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La storia da Agac – “un’azienda che svolgeva la propria funzione in termini di reale prossimità con il territorio provinciale” – all’odierna Iren

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RinaldiRiceviamo e pubblichiamo.

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Qualcuno, forse, ricorderà il film "Blob–Fluido mortale" del 1958 diretto da Irvin Yeaworth. Il film narra di una forma di vita aliena, un fluido, che assorbe e divora gli esseri umani con cui entra in contatto. Trovo un sorprendente collegamento tra questa pellicola e la vicenda Iren.

Agac

Agac nasce nei primi anni ‘60 come gestore della distribuzione del gas nel comune di Reggio Emilia. Nel 1974 diventa consorzio tra i comuni della provincia di Reggio Emilia per la gestione dei servizi gas e acqua. Agac era un'azienda che svolgeva la propria funzione in termini di reale prossimità con il territorio provinciale. Molti riconoscono a quella che allora era considerata dagli amministratori “la nostra azienda” di aver svolto un ruolo fondamentale e straordinario per la metanizzazione della provincia e nella razionalizzazione del sistema idrico provinciale. Nel 1993 Agac diventa consorzio per i servizi energetici e ambientali diventando il gestore del ciclo dei rifiuti. Nel 2005 inizia il processo di mutazione genetica di Agac, si forma il nucleo del "Blob".

Enìa

Nasce, infatti, dalla fusione (assorbimento) di Agac con Amps di Parma e Tesa di Piacenza Enìa S.p.A., società per azioni operante nel settore delle public utilities. Nonostante lo slogan “più grande più vicina” inizia il processo separazione tra territorio e azienda. Nascono, infatti, i “sub patti” tra gli azionisti comunali dei territori provinciali inglobati (il Comune di Casina deteneva lo 0,183%, i comuni della montagna reggiana nel loro complesso l'1,216%) che dovevano essere gli strumenti con interagire con la nuova azienda. In termini concreti, gli amministratori locali (fatto salvo il Comune di Reggio Emilia che nominava l’amministratore delegato) perdono la possibilità di intervenire sull’operato di Enìa. Le mutazioni genetiche sono terribili. Una volta innescate non si fermano più.

Iren

Qualche anno più tardi il "Blob" cresce. Nel 2010 nasce il Gruppo Iren, si fondono Iride (azienda nata nel 2006 fondendo Aem di Torino e Amga di Genova) ed Enìa. I “sub patti” vengono compressi (il Comune di Casina detiene lo 0,0567%, i comuni della montagna reggiana nel loro complesso lo 0,3538%). Naturalmente il "Blob" ingloba, divora, metabolizza, distrugge quel che incontra. Conosco alcuni dirigenti e dipendenti di Enìa. Ingegneri e tecnici estremamente competenti che sanno e che ne capiscono, ma lavorano per un "Blob". Il "Blob" non ha un’anima, non ha un funzione precisa. Si definisce “Iren, multiutility quotata alla borsa italiana, è nata il 1° luglio 2010 dall’unione tra Iride ed Enìa. Opera nei settori dell’energia elettrica (produzione, distribuzione e vendita), dell’energia termica per teleriscaldamento (produzione, vettoriamento e vendita), del gas (distribuzione e vendita), della gestione dei servizi idrici integrati, dei servizi ambientali (raccolta e smaltimento dei rifiuti) e dei servizi per le pubbliche amministrazioni”. Fa una cosa, forse centomila cose o forse nessuna. In fin dei conti al "Blob" non interessa cosa deve divorare. La mancanza di un’anima blocca. Come fai a dire a tuoi ingegneri, ai tuoi tecnici di adoperarsi in ogni modo per ridurre i rifiuti, per diminuire il consumo di energia o di acqua se ti nutri di rifiuti, se ti finanzi con l’energia che vendi o con l’acqua che si consuma?

Megadirettori galattici

Naturalmente il "Blob" deve avere i megadirettori galattici. Gente che sa come si fanno i soldi. E allora assumiamo manager paludati che faranno guadagnare autentiche fortune. Anche voi comuni riceverete il vostro tornaconto (i dividendi) e quindi state boni. Io non so cosa hanno fatto in concreto i super direttori megagalattici. Sono certo che i soldi li hanno fatti. Per loro. Ma il "Blob" non si ferma mica. Soffre di ipertrofia gigantea. E qui le nuove proposte. Per adesso appena sussurrate. Si prospetta: fondiamoci con Hera, forse con A2A. Un megalomane, non so se di Mantova, pare abbia proposto di assorbire la Nasa “così smaltiremo i rifiuti nello spazio”. Giusto! Tanto lì non ci sono i comitati. E la nostra azienda (il "Blob")? Diventerà più grande e più bella di prima.

