Un appello anche ai sindaci della montagna. E' quello che giunto stamane dalla Cisl reggiana. “Lavoro e casa: ecco ciò che chiedono le persone colpite dalla crisi e per le quali le conseguenze vanno oltre l’aspetto economico. E’ una situazione che se accompagnata da frammentazione dei rapporti famigliari e debolezza delle relazioni sociali, rischia di sfociare in atti di disperazione e di conflittualità”. Sono state infatti le parole di Margherita Salvioli Mariani, segretaria della Cisl di Reggio Emilia, nel motivare la scelta di fare una vera e propria piattaforma da presentare ai sindaci per un confronto sul programma di mandato, dove il capitolo delle entrate sia strettamente collegato a quello degli investimenti e della spesa sociale”.
Un documento unico nel suo genere, propositivo e non rivendicativo, elaborato da tutto il gruppo dirigente della Cisl reggiana, con l’obiettivo di rilanciare benessere sociale e sviluppo economico, “superando l’immobilismo a cui assistiamo nel nostro territorio attraverso alcune scelte straordinarie e altre di lungo respiro, in un contesto ormai modificato strutturalmente.
E’ la mancanza di lavoro, il grande problema sociale da cui derivano tutti gli altri. “Ecco perché – attacca la segretaria generale - i sindaci devono assumersi la responsabilità di fare politiche industriali sul territorio, programmando obiettivi ed investimenti dedicati. Chiediamo di confrontarci sul progetto in vista di Expo 2015. E’ ingiustificato il ritardo del nostro territorio, unico in Regione a non proporre azioni concrete per sfruttare questa grande occasione di rilancio dell’economia, soprattutto avendo la Stazione Medio Padana. In pochi anni per altro siamo profondamente cambiati: con la crisi si sono persi più di 13000 posti di lavoro, più di 3000 aziende hanno chiuso. È necessario anzitutto che i Comuni siano parte in causa nella difesa dei posti di lavoro dei propri cittadini, dotandosi, anche in modo associato, di strumenti idonei a verificare la veridicità delle crisi aziendali, creando una task force ad hoc”.
Per la Cisl l’obiettivo prioritario deve diventare quello di ricreare posti di lavoro: “le istituzioni pubbliche devono creare alleanze di reciproca responsabilità sociale con il mondo produttivo, in modo da riportare sul nostro territorio pezzi di produzione portati all’estero. Inoltre è necessario che favoriscano, attraverso incentivi mirati, lo sviluppo di nuove start-up. La salvaguardia del territorio, investendo e lavorando sulla prevenzione e sul dissesto idrogeologico, può diventare altra occasione di sviluppo economico e può creare occupazione”.
“Legato al tema del lavoro, poi, vi è quello della sicurezza/legalità e della condizione lavorativa di molti lavoratori/lavoratrici, sempre più spesso in condizioni borderline, al limite della legalità – continua la Salvioli -. Bisogna rilanciare il ruolo dell’Osservatorio provinciale sugli Appalti; utilizzare i dati raccolti e messi in rete per creare una sorta di ‘black and white list’ in tutti i settori e non solo nell’edilizia. Particolare attenzione va rivolta all’ambito dei servizi socio-sanitari, essendo uno dei settori di maggiore business e quindi molto appetibile dalla criminalità organizzata”. Come “Cisl chiediamo che negli appalti pubblici, vengano applicate le linee di indirizzo regionali e provinciali, attraverso l'assunzione di clausole sociali riguardanti sia l’applicazione dei contratti nazionali siglati con Cgil Cisl e Uil, evitando la riduzione del salario dei lavoratori derivante da eventuali accordi decentrati e garantendo la salvaguardia occupazionale dei lavoratori a seguito di cambio della stazione appaltante”.
“Il calo o la mancanza di reddito ha fatto diventare la casa un problema la cui soluzione non può più essere rimandata – continua Margherita Salvioli Mariani. Nel 2013 nella nostra provincia gli sfratti sono aumentati più del 50%, con più di 800 provvedimenti emessi e più di 600 eseguiti. Per questo come Cisl, oltre ad aiutare a pagare l’affitto a chi non ce la fa più, proponiamo azioni di carattere strutturale, con interventi pubblici e privati, per rendere disponibili nel mercato dell’affitto più alloggi in locazione a canone convenzionato sociale, con l’obiettivo che gli affitti non pesino più del 30% della capacità di spesa delle famiglie. La disponibilità di alloggi può essere ricercata anche all’interno degli immobili invenduti, dell’edilizia pubblica non utilizzata (ritrutturandola perché fatiscente), dalla verifica della sussistenza dei requisiti d’accesso alle case di edilizia sociale”.
