Benvenuti alla puntata n.43 di Let It …Rain!
Infatti tutta questa puntata è ispirata alla pioggia, che purtroppo ci ha accompagnato in dosi massiccie per tutta l’estate appena trascorsa.
La pioggia ha ispirato, sotto varie forme, moltissime canzoni ‘pop’, intese nel più ampio senso di ‘popolari’, attraverso generi diversissimi tra loro: blues, folk, country, soul, hard rock ecc.
Spesso a rappresentare momenti ‘tristi’ e malinconici, a volte come metafora di situazioni difficili sia a carattere globale (guerre) sia più intima (le lacerazioni dei rapporti personali) , altre come metafora della purificazione, come elemento che ‘lava’ via le difficoltà e la tristezza.
In questa ora attraverseremo molti generi e molte rappresentazioni della pioggia, anche se ovviamente la scelta delle canzoni sarà solo indicativa e senza pretese di completezza.
La Copertina live spetta a Bob Dylan con la Rolling Thunder Revue e Hard Rain’s a-gonna fall
Scritta, a quanto si dice, sulla scia della Crisi di Cuba del 1962
Segue Hank Williams con Blue eyes crying in the rain, scritta da Fred Rose per Roy Acuff nel 1945
Fred Neil è stato uno dei cantanti folk più influenti degli anni 60, il suo album di esordio, “Bleecker and MacDougal”, prende il nome dall’intersezione tra due strade molto care al movimento folk NewYorchese
La canzone inizia con questi versi, che giustificano l’inserimento in questa selezione ‘piovosa’
Raindrops falling on a roof of tin
Oh bad news
Roof keeps leaking the rain pours in
I guess I'm paying my dues
Louisiana rain conclude ‘Damn the torpedoes’, l’album che ha fatto conoscere Tom Petty & The Heartbreakers al grande pubblico, la versione che propongo in trasmissione è contenuta nell’antologia ‘Playback’, quella del video è la versione ‘ufficiale’
Altro famoso cantautore americano, ormai convertitosi ad un rock molto legato alle radici folk/blues, è John Mellencamp, che ascoltiamo con un outtake da ‘No better than this’
Have you ever seen the rain? è una delle canzoni più famose dei Creedence Clearwater Revival, contenuta in Pendulum, album del 1971. Si dice che la pioggia della canzone sia una metafora per le bombe lanciate dagli americani durante la guerra del Vietnam, mentre l’autore John Fogerty ha dichiarato che la canzone tratta della crisi della band, coincisa con l’abbandono del fratello Tom
Rain, grande successo dei Cult del 1985, sembra sia stata ispirata da una danza della pioggia degli indiani Hopi, faccio fatica a crederlo…
I think it’s going to rain today di Randy Newman ha letteralmente decine di versioni, la mia preferita rimane quella degli UB40, dal loro album di esordio Signing Off
I think it's going to rain today
Come rain or come shine è stata scritta da Harold Arlen e Johnny Mercer nel 1946, per il musical St.Louis Woman, e conta anch’essa innumerevoli versioni, vi propongo quella di Ray Charles dal suo “The Genius of Ray Charles”
Quanti di noi hanno ripetuto, sotto varie forme più o meno colorite, l’espressione “non sopporto la pioggia”, oggi Ann Peebles ci aiuta a ribadire il concetto!
Red rain di Peter Gabriel invece pare sia ispirata da una serie di strani sogni dell’autore, anche se alcuni sostengono sia ispirata anche alle piogge acide
Chiudiamo la puntata con una meravigliosa versione live di Purple rain di Prince, registrata al Montreux Jazz Festival nel 2009. Purtroppo non ho trovato video di questa esibizione, e ho messo il link alla registrazione, di qualità audio/video purtroppo non ottimale, della versione di Milano 2010. La performance è spettacolare comunque, tanto da far dimenticare anche la scarsa qualità di riproduzione.
Spero che questa piovosa puntata vi sia piaciuta, e che abbiate passato una piacevole oretta in compagnia della musica di Let it rock!
Alla prossima puntata e, per citare Prince, let love guide you!