Venerdì 21 novembre, a Castelnovo ne’ Monti, si è aperta la stagione del Teatro Bismantova con lo spettacolo L’avaro di Molière, per la regia di Claudio Di Palma e interpretato da Lello Arena (Napoli, 1 novembre 1953), cabarettista, attore di teatro e cinema, che veste i panni del protagonista Arpagone.
La commedia ha come tema principale l’avarizia. L’obiettivo è quello di rappresentare un mondo corrotto, animato di ipocrisie e opportunismi.
Sembrava uno spettacolo interessante, sembrava giusto parlarne con i protagonisti di questa commedia classica rivisitata in chiave tragicomica. Così ci siamo messi lì, io, Lello Arena, Fabrizio Vona (Cleante, figlio di Arpagone) e Chiara Degani (Frosina, mezzana ai servizi di Arpagone) a parlare di Teatro e non solo.
Lello, è la seconda volta al Bismantova: qualche anno fa con Don Chisciotte in una versione moderna e oggi con L’avaro in chiave tragicomica. Quale è stato il percorso che ti ha portato da un personaggio all’altro?
Si cerca di scegliere prima del pubblico, di trovare un modo per stupirlo, per far sì che possa andare oltre i soliti cliché. Abbiamo quindi pensato a questo spettacolo di Molière, che sì, ha dei tratti comici, ma rimane fedele ai crismi originali. Per quanto riguarda il percorso da un personaggio all’altro credo che il Teatro possa cambiarti, non è un modo di dire. Sia gli attori che il pubblico vengono cambiati per sempre, consapevolmente oppure no. Una buona ragione per fare e per andare a Teatro. Chi ci entra poi ne esce meglio di come era prima.
Cosa ne pensi, Fabrizio, dell’avarizia nel mondo di oggi?
L’avarizia è il problema principale del mondo contemporaneo. Il bisogno di accumulare sempre denaro, potere, beni. Di inseguire il profitto a tutti i costi. Questo è il modo sbagliato di affrontare ciò che ci affligge. Mi piace però pensare che il Teatro possa aiutare a combattere la crisi. Per ogni euro investito in cultura ne tornano dai due ai quattro.
Lello, fra tanti premi, hai ricevuto il David di Donatello. Che differenze pensi ci siano fra Teatro e Cinema?
Noi operatori culturali siamo chiamati a fare le cose molto bene, in un momento in cui ci sono meno soldi abbiamo la necessità di aumentare la qualità, sia nel Cinema che nel Teatro. In entrambi i mondi devi farti trovare pronto e preparato, per offrire il meglio di te. Chi si lascia andare dicendo: “Tanto c’è la crisi”, ha già perso in partenza.
Cosa può insegnare il Teatro?
Lello: Il Teatro è uno specchio: i grandi di ogni tempo hanno scritto di noi, e noi, grazie a loro, possiamo guardarci in questo specchio e capirci un po’ di più. Ci insegna ad avere il coraggio di osservare personaggi come Arpagone, provandone orrore, dandoci la consapevolezza che sarebbe meglio non ripetere nel mondo reale queste brutture.
Chiara: Il Teatro nasce con l’idea di unione, che è il contrario dell’avarizia. Non sei solo in mezzo al palco. Hai con te degli attori fantastici che ti aiutano e ti sorreggono in questo cammino. Avete tutti quanti una meta ben precisa: la realizzazione di uno spettacolo che possa coinvolgere e incantare gli spettatori.
Cosa significa essere felici?
Lello: Prendendo spunto dallo spettacolo di Molière ho pensato che Arpagone non ha compreso che la sua felicità individuale passa attraverso la felicità degli altri, non è capace di condividere, quindi considera l’accumulo come unica fonte di felicità. Io credo invece che per essere felici bisogna essere in grado di condividere ciò che si ha.
Fabrizio: La felicità si ha in quel momento in cui riscopri di essere umano, con le tue fragilità e le tue tenerezze. Il Teatro, in fondo, insegna questo.
Chiara: Puoi essere felice quando ti rendi conto di chi sei. Del tuo modo di essere debole e forte, lasciandosi andare ogni tanto, senza la paura di cadere, con la voglia di rialzarsi.
Recensione
Il Teatro Bismantova di Castelnovo ne’ Monti apre la sua stagione con un grande attore come Lello Arena, che porta in scena L’avaro di Molière, pilastro del mondo teatrale, dandogli qualche sfumatura comica, rispettando però i principi classici della commedia.
Suggestiva e spettacolare la scenografia, composta da un perimetro museale di teche che custodiscono una collezione di sedie in cui è possibile leggere il segno del potere e dell’imprigionamento.
Curati ed elaborati i costumi.
Grazie anche al maestro Arena, che sa come coinvolgere e incantare il pubblico con la sua leggerezza stilistica, risulta ottima l’unione fra comicità e classicismo, pensando all’ironia come diverso modo di vedere le cose.
Gli spettatori vengono trascinati in un mondo che sa farli ridere e riflettere allo stesso tempo.
Non si può fare altro che porsi queste domande: È giusto che un padre decida le sorti dei propri figli? Il denaro può essere causa di ipocrisia? Il problema è il denaro o le persone che si fanno corrompere?
In fine, come succede quando si conclude un ottimo spettacolo teatrale, tutti gli attori vengono sommersi da un’ondata di applausi meritatissimi.
Gabriele Agostinelli
Cast
con
Lello Arena
Regia di Claudio Di Palma
con Fabrizio Vona, Francesco di Trio, Gisella Szaniszlò,
Chiara Degani, Eleonora Tiberia, Fabrizio Bordignon, Enzo Mirone
Prossimi spettacoli:
Venerdì 19 dicembre 2014: “Gospel di Natale”, Sprit of New Orleans Gospel Choir
Venerdì 9 Gennaio 2015: “Tutto tranne che il liscio”, con Paolo Nori e l’Usignolo
Domenica 25 Gennaio 2015: “Forbici e follia”, con Michela Andreazzoli, Roberto Ciufoli, Max Pisu e Barbara Terrinoni
Venerdì 13 Febbraio 2015: “Qualcosa rimane”, con Monica Guerritore e Carolina Crescentini
Venerdì 27 febbraio 2015: “Plato”, con Andrea Menozzi