Al bando chi si lamenta

Di cosa ci lamentiamo? In fin dei conti noi amministratori abbiamo creato il "Blob". Noi amministratori dobbiamo dare le direttive, le linee d’azione e gli ambiti in cui operare. Nel tempo abbiamo scoperto che non siamo più in grado di controllare e di dirigere il suo operato anche nelle cose più banali. Un amministratore comunale chiede di spostare o aggiungere un cassonetto o di svuotare con maggior frequenza una campana del vetro? “Impossibile!”. Il "Blob" non può occuparsi di cose così banali: deve costruire un inceneritore o una bella centrale elettrica.

Atersir

All’ipergigantismo si risponde prima con l’Ato provinciale, poi con Atersir. Una bella agenzia regionale che deve dire ai comuni come gestire i rifiuti e il servizio dell’acqua. Atersir in queste settimane è impegnato con noi amministratori per definire quello che chiamiamo il piano d’ambito dei rifiuto. Ogni comune dovrebbe fare delle proposte che tutti insieme più o meno appassionatamente dovremmo approvare. Alla fine, che ne so, il sindaco di Fabbrico deve essere d’accordo con la proposta fatta per il Comune di Ligonchio e viceversa. È ben vero che noi sindaci siamo gente pratica, un accordo lo troviamo. E quindi? Le cose dovrebbero funzionare così: Atersir definisce come raccogliamo il rusco nei comuni e i costi.  Definisce come dobbiamo scegliere il gestore e poi si va a gara. Già, la gara. Una riflessione. Iren è una spa a maggioranza pubblica: i comuni di Genova, Torino, Reggio Emilia e della provincia detengono il 51%. Faccio molta fatica a pensare che la nostra bella agenzia possa prendere decisioni che non favoriscono Iren. Oh magari mi sbaglio? Atersir è davvero una bella idea. È un organo tecnico decisionale, della regione, gestito dai comuni per le scelte sul ciclo dei rifiuti e per il servizio idrico. Ma i comuni reggiani sono quantomeno soci di Iren. Il sindaco Virginio Merola di Bologna è il presidente di Atersir. Il Comune di Bologna è il maggior azionista di Hera. Mi sa tanto che un po’ di puzza di conflitto di interessi ci sia. E allora la gara? Eh, la gara: non so mi sbaglierò, ma sarà molto difficile che la nostra bella gara non ne risenta, nel senso che con tutta la buona volontà e buona disposizione mi è difficile pensare che Atersir possa decidere veramente in modo assolutamente indipendente: i comuni governano Atersir ma i comuni possiedono anche Iren. Ovviamente sarò felicissimo di ricredermi.

Via un amministratore, arriva l'altro

In questi giorni il nostro "Blob" ha cambiato l’amministratore. Genova, Torino e Reggio Emilia in quattro e quattr'otto hanno nominato nuovo amministratore delegato tal Massimiliano Bianco. Tra l’altro abbiamo scoperto che Iren ha un amministratore delegato e che non ha proprio uno stipendio da metalmeccanico della Lombardini. Naturalmente un po’ tutti, me compreso devo dire, ci siamo stracciati le vesti sugli stipendi sui i trattamenti di fine rapporto e i benefit vari. Pensandoci per bene il problema non è mica lo stipendio. Un ad di un’azienda che ha un giro di qualche miliardo mica lavora per niente. Andate a vedere cosa prendono altri manager delle aziende pubbliche. Il mio problema è un altro. Gli abbiamo detto cosa fare? Possiamo verificare quello che ha fatto? Si può sapere cosa gli abbiamo detto di fare? Io non lo so. A me non l’hanno detto.

E allora?

