Riceviamo e pubblichiamo questa lettera che ci è pervenuta da un amico, Gianfranco Zanotti, che dopo un mese di sofferenza ha deciso di rendere pubblico il suo dolore e il pericolo che si può correre a lasciare passeggiare liberamente i nostri amici a 4 zampe anche all’interno del Parco.
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La diagnosi ipotizzata dal veterinario, Mattia Campi di Villa Minozzo, dopo le prime analisi non lasciava dubbi e viene confermata dall'autopsia eseguita dall’Istituto zooprofilattico.
L’Associazione tartufai reggiani non può che esprimere tutta la solidarietà a Gianfranco, auspicando un diretto interessamento delle autorità preposte a vigilare in maniera capillare. Nella nostra provincia questi atti meschini e vili sono abbastanza rari e verosimilmente non di “faide” tra tartufai, almeno per ora lo sforzo che ci vede impegnati in prima fila per mantenere il territorio di cerca libero per tutti, nel rispetto delle leggi, ha evitato invidie e gelosie che potrebbero degenerare mettendo in serio pericolo la sicurezza. L’esempio di altre regioni, dove si è favorita la creazione di “riserve di raccolta di tartufo” dove i soliti “furbetti” si riservano le zone migliori estromettendo gli altri, ha portato a conseguenze disastrose: danni a veicoli, avvelenamenti, incendi di boschi, ecc. ecc. L’annata eccezionale del 2014 in termini di quantità di tartufo ha fatto lievitare in modo esponenziale il numero di persone che si avvicinano a questo mondo, il numero di domande di abilitazione alla ricerca pervenute in provincia è 4, 5 volte superiore alla media degli anni scorsi; riteniamo che la Regione Emilia-Romagna e la Provincia non si possano limitare ad immettere a flusso continuo nuova gente sul territorio senza preoccuparsi di come questo possa essere fruibile a tutti in maniera democratica.
I tartufai reggiani rinnovano anche nel 2015 lo sforzo che li vede impegnati da anni nel portare avanti l’informazione, l’aggregazione, la tradizione, la difesa della libera cerca, anima di questo meraviglioso sport.
(Tartufai reggiani)
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Cosa dire della mia cagnolina... è stata la mia compagna di tantissime avventure, fossi, boschi, macchie che abbiamo setacciato in cerca di tartufi. Già a pochi mesi di vita mi riempivi la saccoccia di preziosi tuberi bianchi e neri che delicatamente mi riportavi facendo attenzione a non rovinarli, il più delle volte dalla fretta di trovarne altri ti scordavi il premio. Mai avrei pensato di trovarti nella tua cuccia priva di forze e dolorante, la corsa dal veterinario, vederti soffrire giorni interminabili... Ricordo quegli occhioni arrossati dal dolore che mi guardavano. Non è facile dover prendere la decisione per porre fine a quello strazio.
Cosa dire di certe persone che lasciano bocconi avvelenati per uccidere lupi, volpi, faine, gatti, ecc. (considerati nocivi) senza pensare o fregandosene che quelle esche possono finire proprio in bocca dei nostri migliori amici? Io abito in un paesino, Case Pelati, nel cuore del (ex) Parco nazionale del Gigante, non per questo immune da certi personaggi infami e senza scrupoli, senza un briciolo di coscienza che non meriterebbero il dono di vivere. Era mercoledì 28 gennaio scorso, come tutti i giorni facevamo la passeggiata intorno al paese, ma quel giorno un boccone a base di antigelo ti ha stroncato i reni. Grazie, compagna Teresa, di tutti i momenti passati insieme.
(Jonny)
Condoglianze, posso solo immaginare il tuo dolore. Per i vigliacchi (ma quello che penso è altro) che mettono bocconi o in genere trattano male gli animali auguro di cuore la stessa sorte.
(Alessandro)
Dai toni forti, comunque: la polpetta avvelenata bisognerebbe farla deglutire a chi le lascia in giro. Lo stramonio è ottimo. Riposa in pace, piccola amica dell’uomo.
(Serb)
Grazie, Roberto, per avermi informato su questa triste vicenda. Tutta la mia solidarietà all’amico Gianfranco, capisco benissimo quanto si possa voler bene ad un amico fedele, un compagno di avventure instancabile che non ti chiede nulla, in cambio di un po’ di amore e bontà. Quando capitano certe nefandezze sembra che il mondo ti cada addosso e la rabbia viene spontanea, ma quello che dobbiamo fare è vigilare il più possibile per prevenire ed impedire che si compiano certe atrocità.
(Nazzareno Cocchi)
Grande tristezza e dispiacere, soprattutto. Poi ira furibonda per i vili, viscidi e meschini che senza scrupoli seminano veleni lasciandoli incontrollati alla mercè di chiunque. Il fatto grave è che è successo nel Parco, non è certo una bella immagine per chi pensa di fare scampagnate in montagna con bambini e animali al seguito.
(Roberto Ferretti)
Onore a Teresa.
