Riceviamo e pubblichiamo.
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Scrivo per raccontare di un meraviglioso viaggio per coloro che, nelle loro intenzioni e non, volessero percorrere questo pellegrinaggio.
Siamo partiti da Vetto il 13 settembre, io Giovanni Ferrari , l’amico Inerio Salvador di Longarone, Maria Pia Baratti e la sorella Carla. Il programma di base è di raggiungere in macchina Sarria in Galizia, nel nord della Spagna, 1900 km, quale tappa di partenza del nostro cammino verso Santiago. Quindi con l’amico Inerio per cinque giorni sotto una costante pioggia e muniti di una pila per illuminare il nostro cammino e per seguire le indicazioni dei sentieri da percorrere, giorno dopo giorno camminando mediamente 23 km per giorno, giungere a Santiago. Alle nostre compagne Maria Pia e Carla, avevano il compito di precederci in macchina e fare il pernottamento per la notte, in confortevoli pensioni o piccoli e accoglienti alberghi con calde docce per smaltire nell’immediato il faticoso cammino.
Questa è in sintesi l’organizzazione, che come primo impatto ha funzionato a meraviglia, ma da rivedere dopo l’esperienza vissuta per rendere il tutto molto più funzionale e meno faticoso.
Il viaggio in macchina: è stato massacrante, tra andata e ritorno 4000 km sono troppi, anche se devo convenire che un mezzo a disposizione che ci portava avanti lo zaino di 8/10 kg ci sollevava da una doppia immane fatica.
Esiste in loco una valida scelta, per chi non possiede un proprio mezzo, con 5/6 € ci sono taxi che recapitano il tuo zaino o bagaglio alla prossima destinazione.
Con l’esperienza negativa vissuta in macchina, consiglio l’aereo, ci sono partenze a basso costo da Bergamo diretti a Santiago che prenotando con un certo anticipo si spendono poche decine di euro. In loco poi ci sono mezzi: taxi o pullman di linea che ti portano a destinazione.
Il cammino iniziato da Sarria per Santiago prevede cinque tappe: Sarria/Portomarin Km 21, Portomarin/Palas de Rei km 24, Palas de Rei/Arzua Km30, Arzua/Arco du Pino km 20, Arco do Pino/Santiago km 20 per un totale di 115 km.
Muniti della credencial, documento che accompagna il pellegrino, che serve per raccoglier tutti i “ seglios “ timbri attestanti il tuo passaggio durante il cammino.
Il nostro viaggio inizia molto presto; alle sei del mattino, con un collaudato passo di circa 3/4 km l’ora in un buio pesto e l’ausilio di una pila per illuminare il sentiero e le indicazioni del percorso, inizia da pellegrini la nostra avventura sotto una pioggia battente che ci accompagna costantemente.
In quel buio ti sembra di essere solo con te stesso, ma poi ti accorgi di altri bagliori di luce che ti seguono o ti precedono, sono altri pellegrini, partiti da chissà dove che con diverse motivazioni vogliono raggiungere Santiago.
Provengono dai più svariati paesi del mondo, in primis spagnoli, poi italiani tanti, tedeschi, francesi, statunitensi, colombiani, brasiliani, giapponesi, e molti altri, con tutti il saluto consueto è “buon cammino" o ”hola” anche con quelli in bicicletta o a cavallo.
La prima colazione riesci farla circa alle ore otto, dopo due ore di marcia, in uno dei tanti posti di ristoro situati lungo il percorso, caffè latte e una grossa brioche, poi dopo aver posto il timbro sulla "credencial" che certifica il tuo passaggio si riprende il viaggio.
Il paesaggio e semplicemente stupendo, passo dopo passo attraversi: boschi profumati di eucalipto, Campagne coltivate prevalentemente a mais, borghi antichi di rara bellezza, paesi rurali che profumano di antico, chiese e chiesette secolari, cippi e monumenti, fiumi e ruscelli, il tutto attraverso vedi e ondeggianti colline.
La cosa che colpisce maggiormente il pellegrino perché le vedi ovunque, sono le Horreo, piccole casette, in muratura o in legno, sollevate da terra, che servono per essiccare e proteggere i cereali e altri prodotti agricoli.
Quando diventa giorno ti capita spesso di scambiare qualche parola con una moltitudine di persone, molti giovani, molte ragazze, persone anziane e non ansimanti per la fatica, ma determinati a non mollare.
Il tutto è molto coinvolgente, mentalmente è molto importante, la tua fatica si trasforma in adrenalina che ti aiuta a sopportare la fatica e ti stimola a proseguire il cammino con vigore e fierezza.
L’ultima tappa pero è la più suggestiva, l’imminenza di Santiago accende il cuore e rende più veloce il passo, dopo giorni di cammino, giornate di sforzi, vesciche (chi più chi meno) dolori muscolari e, soprattutto, l’incontro fraterno con tanti amici la meta sta per essere raggiunta.
Prima dell’arrivo a Santiago, inizia la salita del monte Gozo (montagna della gioia).
Il monte Gozo è il luogo dove gli antichi pellegrini, scorgendo Santiago, ringraziano Dio con canti e preghiere.
Un ora ancora, e poi si entra nella città dell’apostolo, dopo aver attraversato la parte meno ospitale e più moderna della città e seguendo le immancabili segnaletiche si arriva finalmente nella grande piazza, dominata dalla maestosità della facciata barocca della cattedrale.
Il cammino è compiuto, l’impresa è riuscita, la paura di non farcela si è sciolta; ora è tempo di gioia, c’è posto solo per la felicità, la commozione e il ringraziamento.
Un altro impegno però ti attende prima della partenza, è l’estenuante e faticosa coda per ottenere la "Campostela", documento che attesta l’avvenuto pellegrinaggio. Si ottiene dimostrando con i timbri sulla credenziale di aver compiuti a piedi almeno gli ultimi 100 km.
Ora prima di intraprendere la lunga via del ritorno, è d’obbligo una visita a Finisterre, località sull’atlantico che per gli antichi era l’ultimo lembo di terra conosciuto, veniva chiamata anche Costa da morte, perchè anticamente nei giorni di tempesta, spesso le navi finivano per sfracellarsi sugli scogli.
Finisterre è anche famosa per gustare del delizioso pesce fresco e soprattutto i molluschi della conchiglia di Santiago, conchiglia che viene portata a casa dai pellegrini in ricordo del viaggio.
(Giovanni Ferrari )
Caro Gianni, mi complimento con te e con i tuoi compagni di viaggio; ti ringrazio delle indicazioni che hai fornito ai lettori di Redacon, sono molto utili. Da anni continuo a rimandare questo viaggio che spero di riuscire a concretizzare il più presto possibile, anche se questo mi terrà lontano dal Comune di Palanzano e dai miei impegni da Sindaco.
Peccato che da noi non si riesce a sviluppare la Via Francigena che nei secoli passati fu utilizzata da tutti i pellegrini del Nord Europa per andare a Roma.
Un caro saluto. Ciao
(Franzini Lino)
Bravi! Un bel viaggio che fa bene al fisico e alla mente.
(Davide)