divieto, si sia messa di sua volontà in situazione potenzialmente pericolosa?
(Il Grillo Parlante)
Il paese maturerà se ogni cittadino sarà ritenuto responsabile del proprio comportamento, soprattutto in caso di trasgressioni, e tenuto a rifondere eventuali danni o costi da sostenere (comprese cure mediche) senza l’ossessiva ricerca di “responsabilità oggettive” che, di fatto, inducono la gente a pensare che la colpa sia sempre di qualcun altro.
(Fred)
Caro Grillo Parlante, allora fai in modo di vietare che la gente vada per funghi nei boschi, perché c’è rischio che debba intervenire il soccorso alpino. Vieta che vadano a sciare fuori pista, per il medesimo motivo, vieta che facciano escursioni in bicicletta o a cavallo per il medesimo motivo. Caro Grillo, a forza di vietare forse non ti conviene nemmeno uscire di casa, non si sa mai che tu debba chiamare il soccorso alpino. Cerchiamo di essere seri e soprattutto pragmatici. Vietare tanto per vietare o per tutelarsi dal “non si sa mai…” non ha senso. Quando dico libero arbitrio, intendo anche responsabilità civile e personale, come dice Fred. Sono davvero stanco di tutti questi divieti che ci circondano e che ci limitano la libertà di movimento. Torniamo ad individuare il buon senso in ciascuno di noi e di conseguenza, chi non lo mette in pratica, paghi di persona, in tutti i sensi. Liberi di vivere liberamente. Buona e libera vita a tutti.
(Fabio Mammi)
Rispondo a Fabio Mammi. Forse sono stato frainteso, non ho parlato di vietare l’accesso alla Pietra completamente o di andare a funghi o praticare altri sport. Volevo solo dire di non mettersi a rischio se stessi e gli altri violando la recinzione. Ben vengano cercatori di funghi ed escursionisti, io pratico escursioni tutto l’anno sia in compagnia che in solitario. L’Appennino è meraviglioso e merita di essere frequentato!
(Il Grillo Parlante)
E’ dura salire alla Pietra e fermarsi al piazzale. Chi ama la Pietra ha bisogno di starle vicino, di toccare la roccia e di farsi avvolgere dalla sua magia. Ci sentiamo privati di un nostro diritto, perché la Pietra è nostra e questo legame va oltre le autorità ed i divieti. Ci sembra quasi impossibile che la Pietra possa farci del male, proprio a noi che la adoriamo. Comunque, ora c’è una situazione di pericolo, limitata ad una zona “rossa” che non va sottovalutata, quindi cerchiamo tutti di essere collaborativi, affinché la situazione si risolva nel più breve tempo possibile. E soprattutto basta polemiche sulla Pietra!
(Heidi)
Questi crolli, come ho già detto, saranno la prima di una lunga serie se non verranno convogliate la acque sulla cima della Pietra con dei semplici solchi come facevano i nostri contadini nei campi e non si impedisce all’acqua di penetrare fra le rocce e sgretolarle pian piano, come testimoniano quelle strisce blu che fuoriescono dalle pareti. Tutto qua. I divieti non servono a niente se non si rimuove la causa di questo disastro.
(Antonella Telani)
Purtroppo, Antonella, la buona abitudine di “tagliare” il campo per il giusto e regolato convogliamento delle acque non ha valore per La Pietra. La sommità ha già un suo naturale inclinamento nel versante castelnovino e quindi non è colpa dell’acqua che ristagna o che crea frane terrose, come nei campi. La terra sulla sommità è ben compatta e molto ben drenata verso il versante castelnovino. Gli smottamenti rocciosi si sono sempre e solo manifestati nel versante Campolungo-Casale e in forma meno evidente ma molto più frequente nel versante che guarda al Cerreto. Sulle creste di sommità non c’è terra che frana, ma acqua piovana e neve che si infiltrano nelle micro fenditure della roccia che con l’abbassamento delle temperature notturne diventa ghiaccio che aumentando di volume crea la frattura insanabile. Il ripetersi di questo evento più volte in un breve lasso di tempo provoca ciò che è accaduto. Concordo però con lei che un mantenimento adeguato del manto erboso in sommità crei un ambiente più bello, più accogliente, più invitante per quelle splendide escursioni con pranzo al sacco che si facevano una volta. Dobbiamo purtroppo adeguarci ai cambiamenti, anche morfologici della nostra bellissima Pietra, perché anche essa è viva e quindi soggetta ad invecchiamento. Non privateci della libertà di amarla impedendo di fruirne le bellezze. Saluti.
(Fabio Mammi)
I recenti crolli (o frane) non sono i primi di una lunga serie. Per sincerarsene basta andare a vedere i resti del colossale crollo franoso, vicino a Campo Pianelli, che probabilmente si fagocitò il castello presente sulla sommità della Pietra, in periodo medievale. Nonostante il lavoro degli antichi contadini.
(Roberto Pastorelli)
Mia madre mi dice che da piccola, quando “andava alle pecore” sopra alla Pietra, vedeva sempre i contadini fare solchi, perchè la naturale pendenza della sommità non è sufficiente a far sì che le acque non si infiltrino in profondità, vista la vastità dell’area. E anch’io non ho mai visto, come in questi ultimi 20-30 anni, quelle strisce blu che scendono dalla roccia. La mancata manutenzione provocherà sempre dissesti. Basterebbe assumere una persona sola che si occupi di questo tutto il giorno: la Pietra val bene uno stipendio!
(Antonella Telani)