(Massimiliano)
Come neopresidente dell’Associazione tartufai reggiani non posso esimermi nel fare una piccola riflessione dopo questo fatto increscioso accaduto nel nostro territorio: fatti che purtroppo, specialmente negli ultimi anni, sono sempre più frequenti anche nella nostra provincia. Mi è capitato più volte di partecipare a riunioni sia di livello regionale che nazionale riguardanti al nostro hobby di andare a tartufi e immancabilmente sentire affiorare il problema di avvelenamenti di carattere doloso specialmente in altre province e regioni, dove si sono rese obbligatorie azioni di bonifica eseguite da squadre di cani specializzate o addirittura l’obbligo della museruola. Se allora pensavo che la nostra provincia era immune da tali problemi, beh, allora mi sbagliavo. Come associazione ci siamo sempre battuti per mantenere il territorio libero per far sì che tali incidenti non avessero motivo di scaturire (a differenza di altre province e regioni dove tali fatti ormai, vista la frequenza, passano inosservati), ma forse non è ancora sufficiente. Come tartufaio e come cittadino mi appello al senso civico delle persone perchè questi episodi non vanno fatti passare nel dimenticatoio o fare finta di niente. E’ impossibile prevedere o fermare questi fenomeni, anche perchè spesso sono mirati; ma anche solo parlarne, confrontandosi con gli enti di controllo, fare una campagna di informazione può aiutare ad arginare questi problemi o fare desistere coloro (per non usare altre parole) che li compiono. Tutti, se vedono movimenti sospetti o addirittura il fatto, possono fare una segnalazione anonima all’ente preposto. Tornando al fatto accaduto, ne ero al corrente fin dai primi giorni, non ho potuto fare a meno di notare la forte empatia che aveva l’amico Jonny con la sua compagna di avventura Teresa. Un legame veramente forte. Spero che anche con questo episodio la cagnolina Teresa ci abbia insegnato qualcosina in più.
(Lino Costi)
La tristezza e il dispiacere per la perdita di un fedele amico, prima di tutto. Però ricordiamoci che i bocconi avvelenati fanno strage prima di tutto dei loro destinatari, proprio quei lupi, volpi, faine, ecc. ecc., considerate “nocive” da beceri figuri. Impegno, sì per i tartufai e i loro animali, ma anche e soprattutto per la fauna selvatica.
(Ag)
Mi sono scese le lacrime leggendo questa bellissima lettera scritta ad una meravigliosa Teresa. Anche io ho un cane, un Carlino di nove anni che amo tantissimo e al solo pensiero che fra qualche anno lui se ne andrà mi da già un profondo dolore. So il grande dolore che stai provando, un abbraccio grande come era l’amore grande per la tua Teresa che rimarrà sempre nei più bei ricordi del tuo cuore.
(Federica)
Povera Terry, ti ho conosciuta e mi sei sembrata fin da subito una cagnolina simpatica. Questa non é solo una lettera, bensì un appello che deve arrivare agli enti, alle autorità e soprattutto a coloro che si occupano di vigilanza e tutela ambientale. Oltre che essere un pericolo per i nostri amici animali é anche un grosso rischio per chi frequenta questi posti, appunto anche noi umani. Mi lascia appunto allibita il fatto che l’avvelenamento sia accaduto all’interno del Parco, dove direi d’impostare qualche telecamera in più. Queste persone devono pagare per quello che fanno e per il dolore che procurano. In più ripeto, non mi sembra un’ottima pubblicità per la nostra montagna e i nostri montanari.
(Laura Ferretti)
Ciao Teresa, amica pelosa, dal ponte dell’arcobaleno, cerca di aiutare, il tuo Jonny, a superare questo immenso dolore.
(Marta)
Come donna amante dei nostri amici a quattro zampe e come tartufaia mi sento molto toccata da questo triste episodio. Dovremmo poterci sentire tutti liberi di poter passeggiare con i nostri cagnolini per i boschi del nostro Appennino, senza dover avere la paura di mettere in pericolo la loro vita. Confido in un aumento dei controlli da parte delle autorità competenti proprio riguardo a questo tipo di fenomeno. Ciao, piccola Teresa.
(Nadia T.)
Teresa cara, è per me motivo di tristezza non aver avuto il perivilegio di conoscerti, sappi comunque che hai svolto una missione unica: sotto le sembianze di cane sei stata un’eccezionale maestra di vita e i tuoi insegnamenti rimarranno indelebili. Fisicamente non esisti più ma continuerai a vivere per sempre nei cuori di chi ti ha conosciuta. Tanti ti hanno voluto bene ma tu di più. Per sempre ovunque tu sia.
(Luisa)
Quando leggo queste cose mi prende subito male allo stomaco e la mia mente immediatamente va ai miei cani, sì i nostri cani, alle passeggiate fatte per andare a scovare tartufi e tartufaie in mezzo alla natura soli con i nostri amici e nella mia mente vedo ancora scorrazzare la mia amatissima Kelly. Sì, era lei ad insegnarmi come si fa ad andare a tartufi non io, con questo voglio dire che capisco molto bene Jonny e trova tutta la mia comprensione sì, anche rabbia, la rabbia mi assale perchè mi sento impotente di fronte a questi…, no, non trovo appellativi.
(Gian Carlo, Parma)