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Un proverbio tira l’altro (23): Int un “Ma” a gh’é tút quel ch’a n’ se sa. (Viappiani)

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 cogito ergo sum

 So soltanto una cosa: che non so nulla [Socrate].

 

Cogito, ergo sum.  Penso, quindi esisto (Cartesio).

È il manifesto del cartesianesimo, la filosofia proposta da René Descartes (1596 – 1650) e che, in breve, sostiene: “Per raggiungere la verità bisogna, almeno una volta nella vita, disfarsi di tutte le opinioni ricevute, e ricostruire di nuovo, dalle fondamenta, tutto il sistema delle proprie conoscenze”. Può darsi che sia vero, ma è pur sempre una opinione, e, quindi, suscettibile di interpretazione personale. Spesso ci è stato sussurrato: “A s’t’ saìs!”, [Se tu sapessi!], con quella sfumatura di malizia tipica di chi vuol rivelarti un segreto, ma senza esserne complice. A scanso di equivoci, come diceva Filippo Pananti:

A chi un segreto? Ad un bugiardo o a un muto.

Questi non parla, quei non è creduto”!

 

Perché si dice...

grattacapo 1

Grattacapo

Capita spesso che chi sta pensando intensamente si gratti il capo o si frizioni la barba. Grattatio capitis facit recordare cosellas. Grattarsi il capo fa ricordare le cosette, dice un esametro che se non è proprio del Folengo è almeno in linea col suo stile e il suo latino maccheronico. Meno rispettoso il suggerimento di un tizio al suo interlocutore. Quest’ultimo, sovrappensiero, si stava grattando il capo. L’amico cercò di dissuaderlo e, alla richiesta di un perché, rispose:

 “A t’ pudrìs infilât al schegiulîni sùta agli úngi

 [Ti si potrebbero infilare delle piccole schegge sotto le unghie]. Modo elegante per dire: sei una testa di legno.