Ma allora come se viene fuori? A me piacerebbe dare a Iren un’anima. Un'anima ambientale reale, ecologista. Che la veda promuovere e utilizzare solamente le buone pratiche ambientali: dalla gestione dei rifiuti che non può passare attraverso la loro sepoltura o la loro combustione alla gestione dell’energia che dovrebbe vedere un ruolo determinante se non esclusivo delle fonti rinnovabili. Fare diventare un’azienda “in house”, in casa, non solo dei comuni ma anche dei cittadini. Con un suo dna completamente orientato al miglioramento del mondo in cui viviamo. Lo so bene, rischio di passare per il solito pazzo: per uno di quelli che vanno alla ricerca del moto perpetuo (adesso si chiama fusione a freddo catalizzata) o appunto uno di quelli che nel loro realismo folle chiedono l’impossibile. Ma io sono convinto che il nostro "Blob" ha inglobato anche competenze straordinarie, persone che sanno e che sanno fare e che forse attendono davvero un’anima. Il primo passo di un questo lungo cammino potrebbe essere in realtà un grande salto nominando al vertice di Iren un grande ambientalista. E ne abbiamo: Ercolini, Orzes o Favoino. Oppure rendere Iren completamente libera. Ognuno per la sua strada. Gli enti pubblici abbandonano Iren che diventerà un’azienda normale che farà proposte, parteciperà insieme ad altre aziende ai bandi pianificati e predisposti dagli enti come Atersir; e ovviamente vincerà il migliore.

Fine del film

E il film come va a finire? Il protagonista Steve e la sua ragazza Jane (al secolo Steve McQueen e Aneta Corsaut) riescono a congelare e portare al polo nord (o sud?) la massa gelatinosa. Il film si chiude con “The end” immediatamente seguito da un “?” che lascia qualche dubbio sulla fine della creatura gelatinosa. Non sapremo mai davvero se è stata sconfitta.

(Gianfranco Rinaldi, sindaco di Casina)

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32 COMMENTS

  1. Interessante e divertente. Istruttiva. Credo che in questa storia di Iren ci siano tutte le contraddizioni italiane e forse anche emiliane in particolare. L’idea generosa di un’azienda “in house”, i buoni propositi degli amministratori, i sogni dei cittadini, scelte politiche schizofreniche dal livello centrale – l’acqua è un bene di mercato – no, è un monopolio naturale, regolamentiamo. Il nocciolo della questione, mi pare, l’ha bene individuato il sindaco Rinaldi: “Come fai a dire a tuoi ingegneri, ai tuoi tecnici di adoperarsi in ogni modo per ridurre i rifiuti, per diminuire il consumo di energia o di acqua se ti nutri di rifiuti, se ti finanzi con l’energia che vendi o con l’acqua che si consuma?” Chiediamolo a Capannori, che riesce a farci i soldi lo stesso, ma in modo del tutto diverso. Certo, una Capannori SpA estesa a tutto il nord Italia non ce la vedo proprio.

    (Giorgio Bertani)

    • Firma - GiorgioBertani
  2. Che dire, di facciata si parla di competitività, libero mercato, ecc. Di fatto un monopolio gestito da una finta holding pubblica, una impresa il cui unico rischio è l’arrabbiatura degli utenti di fronte all’aumento delle bollette. Compensi stratosferici ai manager che si devono preoccupare solo di trovare buchi da riempire e forni per bruciare. In più aggiungiamoci la gestione a profitto dell’acqua e il quadro è completo (a proposito, tanti saluti al referendum). Tutto in barba al più semplice buon senso. Iren è un’impresa dove sicuramente innovazione e bene comune non sono di casa. Avevamo l’Agac, negli anni ‘70 eravamo un esempio, le municipalizzate erano fattore di sviluppo e innovazione. Il metano in montagna, ad esempio. Anziché insistere su quella strada e ragionare di nuove tecnologie, di rifiuti zero, di costituire pool di teste pensanti che facessero innovazione e brevetti e si investisse di converso in ricerca, magari collegandosi con altre municipalizzate rigorosamente a capitale pubblico e si facesse con loro sistema nell’interesse dei cittadini, abbiamo creato un coacervo di interessi di poteri forti e spreco di risorse. Grazie alle lensuolate del pettinatore di bambole, il vero stratega di questo disastro. Questi epigoni di una sinistra che aveva vergogna di dichiararsi tale diventano succubi del liberismo più sfrenato per redimersi dal “peccato originale” ed inventano un tutto italiano ibrido monopolio pubblico (di facciata), privato (nei fatti) dedito a cercare il profitto in barba all’interesse comune. Ho praticato i consigli comunali negli anni in cui tutto questo ben di dio avveniva. Vedevo i consiglieri dei gruppi di maggioranza, tutte degnissime ed onestissime persone, alzare incomprensibilmente la mano per approvare statuti, quasi ipnotizzati dal mestatore di turno spedito a raccontare di scenari futuri magnifici e radiosi. Mi chiedevo: ma come tutto ciò è possibile? D’altronde ad ogni elezione gli stessi riscuotevano più o meno sempre lo stesso consenso. Abbiamo ballato sul Titanic ed ora affondiamo. Le tue considerazioni, caro Gianfranco, giuste e condivisibili, arrivano quando forse è troppo tardi. Comunque è giusto provare a cambiare. Succede sempre così: il cambiamento è richiesto all’ultimo stadio, quando non è possibile andare avanti perchè in fondo alla strada c’è il baratro. Prima, purtroppo, prevale sempre il conformismo e l’adattamento alle circostanze date con tanto di naso turato. Spero che le tue considerazioni diventino patrimonio comune della maggioranza dei tuoi colleghi e si traducano in fatti concreti.

