Riceviamo e pubblichiamo.
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Siamo perplessi e preoccupati per quanto accaduto lo scorso sabato a Reggio Emilia in piazza Fontanesi in occasione del mercato del contadino, appuntamento ormai di tradizione per moltissimi reggiani che vi si recano anche per acquistare gli apprezzati prodotti della nostra montagna. Era infatti presente, come di consueto, il nostro Tobia Zagnoli della “Fattoria di Tobia” di Gova di Villa Minozzo, raggiunto, come altri, da questo irragionevole provvedimento.
Il blitz degli ispettori sanitari, a quanto pare attribuibile ad una circolare comunale dello scorso 28 agosto con cui si vieta la porzionatura di salumi e formaggi direttamente sui banchi del mercato, nei contenuti e nelle modalità con cui è stato effettuato (irruzione durante la vendita, sequestri di prodotti e multe salate ai produttori) risulta davvero privo di ogni buon senso e contrario ai tanti bei proclami di cui fa sfoggio la nostra politica, salvo poi metter tutto da parte, all’occorrenza.
La plateale “intrusione”, peraltro, come ha riportato la stampa, affatto gradita agli affezionati acquirenti (la gente “comune” è sempre un passo avanti!), ha fatto d’emblée tabula rasa: e l’orgogliosa tutela delle produzioni agroalimentari di qualità? E l’impegno a sostenere gli operatori che ancora “resistono” e lottano per mantenere vivo un mestiere che si è fatto di tutto per screditare in nome di un modello di sviluppo industriale che ci ha convinti a considerare più dignitoso lavorare in fabbrica che “prender mano alla zappa”? E l’accompagnamento dei giovani che con coraggio e sacrifici avviano una nuova impresa?
E ancora, ultimo ma non meno importante, la lotta ai rifiuti che si fa finta di portare avanti con convinzione e determinazione ma con l’approccio sbagliato e vecchio di chi pensa a come gettar via l’acqua (smaltimento) senza preoccuparsi di tappare la falla (produzione). La Maramotti, assessora reggiana al commercio, salutò con entusiasmo (ero presente all’inaugurazione) l’apertura a Reggio di un negozio di prodotti sfusi, senza imballaggio. Con questo provvedimento, che obbligherebbe i produttori a mettere sotto vuoto le porzioni preconfezionate dei formaggi e dei salumi, anche su questo aspetto si va esattamente nella direzione opposta.
C’è in ballo la sicurezza alimentare? La salute dei consumatori? La normativa comunitaria? D’accordo, se ne discuta, ci si confronti nelle dovute sedi e con gli opportuni interlocutori, ma con l’onestà intellettuale di chi si preoccupa davvero di sostenere i piccoli produttori, fiore all’occhiello dell’economia locale e nazionale.
Diversamente, vien da pensare che quel mercato del contadino stia funzionando un po’ troppo bene...
(Lucia Manicardi, capogruppo “Villa Virtuosa”, Villa Minozzo)
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AGGIORNAMENTO. La risposta del sindaco Luca Vecchi dopo la discussione in Consiglio comunale di Reggio Emilia
MERCATO DEL CONTADINO – IL SINDACO VECCHI: “CREDIAMO IN QUESTA INIZIATIVA TANTO CHE FAVORIAMO L'APERTURA DI UNA SECONDA, ULTERIORE SEDE. CONDIVIDIAMO LA DECISIONE DI TENERE UNA COMMISSIONE CONSILIARE PER CONSENTIRE A TUTTI DI APPROFONDIRE AL MEGLIO I TEMI EMERSI IN QUESTI GIORNI”
A seguito delle polemiche sui controlli di sabato scorso al Mercato del Contadino di piazza Fontanesi e della decisione di oggi, da parte del Consiglio comunale di tenere una Commissione consiliare urgente sul tema (la convocazione è prevista per mercoledì 15 ottobre), il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi sottolinea che “il Mercato del Contadino è una bella realtà e va sostenuta. Tant'è vero che il Comune sta favorendo la prossima apertura di un ulteriore mercato di questo tipo, in un altro luogo della città”.
