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Per discutere il bilancio del Parco nazionale mercoledì 19 novembre p.v., ore 21, al Ginepro

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Guide del Parco nazionale dell'Appennino

Riceviamo e pubblichiamo.

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Le cifre, le politiche di bilancio, le chiavi di lettura… (anno 2015 contributo ministeriale 1.890.000; spesa prevista 5 milioni di euro).

Il Parco nazionale è un fiore all’occhiello per un territorio.

Un marchio immediatamente riconoscibile per tutti i cittadini del mondo.

Un progetto che ci aiuta a migliorare il nostro paesaggio e dare valore alle risorse di cui disponiamo…in tal senso si può desumere che rappresenti un valore inestimabile!

Ma è difficile tradurre in valori monetari certi il valore pure indubitabile della bellezza, dei servizi ecosistemici e dell’innovazione culturale.

Così per una volta partiamo al rovescio, partiamo dai costi, dai numeri e dai dati, nell’ottica della finanza pubblica.

Il Parco nazionale dell'Appennino costa a ciascun cittadino italiano circa 3 centesimi di euro l’anno.

In compenso rilascia circa 5 milioni di euro sul nostro territorio (cui – sia detto per gli esperti- dovrebbe essere sommato il valore aggiunto del moltiplicatore keynesiano).

In 10 anni il Parco nazionale è costato in tutto 30 centesimi ad ogni cittadino della nostra montagna come del resto d’Italia.

Occorrono 30 anni perché si arrivi al costo di un caffè... una somma davvero insignificante.

In compenso i dati (le spese aggiuntive) a favore del territorio interessato – il nostro Appennino – sono consistenti.

In dieci anni circa 40 milioni di euro, (quindi di reddito lordo aggiuntivo,cui sommare il moltiplicatore keynesiano) sui 16 comuni.

Anche nel prossimo anno finanziario, il 2015, il Parco Nazionale gestirà un bilancio di 5 milioni di euro a fronte di un contributo ministeriale molto più ridotto, di circa 1,9 milioni di euro.Ció senza nulla prelevare localmente, né dai cittadini, né dalle imprese, né dalle istituzioni locali.

Questo non avviene grazie ad un miracolo, né a mutui,indebitamento o altri artifici contabili. Il bilancio è sano,in pareggio, non ha debiti pregressi. La moltiplicazione della capacità di spesa è dovuta al rigore nel contenere i costi di funzionamento e agli eccellenti risultati della partecipazione ai progetti Europei, per il co-finanziamento dei quali si rende disponibile pressoché la metà del trasferimento dello stato.

Il personale assunto direttamente è infatti il più ridotto in assoluto fra i Parchi nazionali: da un quarto a un decimo di altri enti di medesima consistenza e dimensione. Per il funzionamento dell’Ente si fa ricorso ad associazioni di servizi e personale con altre amministrazioni pubbliche locali e si sostengono costi di personale e collaborazioni esterne nell’ambito dei progetti europei. Attraverso questo meccanismo di contenimento dei costi di funzionamento da un lato e di investimento con successo in progetti europei dall'altro, il Parco nazionale può moltiplicare di due o tre volte la propria capacità di intervento.

Ma va anche sottolineato che, alla fine, restituisce all’erario nazionale italiano, tra imposte e contributi direttamente versati e quelli indotti attraverso pagamenti trasparenti e misurabili a imprese e fornitori, somme all’incirca pari al contributo che riceve annualmente. Pertanto alla funzione “keynesiana” di sviluppo locale, l’oculata gestione aggiunge un risultato finanziario rilevante e positivo anche su base nazionale:costa meno all’erario di quanto annualmente e direttamente restituisce attraverso la sua attività.

L’anno 2015, essendo anno di transizione tra i periodi 2008/2014 e 2014/2020 dei fondi comunitari per lo sviluppo rurale, offre una minore opportunità di accesso ai progetti europei. Tuttavia il Parco nazionale sarà comunque attrattore di risorse sul territorio di Appennino 2,5 volte superiori al contributo ministeriale assegnato, avendo conseguito il finanziamento di progetti life per il valore di circa tre milioni di euro e un trasferimento di fondi Fas da parte dell' Emilia-Romagna per la gestione del demanio regionale affidato al Parco.