    (Luigi Bizzarri)

    • Firma - luigibizzarri
  3. Credo che sia il momento per i sindaci di prendersi la responsabilità di chiudere con il presente e rimediare agli errori del passato. Bisogna lasciare la nave prima che affondi con noi cittadini a bordo, mentre i super manager strapagati sono già in salvo sulle loro scialuppe.

    (Alessandro)

    • Firma - Alessandro
  4. Alle volte il tempo fa perdere di vista la storia che ci precede. Un bel pezzo (e coraggioso, in quanto scritto da un sindaco Pd) che ricostruisce il mostruso Blob cui si è arrivati con la complicità di scelte sbagliate della politica (sempre Pd). E’ il momento di dire “no” e, i nostri amministratori, sono i primi a doverlo fare.

    (Fulminant La Penna)

    • Firma - FulminantLaPenna
  5. Caro Luigi (Bizzarri), pur non essendo io un politico nè di breve nè di lungo corso penso proprio che tu abbia ragione; i buoi sono scappati e il passato è lastricato di buone intenzioni. Se poi ci mettiamo anche il futuro, Dio ce ne scampi e liberi. Io, da cittadino che non si occupa di politica partitica ma segue come altri milioni di italiani lo scorrere del tempo e degli eventi, posso dire che mala tempora currunt e sono altresì sicuro che le bollette che riceveremo saranno sempre più onerose e cariche di richieste di euro. Rimpiangeremo la vecchia e cara Agac, dall’acquedotto della Gabellina, anni sessanta, con sede principale nel nostro paese (Castelnovo ne’ Monti), che più tardi si era evoluta in un’azienda intercomunale provvedendo poi ad estendere a quasi tutta la provincia forniture di gas e di acqua con oneri sopportabili da parte dei cittadini. Tutto questo si è potuto realizzare grazie anche alle valide maestranze e agli altrettanto attenti amministratori. Quali sono state le ragioni per cui l’Agac e stata inglobata a “baracconi” pieni di debiti, a che pro? Sicuramente per aumentare le retribuzioni degli amministratori portandole a livelli scandalosi ed ingiustificati; a proposito, dopo la “misera” liquidazione del passato ad credo, vado a braccio, 900mila €, per quanti anni questo signore è stato alle dipendenze di Enia ed Iren per avere diritto a tale tfr e quali sarebbero i meriti e gli obiettivi raggiunti per meritarsi tutto ciò (traduzione ante €, un miliardo e settecento milioni della vecchia e brutta liretta)? Cittadini=utenti tranquilli, ecco la grande novità, per il nuovo che lo sostituirà, mi sembra di avere letto che il Consiglio di amministrazione abbia deliberato una decurtazione nella retribuzione del 20%, vale a dire che, invece dei 600 e rotti mila € annuali, ne percepirà circa 500mila. Se questo sarà vero, posso dire? Scandaloso! Perché a questo signore, che è un manager pubblico, non vengono riconosciuti come retribuzione annuale i 240mila € come ai managers delle aziende pubbliche dello Stato? Sono 20mila € mensili, non bastano per sopravvivere? Non so quale sarà la liquidazione che preveda il contratto del neoamministratore. Un piccolo aneddoto per riferire cosa pensava di Agac il direttore generale di Enel per la provincia di Reggio Emilia, Ing. Pietro Paterlini: “Per ragioni di lavoro ho spesso contatti con gli amministratori e tecnici di Agac, lontani da me politicamente; ma devo confessare che nella mia lunga carriera di amministratore privato poche volte ho avuto modo di conoscere persone di così alto livello professionale nella gestione aziendale”. Poi aggiungeva un dato personale, era un appassionato ed investitore anche di titoli quotati in Borsa: “Spero quotino Agac per riuscire cosi ad acquisire un po’ di azioni”. Questa era l’opinione di un manager di un’azienda concorrente di Agac. Cordiali saluti.