“D'altra parte – prosegue il sindaco - la vicenda di sabato scorso, pur spiacevole, impone una riflessione che coinvolge tutti i soggetti coinvolti e non certamente il solo Comune di Reggio Emilia, che in questi anni si è fatto parte attiva, quale facilitatore per favorire l'avvio del Mercato, divenuto anche occasione apprezzata di incontro e socialità. La riflessione riguarda gli operatori del Mercato in primis, riguarda inoltre le associazioni di categoria e naturalmente tutti gli organi di controllo”.
“Il Mercato del Contadino è organizzato dalle associazioni di settore – conclude il sindaco Vecchi - Le regole sono state condivise assieme a tutti i soggetti, ivi compresa la Asl di Reggio Emilia, deputata ai controlli di legge sulla igiene pubblica. Convocheremo certo un tavolo con tutti i soggetti coinvolti e non ho dubbi che ciò agevolerà il prosieguo dell'attività del Mercatino in modo ottimale. Condivido l'iniziativa del gruppo Pd di convocare una apposita Commissione consigliare, con la partecipazione dei soggetti interessati, per consentire un migliore e adeguato approfondimento conoscitivo dei temi emersi in questi giorni”.
Credo che debba essere supportato da tutte le istituzioni e da tutti i cittadini un mercato dove si coniugano diversi interessi, qualità del prodotto sicurezza della produzione e aiuto verso i produttori ecc. “Domandiamo di ritrovare i sapori dei prodotti naturali se pretendiamo di trattare i prodotti dei contadini come trattiamo quelli industriali? Pensiamo che un pecorino fatto in casa da un pastore di Felina o Villa, ma tagliato la sera prima e immediatamente messo sotto vuoto, avrà lo stesso sapore del medesimo formaggio tagliato all’istante e davanti al cliente? Pensiamo che i prodotti dell’orto di un piccolo produttore della nostra collina, se sterilizzati e insacchettati prima di essere portati al mercato, ci potranno dare lo stesso pesto dei tortelli di quelli appena colti, lavati, tagliati a coltello e buttati nel soffritto? Smettiamo di dire che bisogna tornare alla natura, ai sapori veri, alle colture naturali, oppure comprendiamo che il consumo consapevole di prodotti naturali richiede anche una consapevolezza delle attenzioni che l’utilizzo di questi prodotti e alimenti comporta: se voglio mangiare naturale dovrò sapere che devo avere (io consumatore) certe attenzioni e precauzioni. Se no è meglio che compri “Quattro salti in padella”. A chi è affetto da sindrome di iper-regolamentazione vorrei dire: lasciatemi decidere cosa voglio mangiare. Lasciatemi sbagliare. Un po’ alla volta reimpareremo cosa possiamo e non possiamo mangiare”. Mi sono permesso di usare molte parole scritte da “Tiziano Scalabrini” in quanto efficaci e persuasive molto meglio di quelle che avrei potuto usare io. Mi permetto di sottolineare che è giusto battersi per la sicurezza alimentare ma non a discapito della qualità, non ultimo dobbiamo batterci per non produrre inutilmente pattume con regolamenti assurdi e che naturalmente costano.
(Gianni)
Personalmente trovo vergognoso l’episodio di piazza Fontanesi, si fa un gran parlare di economia e agricoltura locali poi vengono adottati questi provvedimenti. Abbiamo la fortuna di poter mangiare locale e invece di incentivare le produzioni ne vogliamo limitare il consumo. Solite leggi prive di buon senso. Ma una domanda sorge spontanea: le Associazioni di categoria dove sono?
(Monica Belli)
Ve bene: grazie al sindaco Vecchi dell’interessamento. Ma il problema sta a monte: troppe norme, segnatamente ridicole e dannose, impediscono la ripresa economica in Italia. Non mi interessa rispondere alla domanda “chi le ha volute”, mi interessa cancellarle con la massima urgenza.
(Dantes)
Egregio signor Sindaco, ma secondo Lei questo episodio fa venire voglia di sostenere e incrementare il mercato del contadino o di “chiudere baracca”?! Il messaggio che si evince da questo fatto è che per la salute bisogna privilegiare i prodotti confezionati (e ovvio pieni di conservanti) rispetto a quelli biologici, freschi e a km 0. E poi mi scusi della mia faccia tosta ma se fossi nelle autorità interessate prima di andare a ispezionare il mercato del contadino farei un bel giro in certi negozi di via Turri o in certi negozi di cinesi o in quei supermercati in cui si cambia la data di scadenza, per evitare di perdere il guadagno. Molto comoda così… Distinti saluti.