Questi sono i dati macro e i dati di fondo della gestione finanziaria del Parco, come emergono dai bilanci degli ultimi anni ed in particolare dal bilancio preventivo 2015, già elaborato e approvato, che ha avuto il parere favorevole e unanime della Comunità del Parco il 22 ottobre 2014.

E’ su questa base di finanza pubblica che si sviluppano le diverse attività nell’ambito dei programmi per il decollo e la costruzione del Parco, per la tutela ambientale e sviluppo economico e sociale sostenibile.

E' convocato un incontro mercoledì 19 novembre p.v., alle ore 21, presso l’agriturismo il Ginepro su questi temi e altresì per un confronto aperto su tutte le tematiche di pertinenza del Parco e del suo territorio, ivi compreso la candidatura Mab Unesco dell'Appennino tosco-emiliano.

(Fausto Giovanelli)

5 COMMENTS

  1. Ho trovato nell’articolo altra motivazione che ha portato il Pil dell’Italia, nel terzo trimestre 2014, a -01 ed assieme a Cipro sono gli unici paesi in crescita negativa. Il PNATE può permettersi di spendere 5 milioni di euro all’anno e gli altri enti pubblici della montagna sono in difficoltà a far quadrare i bilanci ed a mantenere attivi i servizi indispensabili? E’ sufficiente reperire le relazioni annuali ai singoli bilanci dei comuni e dell’Unione dei comuni per verificare. In un momento di crisi economica come questo sarebbe meglio non conoscere tali dati, ma forse sarò io che male interpreto la situazione. Cordialmente.

    (Fabio Leoncelli)

    • Firma - fabio leoncelli
  2. “Occorrono 30 anni perché si arrivi al costo di un caffè… una somma davvero insignificante.” E’ proprio così! Eppure c’è uno, tra i sessanta milioni di italiani, che non è disposto a contribuire nemmeno con un caffè (PNATE documento 18252.pdf a pag. 16 di 16 ). E’ un rimborso per la stratosferica cifra di 3 (tre) euro e 90 (novanta) centesimi (contanti).

    (MV)

    • Firma - mv
  3. Io trovo un po’ deprimente questo continuo fare inutilmente le pulci agli avversari politici o a politici e amministratori in generale (commento MV), in modo anche pretestuoso. In qualunque amministrazione pubblica e privata il dipendente che va in missione presenta un rimborso spese, almeno per le spese vive. Semmai mi farei dire dall’interessato dove trova un pasto a 3,90 Euro. Se siamo d’accordo sul fatto che il Parco sia una risorsa per la montagna (cosa su cui credo anche Fabio Leoncelli sia d’accordo), chiederei semmai che il bilancio che viene presentato sia comparato con quello degli altri parchi nazionali, in particolare nel rapporto tra costi fissi di struttura, personale, etc., e spese sostenute per la reale promozione del territorio, nonché nel rapporto tra finanziamento pubblico ordinario e fondi acquisiti da bandi competitivi e finanziamenti di terzi. Si potrebbe anche aggiungere un confronto sui medesimi parametri rispetto a parchi nazionali degli altri principali paesi europei. Infine, un’analisi dei risultati ottenuti in termini di intercettazione di flussi turistici interessati ai temi ambientali ed in termini di protezione del territorio in relazione agli investimenti effettuati. Se dobbiamo contestare la gestione del Parco, facciamolo su aspetti di sostanza e non con osservazioni pretestuose. La mia personale opinione, non particolarmente competente, è che in assenza del Parco ben poche delle risorse corrispondenti sarebbero state intercettate dai Comuni della nostra montagna. Nella attuale contingenza ci potrebbe forse essere una collaborazione più stretta tra Parco e Comuni della montagna per far sì che il Parco attivi iniziative che contribuiscano anche indirettamente a problemi specifici (penso alla questione dell’assetto idrogeologico, che ha una valenza sia infrastrutturale che naturalistica, ma certo gli amministratori hanno idee più chiare delle mie). Non Parco contro Comuni ma Parco con Comuni.

    (SC)

    • Firma - SC