    (Sergio Tagliati)

    • Firma - sergiotagliati
  6. La esposizione del sindaco Rinaldi e di Luigi Bizzari e varie altre espressioni di cittadini sono lo specchio della realtà dove sempre maggiori risultano le imposizioni economiche in bolletta e non. Su temi che non solo sfiorano ma pesantemente graffiano la pelle dei cittadini, quali sono le repliche dei nostri politici? Si aggiunga inoltre la constatazione quotidiana di ruberie e furberie ai vari livelli politici, tra cui quelli regionali e nazionali, che generano il pessimismo totale, non avendo più opportuna speranza nelle chiacchiere di una destra ed una sinistra (esistono ancora?) la cui immagine è ai minimi storici. Che sia giunta l’ora “x” di scendere tutti in piazza, senza bandiere politiche, con l’obiettivo di far comprendere che siamo veramente stanchi?! Cordiali saluti .

    (Giorgio Ielli)

    • Firma - GiorgioIelli
  7. Posso ricordare che la maggioranza delle azioni del “Blob” citato nell’articolo è di proprietà dei comuni di Parma, Reggio Emilia, Genova e Piacenza che hanno permesso che il “Blob” si ingrandisse? Rimanendo nella metafora cinematografica, le singole amministrazioni erano i poliziotti che quando ricevono la denuncia di Steve Mc Queen rispondono “Sciocchezze!”. Per non parlare del sindaco Vecchi (Pd) che ha votato a favore della superliquidazione.

    (Cosimo Pagliara)

    • Firma - CosimoPagliara
  8. Non sono particolarmente esperto di queste questioni, ma mi pare che l’origine del “Blob” abbia una motivazione abbastanza chiara (correggetemi se sbaglio): l’approvazione di una legislazione che affermava (c’era Bersani, per caso, il grande liberalizzatore?) che l’acqua è un bene di mercato soggetto a concorrenza e adeguata remunerazione. A quel punto, era già in ballo la multinazionale dell’acqua (ne dico una per tutte) Veolia. Immagino che la possibilità che, a quel punto, Veolia si aggiudicasse gran parte delle gare di gestione dell’acqua fosse molto concreta. Se non ricordo male è nata l’esigenza, dunque, di trasformare Agac (che era un’emanazione dei Comuni) in una S.p.A. (vera o finta che fosse). Mi pare anche che, allora, non fosse prevista dalla legge, se non in casi particolari, la gestione “in house” – che invece è adottata in molto casi, in Europa ne ricordo uno in particolare, in Germania, in un servizio di Report. Dunque, la corsa al “Blob” inizia con nobili intenti, mi pare: conservare in qualche modo il controllo pubblico sulla gestione dell’acqua – che poi è diventata Servizi, cioè “di ogni”. La mia impressione, da inesperto del settore, era che si stesse cercando la quadratura del cerchio: è ovvio che una società per azioni deve remunerare gli azionisti (il 49 per cento di privati investitori). Ma se si occupa di servizi pubblici, vorrà dire che ogni guadagno per gli azionisti è una risorsa sottratta ai consumatori. E mi pare che anche il 51 per cento di azionariato pubblico, a questo punto, guadagna su chi consuma. D’altra parte, questo era esattamente l’obbiettivo della legge: remunerare chi investe nella gestione dell’acqua. Il referendum sull’acqua pubblica ha complicato ulteriormente le cose, affermando che non era più lecito “guadagnare” (quel famoso 10 per cento, se non ricordo male) sulla gestione. A quel punto, i conti fatti da Iren o Hera o chi diavolo, andavano tutti a pallino. Bella grana e tutto con il nobile intento di mantenere (in qualche modo) il controllo pubblico sull’acqua. E pensare che la ratio della legge era di tagliare tutto quel sottobosco di appalti poco chiari e i fenomeni di concentrazione di potere che erano aspetti tipici delle municipalizzate (tutte, in Italia, meno che in Agac, si direbbe). Poi arriva, oggi, Mafia Capitale. A questo punto mi chiedo di cosa stiamo qui a discutere, a cosa servono gli amministratori e i politici ai vari livelli. Sarebbe sufficiente triplicare l’organico della Polizia Giudiziaria e della Magistratura.

