In Emilia-Romagna per l’elezione del presidente della Regione e dei consiglieri dell’Assemblea legislativa ha votato il 37,67% degli aventi diritto, un dato in forte flessione rispetto alle precedenti regionali del 2010, quando si erano recati alle urne il 68,07%.
Alle ore 19, la seconda rilevazione, aveva votato il 30.89% degli aventi diritto mentre la prima rilevazione dell’affluenza delle 12 si era registrata una percentuale di partecipazione del 10,75%.
La provincia dove si è votato di più è Ravenna con il 41,30% (nel 2010 73,35%). Seguono le province di Bologna con il 40,17 % (nel 2010 70,80%), Reggio Emilia con il 35,98% (nel 2010 70,13%), Modena con il 38,92% (nel 2010, 78,80%),Ferrara con il 37,38% (nel 2010 68,20%), Forlì-Cesena con il 36,93% (nel 2010, il 67,71%), Parma con il 34,03% (nel 2010 il 61%), Piacenza con il 36,29% (nel 2010 il 62,01%) e Rimini con il 33,45% (nel 2010 il 62,25%) che è la provincia in cui si votato di meno.
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Stefano Bonaccini (Pd) è il nuovo presidente.
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Congratulazioni al nuovo Presidente regionale Bonaccini. E’ certo che la bassa affluenza alle urne sia dovuta ai fatti precedenti di mala-politica, ora è doveroso sperare che il nuovo presidente sappia riconquistare la fiducia degli elettori dando una vera ed esemplare serietà politica e soprattutto di cristallina trasparenza, se ne ha già abbastanza di personaggi che trasformano la politica in personale malaffare. Parlare di vittoria politica con un’affluenza così scarsa non è certo facile, ma se c’è un vero perdente è il popolo dei non votanti. Il non voto per me non è affatto una scelta politica e non lo considero il modo giusto per cambiare la qualità di chi ci deve governare.
(Giorgio Sghedoni – Carpineti)
Dati terribili, quelli dell’affluenza! Dati che dovrebbero far molto, molto riflettere chi gestisce la politica almeno sulla percezione che i cittadini di questa hanno. Da oggi cominceranno i commenti dei politici che diranno che, nonostante la scarsa affluenza, il “loro” risultato elettorale è positivo, soprattutto in termini percentuali. Vorrei, allora, dar loro qualche strumento in più per commentare i dati delle elezioni regionali verificando la reale consistenza dei voti ottenuti dai singoli partiti e dalle coalizioni. Tenuto conto del voto reale, depurato cioè da schede bianche e nulle (anche se in questo momento mancano i relativi dati di Forlì-Cesena e Ravenna sul sito della Regione Emilia-Romagna, dal quale sono presi tutti i dati) e rapportatolo al numero degli aventi diritto al voto, i risultati sono: per il PD hanno votato il 16,1% degli aventi diritto; per SEL lo 1,2% degli aventi diritto; per Lista Civica lo 0,5% degli aventi diritto; per Centro Democratico lo 0,1% degli aventi diritto; per Lega Nord il 7,0% degli aventi diritto; per Forza Italia il 3,0% degli aventi diritto; per Fratelli d’Italia lo 0,7% degli aventi diritto; per il M5S il 4,8% degli aventi diritto; per NCD-UDC lo 0,9% degli aventi diritto; per altre liste l’1,7% degli aventi diritto. Governerà, quindi, una coalizione composta da PD, SEL, Lista Civica e Centro Democratico che ha ottenuto ben il 18,0% dei voti degli aventi diritto. Governerà, cioè una coalizione che non ha la fiducia dell’82% dei cittadini. Sono dati terribili, che possono mettere a rischio la stessa democrazia. Speriamo che i politici se ne accorgano e ricomincino da zero, dove lo zero sia l’interesse dei cittadini e della comunità, non quello personale e/o del partito di appartenenza!
(Elio Peri)
I nostri governanti dovrebbero far un esame di quel poco di coscienza che gli è rimasto. Quando un Stato arriva alla rassegnazione bisogna cominciare a preoccuparsi. Io sono uno che ha rinunciato in questa occasione al diritto di voto. Deluso, saluto.
(Un montanaro)
Sono d’accordo, quando si arriva alla rassegnazione dovrebbero suonare le sirene e invece il nostro premier dichiara che l’affluenza è secondaria. Vorrei solo far notare ai “renziani” che il suo PD continua a prendere meno voti di quello di Bersani, Veltroni, ecc. Questo dovrebbe far riflettere.
(Fabio)
Se una frangia del Pd non si riconosce nei “renziani” basta che si distacchi e crei un proprio partito e si presenti alla cittadinanza.
(Marco)
Queste elezioni sono da annullare, troppo pochi i votanti che comunque non rappresentano la maggioranza degli aventi diritto al voto.
(Bruno Tozzi)
Bruno Tozzi, spero che la sua sia una triste battuta. Non esiste il partito del non voto: che ci sia malcontento per lo scenario politico attuale è appurato, ma chi non vota non esprime una preferenza, semplicemente accetta che siano gli altri a scegliere per lui.
(Daniele Giovanelli)