“Parliamo di persone, di famiglie – incalza la segretaria –: è cambiata non solo la quantità, ma anche la qualità dei bisogni. Nella sola Reggio Emilia le famiglie monogenitoriali sono ormai il 10% del totale. Chiediamo un fondo straordinario, con risorse pubbliche e private, da utilizzare per interventi di carattere straordinario a sostegno dei nuclei colpiti dalla crisi, destinandolo anche per far fronte al pagamento dei canoni di affitto, alle spese dei trasporti scolastici, al diritto allo studio. Anche la scuola e la formazione devono recuperare un ruolo prioritario. E’ necessario un grosso investimento sui servizi extrascolastici oltre i 6 anni per contrastare il crescente abbandono scolastico, così come bisogna garantire ai minori disabili un monte ore adeguato di educatori ed insegnanti d’appoggio, durante l’orario scolastico”.
Ma non basta. Secondo la Cisl “le politiche delle entrate, tasse, tariffe e tributi locali, non possono più seguire il criterio della linearità. L’utilizzo dell’Isee deve essere esteso a tutti i servizi e servire a sostenere coloro che hanno redditi bassi, andando anche verso la definizione di rette e tariffe individualizzate (superando gli scaglioni). Piuttosto, i Comuni si uniscano per costituire una commissione mirata al controllo delle dichiarazioni Isee. A fronte di minori risorse, le stesse devono aiutare e sostenere coloro che ne hanno veramente bisogno”.
“Episodi recenti e drammatici – continua la segreteria della Cisl - hanno messo in evidenza la necessità di avviare esperienze innovative per ricostruire i legami sociali positivi: ‘portierato sociale’, ‘infermiere di quartiere’, ‘social street’ sono già sperimentate in altri territori. Poiché la perdita del lavoro significa anzitutto perdita della propria dignità, è opportuno coinvolgere coloro che beneficiano di aiuti economici in lavori utili alla società”.
Luciano Semper, segretario della Fnp, i pensionati della Cisl, riporta la necessità di un confronto con sindaci e Ausl sulla riorganizzazione dei servizi sanitari in Provincia con particolare attenzione agli ospedali distrettuali e alle case della salute, affrontando anche il problema delle liste d’attesa per le visite specialistiche”. Luca Braggion, presidente dell’associazione dei consumatori Adiconsum, ricorda poi che “i dati della Provincia mettono in evidenza come il gioco d’azzardo e il sovraindebitamento riguardino ormai molte famiglie: occorre che le amministrazioni comunali investano risorse e creino reti contutti i soggetti pubblici e del privato sociale che nel nostro territorio se ne occupano”.
Non ultimo, un accenno sulla riorganizzazione istituzionale. Essa non è più rinviabile. “Un’attenzione particolare – chiosa la Cisl –, dovrà essere posta al sistema delle partecipate, valutandone il grado attuale di effettiva utilità e sostenibilità per il bilancio comunale in riferimento all’interesse pubblico ed agli obiettivi da perseguire”.
In merito alle Unioni di Comuni la richiesta ai sindaci è di trasferire a queste tutte le funzioni che, per ragioni di economia di scala, razionalizzazione o maggior efficacia, possono essere svolte a livello sovra comunale. “Ogni riorganizzazione e innovazione della pubblica amministrazione – interviene infine Davide Battini, segretario della Funzione Pubblica Cisl - devono veder coinvolti e valorizzati i lavoratori pubblici, tramite il confronto con le organizzazioni sindacali di categoria, trovando in una parte dei risparmi di spesa le risorse necessarie per compensare il maggiore impegno professionale richiesto”.
Conclude la Salvioli: “Ora più che mai l’istituzione pubblica deve assumere un ruolo fondamentale e inderogabile di indirizzo e di governo, non solo rispetto ai propri servizi, ma nel ridisegno di un nuovo modello di società dove il welfare e il lavoro diventino fondamento di equità e giustizia sociale. Governo che deve essere attuato attraverso un raccordo stretto e forte con tutte le rappresentanze sociali”.