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Il cuore grande di don Luigi Ghirelli. Presentato a S. Polo il libro di Maria Paola Cavalieri

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Don Luigi Ghirelli
Don Luigi Ghirelli

“Tornò mio padre a riabbracciare le sue tre creature, che aveva lasciate senza mamma, affidate non invano alla vecchia nonna e al cuore grande dell’arciprete don Ghirelli”.
Questa è la testimonianza di Brenno Colli, nato nel 1903 a San Polo, dove è stato segretario comunale, una fra le tante che ricordano la generosità dell’arciprete sampolese, riportate nel libro “Il canonico don Luigi Ghirellli” , scritto da Maria Paola Cavalieri con il contributo di Mirko Bertolini.

Originario di Leguigno, don Luigi Ghirelli è stato arciprete di San Polo dal 1913 al 1931.

“Il Comune di San Polo ha collaborato attivamente a questo libro – ha affermato il vicesindaco Edmondo Grasselli durante la presentazione, avvenuta sabato a Pontenovo – perché attraverso le testimonianze su don Ghirelli che è stato un parroco molto amato, si parla di un ventennio di vita sampolese in un periodo storico molto difficile che va dalla grande guerra al fascismo”.

Primo di nove figli, don Luigi conosceva bene la povertà perché i suoi genitori erano mezzadri e “nel libro, l’autrice ha colto la dimensione umana di don Luigi che è tentato di abbandonare il seminario per aiutare i suoi. A quell’epoca spesso il parroco era il “signor padrone”, don Luigi invece diventò il “padre dei poveri” ha commentato Giuseppe Giovanelli, condirettore del Centro diocesano studi storici.

Quando il 22 luglio 1954,don Luigi morì, a Leguigno, molti ex parrocchiani sampolesi parteciparono al suo funerale:“Se non ci fosse stato don Luigi, noi e i nostri figli a San Polo saremmo morti di fame”. Una gran folla piangeva sconsolata perché aveva perduto un padre affettuoso sempre pronto ad ascoltare chi aveva bisogno e ad aiutare i giovani che desideravano studiare ma non ne avevano la possibilità.

“Don Ghirelli dava molta importanza sia all’istruzione che alla formazione e nonostante il suo carattere mite, ha messo in pericolo la sua vita - ha ricordato Damiano Pignedoli, autore, editor e operatore artistico-culturale, che ha letto la testimonianza del partigiano sampolese Mario Sulpizio “Guerra”: “Finita la guerra, trovai un signore che mi disse di chiamarsi Gruber e parlando dell’epoca fascista mi raccontò che faceva parte del direttorio fascista di sezione, nella quale era all’ordine del giorno la proposta di andare in parrocchia per dare una severa lezione con olio di ricino e bastonate: prevalse di non andare”. “Violenze in parrocchia ce ne furono e vennero da lui tutte conannate apertamente – scrive nel libro Mirko Bertolini. E poichè non piaceva ai gerarchi fascisti, nel 1931, don Luigi venne destinato ad altro incarico.

Nel 1915, don Luigi favorì l’apertura dell’asilo infantile a Pontenovo delle suore “Figlie di Maria Missionarie” e sabato è intervenuta anche suor Antonietta Papa, segretaria generale dell’istituto delle suore.

“Venire a San Polo è stato per me come tornare alle nostre radici. Don Ghirelli portò a S.Polo la casa generale e il noviziato. Tante sono le sorelle nate a San Polo come Nazarena Villa, Cristina Canovi, Emilia Giovannini, Clotilde Montanari, Alessandra Medici, Annunziata De Micheli, Battistina Ferrari e Maria Pia Fontanili. Inoltre più di 40 sono passate per S.Polo. Oggi sono nove le nostre comunità, in Italia, una è a Taneto di Gattatico, retta da suor Alice che opera in Brasile. Altre sorelle sono in Costa d’Avorio, Ecuador e Centrafrica, in zone anche molto pericolose”.

L’autrice, Maria Paola Cavalieri, che è pronipote di don Ghirelli, ha ringraziato tutti coloro che hanno collaborato permettendole di scrivere il libro nel sessantesimo della morte.

Alla presentazione hanno partecipato anche il vicesindaco di Castelnovo ne' Monti, Emanuele Ferrari,e il parroco del centro montano, don Evangelista Margini.

Il libro ha il patrocinio del Comune di S.Polo, della Fondazione Sartori e della parrocchia di S.Polo.

Il ricavato del libro, che è in vendita nella parrocchia di Montecavolo (tel. 0522.886367), verrà devoluto all’Istituto delle Figlie di Maria Missionarie che ha la casa generale a Roma.