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La manifattura reggiana “tendenzialmente cresce”

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Per il terzo trimestre consecutivo l’industria manifatturiera reggiana registra una tendenziale crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo rileva la periodica indagine congiunturale condotta per il periodo luglio-settembre dal sistema camerale ed analizzata dall’ufficio studi della Camera di commercio.

La variazione della produzione rispetto al terzo trimestre 2013 registra un aumento dell’1,4%; ad essa si affianca un incremento dell’1,9% del fatturato.

A sostenere quest’evoluzione positiva sono ancora una volta i mercati esteri, verso i quali il fatturato è aumentato del 5,4% e dai quali sono pervenuti ulteriori ordini stimati in aumento del 4,7%. Nel complesso, fra interni ed esteri, gli ordinativi crescono del 2,5%, indice che le commesse dal mercato interno si mantengono su livelli scarsi.

Andamenti diversificati si osservano all’interno dei comparti leader della nostra manifattura.

A fianco delle buone performance che si osservano per il metalmeccanico, con una produzione che aumenta del 4,2%, si rilevano lievi incrementi dei volumi produttivi nel settore ceramico (+0,6%) e nell’elettrico-elettronico(+0,5%), mentre variazioni negative emergono per i comparti abbigliamento (-2,2%), materie plastiche (-2,1%) ed alimentare (-0,3).

Una certa disomogeneità si osserva anche per l’andamento della produzione analizzato sulla base delle dimensioni aziendali.

A fronte di buone performance delle imprese medie (da 10 a 49 dipendenti), che rilevano un aumento del 3,9% dei volumi produttivi (peraltro in tendenziale crescita rispetto ai due trimestri precedenti), le aziende oltre i 50 dipendenti segnalano un risicato +0,3% mentre le piccole (da 1 a 9 dipendenti) registrano, seppur con una minor intensità rispetto al passato, cali produttivi (-0,7% rispetto al terzo trimestre 2013).
Positivo, comunque nell’insieme, anche se con le dovute cautele, l’orientamento della produzione manifatturiera reggiana per la quale però all’orizzonte si profilano tempi incerti.

Le previsioni formulate dagli imprenditori circa l’immediato futuro sono infatti collocate in territorio tendenzialmente negativo.
Produzione, fatturato e ordini nel loro insieme sono attesi al ribasso, mentre fiducia viene mantenuta ancora nei confronti degli ordini dall’estero, fiducia espressa da quasi tutti i comparti indagati (fa eccezione il tessile abbigliamento).