(Laura)
Vorrei sapere se le autorità si preoccupano solo degli imballaggi o anche della qualità. Vorrei più controlli sui prodotti che mettiamo nel piatto e salvare la nostra agricoltura!
(Cri)
Riporto qui qualche passo dello spirito e motivazioni del prossimo incontro dei Contadini del mondo di Terra Madre-Slow food a Torino 23-27 ottobre che verterà proprio sull’agricoltura familiare, così d’attualità: “L’anno in corso è stato dichiarato dalle Nazioni Unite anno internazionale dell’agricoltura familiare e non è una mera questione celebrativa. L’agricoltura familiare ha dovuto fare un bel po’ di anticamera culturale e ora che un’istituzione sovranazionale la celebra non dobbiamo pensare nemmeno per un attimo che sia una questione di poca importanza…”. “Qualche decennio fa, con l’avvento della rivoluzione verde, che portò con sé un modello agricolo monocolturale e un’agronomia basata sulla chimica di sintesi e sul lavoro meccanizzato, si iniziò a pensare all’agricoltura familiare come a qualcosa di inadeguato alle esigenze demografiche della contemporaneità, che vedeva una popolazione in costante crescita a fronte di una superficie coltivabile che non poteva estendersi a danno delle aree urbane e industriali che intanto si propagavano. Ci sono voluti decenni di resistenza economica, politica, educativa, ambientale, intellettuale e produttiva, a tutti i livelli, per arrivare a questa proclamazione…”. “L’agricoltura industriale è innanzitutto un business. In alcune zone del mondo, per indicarla, si usa il termine agribusiness. Punta al profitto, è eminentemente orientata al mercato. Produce merci da vendere…”. “L’agricoltura familiare produce cibo. Il suo obiettivo sono le persone che lo mangeranno e anche la terra che, stagione dopo stagione, collabora con gli agricoltori. Produce cose da mangiare, non cose da vendere. L’importante è avere un raccolto, per questo diversifica il più possibile, cerca di inserirsi nei ritmi della natura, non di contrastarli. Semina patate, ma anche mais e fagioli, perché il clima che danneggerà uno di questi alimenti favorirà gli altri; semina ortaggi, ma anche fiori ed erbe aromatiche, perché gli insetti e i parassiti non li danneggino. Dietro all’agricoltura familiare non ci sono società di capitali, ma agricoltori, che saranno i primi a mangiare le loro produzioni, insieme alle loro famiglie. E ci saranno i mercati, al plurale, quelli di vicinanza, ma anche quelli alternativi, come i Gas, o le consegne via internet, o i negozi cooperativi…”. “L’agricoltura familiare non va intesa come ciò che salverà il pianeta, ma come ciò che, finora, ha consentito al pianeta di non perdersi…”. Tutti sono invitati a partecipare, soprattutto le famiglie contadine che ringrazio di continuare ad esserci, pur con tante difficoltà. Grazie.
(Paola Cerri)
Parole sante, “Cri”. La risposta credo proprio che sia “no”. Vige il burocratese anche nella qualità: l’importante è che le carte siano a posto…
(Marco Leonardi)
Perché le scelte del Comune di Reggio Emilia sono così lontane dal sentire comune e persino dagli orientamenti che la Comunità europea comunica, con chiarezza, a sostegno della cultura e della economia rurale? I temi delle filiere corte che avvicinano la piccola azienda agricola famigliare ai consumatori, dei benefici economici, della qualità dei prodotti, del valore aggiunto all’ambiente naturale e sociale, del ruolo insostituibile ed economicamente non riconosciuto che svolgono i piccoli agricoltori nella manutenzione e nella valorizzazione del paesaggio, non sono argomenti sufficienti per gli amministratori di Reggio Emilia? Grazie a “VillaVirtuosa”per il commento convincente e a Paola Cerri per l’approfondimento.
