La nostra testata inizia da oggi una nuova collaborazione con il fumettista Massimo Cavezzali, in arte Cavez.
Scopriamo chi è quest’artista.
Massimo Cavezzali (Ravenna, 11 febbraio 1950) è un fumettista italiano. Fra i suoi fumetti più noti vi sono Ava, Kika e la biografia a fumetti di Vasco Rossi.
Nato a Ravenna nel 1950, si trasferisce sin da giovane a Firenze, città in cui tuttora risiede e lavora. Inizia a pubblicare fumetti sulla rivista Il mago, continuando poi a pubblicare storie e strisce apparse, negli anni ottanta e novanta, sulle più svariate pubblicazioni: da riviste di fumetti quali Il Grifo, Comix e Lupo Alberto a giornali di attualità come Tutto e Musica, inserto settimanale de La Repubblica, per il quale ha realizzato dei ritratti-caricatura di cantanti famosi. Assieme ad altri giovani autori dell'epoca, inoltre, tra la fine degli anni '80 e i primi anni '90 pubblica i suoi fumetti in riviste specializzate quali Hey Rock (editore Coniglio) sulla quale sono pubblicate le omonime strisce, Animal Comic e Cuori Solitari (ACME editore) e altre. Recentemente è inoltre stato pubblicato, sempre per l'editore Coniglio, Ogni volta che sono Vasco, volume monografico che racconta una versione ironica della biografia del celebre cantante Rock Vasco Rossi.
Un personaggio ricorrente nei fumetti di Cavezzali è lo stereotipo dell'omino con il nasone e gli occhi grandi e spalancati, a nascondere quasi del tutto la fronte: un cliché che ricorre in molte opere di Cavezzali, dai protagonisti dei suoi scanzonati fumetti su Dio ai personaggi secondari di Ava. Le maggiori opere di Cavezzali sono:
Ava, che narra le avventure bizzarre e surreali di una sexy papera in giro per il mondo.
Kika, strisce con protagonisti due gatti (Kit e Kat) e due ragazzi (T-boy e Kika, appunto) alle prese con i personaggi e le situazioni più strampalate.
DIO S.p.a., con protagonista una scanzonata versione a fumetti di Dio, rappresentato come un vecchio dalla barba bianca e un unico occhio racchiuso in un triangolo.
Vasco, strisce con protagonista Vasco Rossi, successivamente raccolte nel volume monografico Ogni volta che sono Vasco. Cavezzali ha inoltre disegnato delle versioni umoristiche delle biografie di molti cantanti di musica Pop-Rock, da Madonna a Simon Le Bon, apparse su Hey Rock.
Le sue vignette e strisce come le Dolline (che raccontano i guai quotidiani di un gruppo di ragazze alle prese con la vita) apparvero su la Repubblica, L’Unità, il defunto Paese Sera, Tango, e addirittura su una rivista in tandem con Clive che si chiamava Hey Rock. Le guide mitiche, consigli ironici per adolescenti, su come affrontare la scuola, i primi amori etc.
Cavezzali ha inoltre all'attivo molte vignette, illustrazioni e storie brevi pubblicate sulle riviste più disparate, oltre ad un ciclo di storie e illustrazioni che vedono protagonisti Ava e Palmiro (fumetto), il paperotto creato da Sauro Ciantini, collega e amico di Cavezzali, apparse sulla rivista Comix. Molte storie di Cavezzali, soprattutto del periodo più recente, sono state inoltre realizzate in collaborazione con il fumettista James Hogg.
Nel 2007, sempre in collaborazione con Sauro Ciantini, ha pubblicato il romanzo giallo Una busta per Grace, presso la Neftasia Editore di Pesaro (fonte wikipedia).
Massimo com’è arrivato al disegno e nello specifico a fare il fumettista?
A fare il fumettista, per caso. Mandai alcune strisce alla Mondadori, le presero e le pubblicarono subito. Da lì, ho continuato…
Oggi si può vivere facendo il fumettista? Specifichiamo ai nostri lettori che Massimo Cavezzali ha concesso l’utilizzo delle sue vignette alla nostra testata a titolo gratuito e di questo gliene siamo infinitamente grati.
Non ne ho la minima idea. Non vivo di questo. Comunque, no, non credo sia facile.
Nelle sue vignette c’è spesso un fondo di filosofia, da chi o da dove attinge le sue idee, quali sono gli autori che l’hanno maggiormente ispirata?
Dentro di me ho tanti amici, sparsi nel tempo, nei secoli: pittori, scrittori, filosofi, musicisti…
Spesso vediamo cose inanimate, alberi, foglie, neve, oggetti vari alle quali lei da un’anima apponendovi gli occhi. Tutto il mondo, a ben guardare, secondo lei ha qualcosa da dirci? Ogni minimo oggetto?
Sì, hanno da dirci molto di più di quello che uno pensa.
Il suo personaggio più ricorrente è un omino dal grande naso che dialoga con una voce esterna, che spesso è la vita, o le sue varie forme di manifestazione. Massimo dialoga spesso con la propria vita?
Con la mia meno, con il senso della vita, in genere, di più.
Quanto di Massimo c’è in quel buffo omino?
C’è il vedere le cose da un altro lato, l’usare più tipi di ragionamento.
La sua pagina facebook è seguita da quasi ventimila persone più circa altri diecimila nel suo profilo personale, e ogni giorno regala al suo pubblico un momento di riflessione, un sorriso (a volte amaro), un pensiero scritto. Il pubblico come la ricambia?
Se suscito qualcosa, mi basta.
Il suo personaggio raramente è felice, di solito è “smontato” dai fatti della vita: la coscienza, l’anima, la sfortuna. È così difficile stare al mondo?
No. È difficile farlo pensando.
Nelle vignette più datate incontriamo spesso dialoghi con Dio o lo stesso Dio che si pone delle domande. Creare questi personaggi permette veramente di mettersi nei panni di chiunque?
Sì, appunto perché mi piace vedere le cose da tutti i lati, non cadere in troppi errori di ragionamento, è molto più divertente.
Le sue vignette non sono mai volgari, è possibile far sorridere anche senza andare “oltre”?
Direi che è meno facile, ma da più soddisfazione. Non mi piace il banale, l’ovvio.
In questo momento stiamo vivendo i terribili fatti accaduti in Francia, dove una strage è stata fatta nella redazione di un giornale satirico. Lei ha postato questa vignetta
Come si pone di fronte a questi avvenimenti? Cosa ne pensa?
Non ho mai fatto satira politica, anche se avrei potuto. Per una specie di mia etica.
Come e dove possiamo seguirla oltre al suo facebook ,al suo blog e la sua pagina fans?
Ci sono mostre, pubblicazioni…
Nella collaborazione con Redacon saranno i redattori a scegliere fra le sue vignette o sarà lei a indicare quali pubblicare?
No, non voglio dare indicazioni.
Cosa non le abbiamo chiesto?
Forse, perché scrivo, disegno, faccio vignette. Avrei risposto: le faccio perché creare, provare a capire e quindi comunicare, è una forma di piacere. Anche tensione, adrenalina, malessere forse, ma soprattutto è piacere.