    (Giorgio Bertani)

    • Firma - GiorgioBertani
  9. Caro Babbo Natale, quest’anno non ti chiedo regali materiali, ma ciò non vuol dire che siano meno pesanti, anzi! Ti chiedo, caro Babbo Natale, di far cambiare tutte le persone che detengono potere e che speculano sulla salute di noi cittadini, bambini compresi, cambiale e fagli prendere coscienza che la Vita è una sola e bisogna cercare di viverla il più serenamente e dignitosamente possibile. Caro Babbino, ti chiedo di farmi credere in un futuro migliore, in cui le persone misurano il loro valore su quanto più oneste e felici sono e non su quanto più posseggono e ingannano. Ancora qualche parola, caro Natale; vorrei che il cuore delle persone tornasse a battere per i valori in cui i miei nonni credevano fermamente: l’Amore, la Famiglia, l’Onestà, la Dignità…, insomma mio carissimo Babbo Natale, vorrei poter pensare ad un futuro migliore! Pensi di farcela?

    (Speranzosa)

    • Firma - Speranzosa
  10. Bene, adesso che le analisi degli adulti sono state fatte e che le letterine dei più giovani ricche di buoni propositi per l’anno nuovo sono state scritte, non rimane che concretizzare i buoni pensieri con azioni reali. Quali sono le prossime azioni che gli amministratori locali hanno intenzione di intraprendere? Verranno vendute le quote del suddetto “Bòpb”? Quale è il piano “B” che i nostri amministratori vogliono mettere in campo per liberarsi di questo essere spaventoso? Ho seguito con grande piacere tutti i commenti e la solidarietà espressa in questi giorni ai cittadini, ma non ho ancora capito se sia una semplice operazione mediatica o se vi sia un reale interesse ad abbandonare Iren che aumenta spropositatamente le sue tariffe (come nel caso di Castelnovo ne’ Monti) per pagare liquidazioni spropositate ai propri dirigenti.

    (Massimiliano Genitoni – M5S Castelnovo ne’ Monti)

    • Firma - MassimilianoGenitoni-M5SC.Monti
  11. Per favorire il profitto da sempre si lavora per rendere il pubblico inefficiente. Le municipalizzate, da strumento principe per una gestione oculata, efficiente e trasparente della cosa pubblica, a ricettacolo di lobbisti e portaborse. Così si uccide il bene comune. A Ponte delle Alpi la municipalizzata che gestisce la più efficiente raccolta dei rifiuti d’Italia non corrisponde alcunchè ai suoi membri che periodicamente cambiano per non creare rendite di posizione. Senza andare in Germania abbiamo esperienze virtuose anche a casa nostra. Basterebbe volerlo. Noi invece ci prendono in giro.

    (Luigi Bizzarri)

    • Firma - luigibizzarri
  12. Non ricordo il film di cui parla il sindaco Rinaldi ma ricordo bene la storia di Agac che non ha subito trasformazioni per chissà quale strano sortilegio, ma solo perché i nostri sindaci reggiani, tutti, sono stati tanti bravi soldatini, ligi ed obbedienti agli ordini di partito; così hanno fatto quando Agac doveva diventare Enìa ripetendosi per la trasformazione di Enìa in Iren, tutti, Lombardi compreso che ora scrive scandalizzato. Alle proteste delle opposizioni si rispondeva sbandierando buoni investimenti e risparmi che avrebbero migliorato il nostro futuro e infatti ecco qui i risultati. Ad onor del vero ora ci troviamo alcuni sindaci nuovi che allora non rivestivano questa carica, ma che appartengono comunque allo stesso identico partito responsabile delle scelte scellerate di allora e di cui stiamo qui discutendo; mi auguro che la volontà di cambiamento espressa sia davvero reale ma ho qualche serio dubbio che anche stavolta si stia iniziando il percorso di una strada già tracciata e che i bravi, obbedienti soldatini, si stiano rimettendo tutti in fila un’altra volta. A proposito di Iren e buonuscite scandalose, andate a vedere come hanno votato i nostri sindaci il 18 giugno del 2014, proprio in merito alla questione. Frequentando l’ambiente politico sono diventato molto diffidente, ma confesso che per una volta sarei davvero felice di sbagliarmi. Chi vivrà vedrà.