https://www.facebook.com/bottega.diversa?fref=ts
(Bottega Diversa)
La burocrazia è una necessità per lo Stato per mantenere il proprio potere, non a caso è lievitata e sta lievitando a dismisura, è sempre più accentratore e concentratore, basta vedere i provvedimenti legislativi presi negli ultimi 20 anni tutti a favore dei grandi poteri, dalla rappresentanza alle norme di mercato. Si pensi all’acqua e a quello che ci aspetterà; all’elezione diretta del sindaco mai tanta corruzione e malaffare negli enti locali da quando è entrato in vigore questo provvedimento; la presa in giro sulle province ed al Senato, organi non più eletti ma nominati, la ricchezza in mano sempre a meno persone e la povertà dilagante. Il livello di menzogna è arrivato molto in alto, mentre si dice di fare una cosa e s’incensa di buoni propositi nel concreto si fa il contrario. L’attacco talebano portato avanti contro ogni forma di bene comune, sia esso energia, scuola, sanità, welfare, tutele del lavoro, disabilità, non ha precedenti dal dopoguerra ed anche l’agricoltura è nel calderone; mentre da un lato si dice di voler salvaguardare la qualità e l’armonia con il territorio della produzione alimentare, di fatto si agevolano le grandi concentrazioni e l’avvento delle multinazionali, dando dei palliativi ai contadini onesti che protestano e tengono alla loro attività. E bisogna essere molto vigili sul trattato TTIP, di libero scambio con Stati Uniti ed Europa, che sta avvenendo in gran segreto, ma che sul nostro paese e su gran parte dell’Europa sarà devastante, per l’agricoltura, l’artigianato, la piccola media industria. Pertanto ben vengano i riconoscimenti internazionali ed alcuni provvedimenti europei, come dice la Cerri, ma rendiamoci conto che la politica attuale va in tutt’altra direzione, e lo vediamo anche da noi, Ferrarini con il caseificio, la stalla sociale di Felina ed episodi come quello di sabato che fanno parte di quella pletora burocratica che concorre enormemente a soffocare il paese, è il modo per deprimere ogni forma di autonomia che cerca di prendersi a cuore il buon vivere, qualità dei prodotti, scambio diretto produttore-consumatore, km zero, tutela dell’ambiente ecc.; e casomai ci dicono che lo fanno per tutelare la nostra salute. Ma voi pensate che queste forme di commercio come molte altre non diano fastidio soprattutto alla grande distribuzione?
(Mirco Mosè)
Forti coi deboli e deboli coi forti, multe e sequestri al mercato del contadino. Viene facile e non si corrono rischi… Più difficile invece è andare a mettere il naso in realtà tipo la g.d.o. o le imprese edili (cooperative o private che siano) o gli autotrasportatori abusivi, ecc. ecc.. Lì si rischiano ricorsi, beghe varie e anche qualche “cinghiata”, per cui il mercato del contadino va bene per dimostrare che l’asl “fa rispettare la legge”! Ma una cosa mi fa veramente tristezza: la solita risposta dei politici reggiani, Maramotti e Vecchi in prima fila, dichiarazioni degne del “profeta dell’ovvio”, una riunione di qua, una commissione di là, si lavano la coscienza dicendo che il mercato del contadino gli sta a cuore, che coinvolgeranno questo e quello, ecc. ecc. Tante parole e tanti verbi coniugati al futuro, vedremo, valuteremo, ci confronteremo… Mentre i multati devono pagare ora!… Non si sente una presa di posizione netta, una difesa convincente e “rassicurante” di una realtà che dalla città di Reggio è apprezzata come poco altro. Insomma, ancora una volta i nostri politici, nascondendosi dietro leggi, leggine, cavilli, norme e regolamenti, se la cavano in maniera vergognosa. La risposta del sindaco Vecchi, riportata in questo articolo, è al limite del ridicolo; va bene per tutto, una sequela di ovvietà che salva capra e cavoli: se proviamo a sostituire “mercato del contadino” con “mercato del riuso”, “campionato di ruzzolone” il gioco è fatto… E via col prossimo comunicato preconfezionato.
Ormai la passione, il sacrificio e soprattutto il buon senso sono stati sopraffatti da regolamenti assurdi e avulsi, tutto grasso che cola per politici e avvocati…
(Montorsi E.)