Ogni volta che registriamo qualche avvenimento atmosferico un po' più "calcato" ci sembra spesso una "novità". Vediamo nell'"Accadeva oggi" odierno questo tema di attualità. Meno toccato, stavolta (e ci auguriamo continui così), il nostro territorio, ma ad esempio quello vicino di Parma è più in difficoltà.
"Piove da ore ma i torrenti sono sotto controllo. Le colate di fango rendono pericolose le strade". Così titolata la "Gazzetta di Reggio" il 16 ottobre 2000.
In una corrispondenza di Settimo Baisi che sembra scritta oggi si diceva: "E' durata poco la tregua della pioggia che, dopo le intense precipitazioni dei giorni scorsi, aveva lasciato sperare in un ritorno del bel tempo. Rispetto a località di altre regioni, sconvolte in queste ultime ore da disastrose alluvioni, l'Appennino reggiano può considerarsi fortunato".
"Di fronte alla necessità di inviare personale in appoggio nelle zone maggiormente colpite, i Vigili del fuoco hanno raddoppiato i turni di servizio garantendo però il presidio laddove è necessario. Il nucleo di Castelnovo ne' Monti, proprio per i rischi del maltempo in montagna, continua ad essere presente".
"Anche ieri, a momenti alterni, ha ripreso a cadere la pioggia su tutto l'arco appenninico. Fiumi e torrenti in montagna non presentano per ora situazioni allarmanti in quanto è bastato un giorno di tregua per rientrare nella loro normale condizione".
"Diversa è la situazione a valle dei fiumi Enza e Secchia, i quali, continuando a raccogliere le acque torrenziali dal crinale alla bassa, destano qualche preoccupazione di contenimento delle piene nelle zone precollinari. I Vigili del fuoco controllano in mondo costante l'Enza nei pressi di Currada di Canossa dove le acque del fiume tendono a superare il livello di guardia invadendo la statale 513 della Val d'Enza".
"Il personale della Provincia e dei comuni, invece, insieme a Carabinieri e Polizia stradale, controlla, più che gli allagamenti, la presenza di eventuali smottamenti e frane a cui sono soggette molte zone appenniniche. In caso di forti precipitazioni, come è già avvenuto nei giorni scorsi, per la montagna i rischi maggiori riguardano la viabilità".
"Soprattutto la statale 63 dalla Sparavalle al Passo del Cerreto diventa impraticabile per i canali d'acqua che l'attraversano in diversi punti a causa di tombini intasati e di cunette di cui si è persa ogni traccia. Inoltre si formano a monte dei piccoli torrenti che, scendendo liberamente dalle scarpate, continuano a depositare lungo la sede stradale cumuli di detriti".
“I Vigili del fuoco controllano in mondo costante l’Enza nei pressi di Currada di Canossa dove le acque del fiume tendono a superare il livello di guardia invadendo la statale 513 della Val d’Enza”: e pensare che le competenze delle Regione continuano imperterrite a vietare categoricamente di riabbassare il greto dei fiumi, anche se orami è più alto il fondo delle sponde. Talebani del divieto prelievo di ghiaia finiscono addirittura col far trasportare da altri territori quei bei massi rosa che vediamo, che stanno pure male, per sopraelevare e/o irrigidire le sponde, quando in loco il centro dell’alveo è troppo alto. Sarà che non siamo all’altezza di capire, ma questa cosa non mi ha mai convinto.
(Marco Leonardi)