    (Antonio Manini)

    • Firma - AntonioManini
  13. Condivido più del 90 per cento delle considerazioni del sindaco di Casina e mi complimento con lui. Per i nostri comuni rispetto a Iren è ora di pensare e decidere una exit strategy realistica e concreta. Non è semplice ma è semplicemente indispensabile. Bisogna studiare a fondo perché i temi rifiuti acqua ed energia sono davvero complessi e diversissimi tra di loro. Intanto però il primo passo da fare da parte dei comuni è chiaro: uscire dalla compagine azionaria e così da un conflitto di interessi paralizzante e pericoloso! I sindaci sono clienti di Iren per conto dei cittadini. Non ne sono mai stati davvero i proprietari e tanto meno i dirigenti. Nn possono possedere il know-how fondamentale e neppure le più semplici conoscenze per esserlo davvero. Tra i due ruoli bisogna scegliere e senza più aspettare. Quanto alla gestione, bisogna assumerla direttamente se e quando sarà possibile, oppure aprire davvero alla concorrenza. Tertium non datur.

    (Fausto Giovanelli)

    • Firma - FaustoGIOVANELLI
    • Tarapatà Minghina che bel oeuv ha fat la mi galina! Mio padre che è un uomo molto sagace direbbe così. Carissimi politici in generale, sindaci, ex-senatori, amministratori, dirigenti pubblici, la situazione è oltremodo chiara. Non ne possiamo più di chiacchiere, di analisi, di studi approfonditi (ancora!), di convegni. Bisogna tagliare i compensi vergognosi, i posti improduttivi, i bonus, gli sprechi faraonici e gli enti inutili. Il sistema politico ha portato il paese al fallimento, chi sbaglia deve pagare di tasca propria, Iren è frutto di scelte fatte da chi ci amministra e ci ha amministrato, uno dei tanti “baracconi” con un debito espresso in miliardi di euro che hanno messo sulle nostre spalle e su quelle dei nostri figli. Le aziende e i negozi chiudono e i nostri amministratori mettono la loro firma in calce ad un documento che decide di dare 950.000 euro ad un dirigente dopo meno di un anno di lavoro? Io dico che devono solo vergognarsi. Se questa è la democrazia che vogliamo esportare, io mi permetto di avere grossi dubbi.

      (Carla O.)

      • Firma - CarlaO
  14. Dipende dai punti di vista, meglio cento giorni da pecora o uno da leoni? Se devo campare 80 anni, passando gli ultimi 20 della mia vita ingoiando pastiglie per la pressione, per il cuore, per il fegato, dialisi, tumori, etc, preferisco godermi i miei 60 anni felice e in pace. Ovviamente il top sarebbe 80 anni da leoni! Poi, ripeto, dipende dai punti di vista. Comunque Buon Natale! Io rimango speranzosa!

    (Speranzosa)

    • Firma - Speranzosa
  15. Ohibò! Adesso ce ne accorgiamo? Il blob per quanto riguarda Reggio Emilia ha un padre: Graziano Delrio. Lui ha voluto la fusione con Torino e Genova. Andate a chieder conto a lui. Va però riconosciuto che ha chiaramente detto nel suo programma che avrebbe fatto così: i reggiani l’hanno votato in massa…

    (Ohibò!)

    • Firma - ohibo'!
  16. Il sindaco di una piccola cittadina di provincia (non stiamo parlando di Reggio, eh!) con una piccola municipalizzata (non stiamo parlando di Enìa, eh!) che corre in aiuto della mastodontica municipalizzata agonizzante (ovvero indebitata fino al collo) di 2 grandi città del Nord Italia. Non poteva che venire sepolta dai debiti anche la piccola municipalizzata della piccola cittadina di provincia. La riconoscenza però per il sindaco della piccola cittadina di provincia non manca. Viene premiato per la sua bravura con una poltrona scintillante nella “città eterna” e con tante apparizioni in tv. Gli abitanti della piccola cittadina di provincia gongolano perché il loro ex-sindaco adesso è là, in tv. Poi, credendo di cambiare discorso, brontolano perché le bollette sono aumentate… Quando capiranno che certe cose sono collegate, brontoleranno direttamente davanti alla tv e smetteranno di gongolare.

