Si è svolto in modo positivo l’incontro sul tema Erba e salute.
Gli allevatori e gli amministratori pubblici che sono andati al Parco Tegge per Sant’Antonio hanno potuto imparare quanto sia importante il latte di vacche alimentate con l’erba fresca.
Alcuni principi nutritivi fondamentali difendono il nostro corpo da malattie cardiovascolari, dal cancro dal diabete e dall’obesità. Arrivano soltanto dall’erba, dal rumine e passano al latte, al formaggio, al burro, al maiale allevato col siero.
Non ci sono alternative per ricevere i CLA, gli Omega 3 e l’ac. Rumenico, più importante di tutti.
Il nostro organismo non può ricevere queste sostanze da fonti alimentari alternative. Occorre che la vacca (come avviene con la pecora) si nutra con l’erba, perché quei principi fondamentali non sono presenti nei cereali e si perdono con la fienagione.
Può sembrare banale, ma l’erbivoro che mangia l’erba aumenta il suo benessere e sopratutto la salute dell’uomo.
Negli ultimi anni la ricerca scientifica nel mondo ha messo in risalto lo straordinario valore per la salute del latte da erba con i suoi derivati, il burro, il formaggio e il salume del maiale allevato col siero.
Dopo i ricercatori sabato 17 gennaio sono intervenuti gli esperti che hanno dimostrato di saper valorizzare il formaggio: due persone che da anni lavorano a vantaggio del produttore di latte, hanno mostrato come va preparato il formaggio stagionato per venderlo ben confezionato nel mondo.
Sabato 24 gennaio, tra le 11 e le 13 al Parco Tegge sono presenti i rappresentanti della cooperazione, della formazione professionale agricola e gli amministratori dei caseifici per ragionare su questi passi da compiere:
1) ciascun caseificio valorizza il formaggio col proprio marchio e aggiunge sulla confezione un riferimento comune all’Appennino reggiano,
2) tutti i caseifici cercano un accordo sulle caratteristiche del formaggio da confezionare e vendere anche all’estero (stagionatura e scelta),
3) i caseifici, le famiglie che curano i prati, allevano e custodiscono il paesaggio dell’Appennino reggiano si preparano a ricevere visitatori a Expo 2015.
L’Appennino reggiano ha delle caratteristiche da mettere in risalto, da assaporare e da esibire, non è una montagna come tutte le altre ed è in grado di dare il meglio.
(Enrico Bussi, associazione Rurali reggiani)
Peccato che nella nostra provincia solo pochi agricoltori mandino ancora fuori a pascolare le mucche (ad esempio gli agricoltori di Valbona di Collagna) e pochi altri, secondo il mio punto di vista, rispettano il tema dell’incontro di Felina. Sono da ammirare e di esempio. Non capisco perché dove vi sono prati o campi più grandi e più belli si tengono ancora quelle povere mucche nella stalla (sembra di vedere una catena di montaggio come in fabbrica). La mucca come fanno in altre realtà, vedi Piemonte e Trentino, fanno come a Valbona di Collagna. Pascolando naturalmente nel periodo propizio, aprile-ottobre, mangiano l’erba ai pascoli così l’agricoltore ha più fieno disponibile e meno letame da smaltire in quanto concimano allo stesso tempo i prati e i campi.
(Doriano Fiorini)
Sarebbe interessante approfondire e quantificare la correlazione tra salute animale ed alimentazione con erba. A quanto ho capito la tendenza a dare solo fieno ha come ragione proprio il miglior stato di salute delle bovine. Diverso è il discorso del pascolo, che forse è poco “maneggevole” se inquadrato nella gestione della mungitura due volte al giorno. Comunque un’ottima iniziativa. Cordialità.
(Sincero Bresciani)
Credo che nell’articolo sia scritto il contrario. E’ dare il fieno sempre e i cereali che si perdono quelle caratteristiche. A farle pascolare si hanno quei valori nutrizionali che ha l’erba.La mungitura di due volte al giorno la si fa sia che la vacca vada al pascolo, sia che rimanga nella stalla. Direi che per coloro che le mucche le tengono nella stalla sia più “accomodante”. Salute a tutti.
(Doriano Fiorini)
Forse mi sono espresso male: da quello che ho capito parlando con qualche amico agricoltore, l’alimentazione con solo fieno, in base alla sua esperienza, aumenta il benessere animale. In merito alla mungitura delle vacche al pascolo, forse su una stalla piccola può essere gestibile; per una mandria di 90 vacche in lattazione può risultare un impegno non da poco. Cordialità.
(Sincero Bresciani)