    (Giuliano Rossi)

    • Firma - GiulianoRossi
  17. I meriti o demeriti della situazione sono tutti dei signori sindaci che hanno obbedito e lavorato per raggiungere questo obiettivo; tutto come sempre rapportato alle percentuali. Ora però non parlano! Complimenti al sindaco di Casina.

    (Fabio Leoncelli)

    • Firma - fabioleoncelli
  18. Complimenti al sindaco Rinaldi per la sua chiara, simpatica ed ironica esposizione, anche se ci conduce ad un finale che è diventato tragico per tantissimi utenti. Anch’io spero che si possa e sopratutto che si voglia fare qualcosa, che non potrà essere un ritorno all’Agac, ma neppure continuare ad accettare di essere spolpati da una multiutility che accumula miliardi di debiti e compensa gli amministratori delegati come abbiamo visto: un insulto per tutti e, sopratutto, per coloro che hanno la casa senza riscaldamento perchè non riescono a pagare le utenze. A Giorgio Ielli: credo che il tempo di arrabbiarci sul serio e scendere in piazza sia passato; siamo diventati un popolo di pecoroni che si lasciano tosare continuamente e, pian piano, ci stiamo abituando all’idea che sia giusto che ci portino via anche le case.

    (Paola Agostini)

    • Firma - PaolaAgostini
  19. Cosa stanno aspettando, ancora, i nostri Comuni ad uscire da quel “carrozzone” che ci ruba risorse economiche e gestisce in modo menefreghistico la nostra salute (vedi Poiatica)? Cosa aspettano i Comuni, che sia il loro “partito” a prendere questa decisione e comunicargliela? Questo non avverrà mai, pertanto devono essere loro a muoversi in autonomia: occorre dare seguito alle parole! Parole sacrosante del nuovo Sindaco di Casina, al quale faccio i complimenti.

    (Giuliano Rossi)

    • Firma - GiulianoRossi
  20. Sono stata di nuovo contattata in questi giorni da Iren con la proposta di 2 anni a tariffa bloccata per la fornitura di gas. Ovviamente ho rifiutato partendo dalla considerazione che chi spende per contattarmi non lo fa sicuramente per fare il mio interesse. Penso possa essere utile ricordare l’intervento pubblicato lo scorso gennaio proprio su questo argomento per chi non lo avesse visto e ricevesse l’offerta telefonica:
    http://www.redacon.it/2014/01/17/offerte-incomplete/

    (Anna Maria Gualandri)

    • Firma - AnnaMaria Gualandri
  21. A me seguitano a preoccupare le bollette che lievitano più del pane ed insieme ad esse le liquidazioni dei dirigenti. Iniziamo a chiedere di dimezzare queste liquidazioni e già potremmo dire: “Ma va, si sta facendo qualcosa di concreto”. E poi… lavorare per un futuro migliore per gli utenti.

    (Bruno Tozzi)

    • Firma - brunotozzi
  22. Bravo sindaco. Adesso però servono fatti. Non credo che Reggio, Parma o Piacenza e tanto meno Casina o Castelnovo abbiano il potere e la forza di cambiare le attuali condizioni. Però un possibilità c’è ed è quella di cambiare gestore. Anche a costo di non aver grossi vantaggi economici. Certo se lo fanno in 15 non cambia niente, ma se si ragionasse sulle migliaia di utenti credo che qualcosa si muoverebbe. Un discorso a parte riguarda l’acqua. E’ stato fatto un referendum, vinto a maggioranza (bulgara!) da chi vuole che questo indispensabile elemento, sia in mano al pubblico e non a delle multiutility. Purtroppo è finita come tante altre volte: il parere dei cittadini dato con uno strumento previsto dalla costituzione è stato bellamente ignorato. Questa sì che è democrazia! E di questa situazione va ringraziato, almeno per quanto riguarda la nostra provincia, Del Rio, promotore della sciagurata fusione con Genova e Torino.

    (Remigio)

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