La comunità parrocchiale di Vetto ha salutato in due occasioni, entrambe intense e gioiose, il suo “pastore”, don Giancarlo Denti, in procinto di lasciare la montagna, e il Vicariato “Bismantova”, per la nuova sede di Cadelbosco .
Domenica 7 settembre, dopo la S. Messa delle ore 11.15, celebrata nella Chiesa del capoluogo dedicata a S. Lorenzo, il Santo Patrono del paese, numerosi fedeli, in rappresentanza di tutta l’unità pastorale vettese, si sono ritrovati presso l’adiacente salone parrocchiale, dove il presidente pro-tempore del circolo ANSPi, Renzino Fiori, ha sobriamente ricordato i cinque anni trascorsi in quel di Vetto da don Giancarlo, ringraziandolo del lavoro svolto, per lasciare poi la parola a don Evangelista Margini, parroco di Castelnovo Monti, e infine a don Giancarlo che ha concluso questo momento con un invito alla preghiera.
Nel pomeriggio di domenica 14 settembre, il definitivo commiato è avvenuto in una Chiesa sempre gremita, dove si è recitata la preghiera di lode e ringraziamento, accompagnata da animazione musicale. (P.B.)
Un affettuoso saluto a Don Giancarlo che, in questi anni di permanenza a Vetto, ci ha saputo trasmettere il valore inestimabile della Meditazione e della Preghiera.
(Ivano Pioppi)
Un saluto a Don Giancarlo e un sentito grazie per aver avuto un riguardo particolare verso gli anziani. Speriamo che le due belle e serene domeniche di sole, quando la comunità parrocchiale vettese lo ha salutato, siano di buon auspicio per tutti.
(Angela G.)
Ringrazio Don Giancarlo, che ha arricchito gli incontri dei miei ragazzi del catechismo con la sua costante presenza, aiutando loro (e me) a comprendere l’importanza della preghiera, spesso trascurata dai giovani. Un caro saluto.
(Giorgia F.)
Se la memoria non mi tradisce la permanenza di Don Giancarlo tra la comunità parrocchiale di Vetto è durata un quinquennio, prima di lasciarla per quella di Cadelbosco, e il suo “trasferimento” di sede non è stato peraltro l’unico nella Diocesi reggiana, stando almeno alle notizie di stampa. Noi non conosciamo le ragioni per le quali lo “spostamento” di sacerdoti pare essersi fatto più frequente rispetto al passato, e non possiamo che prenderne doverosamente atto, ma ai meno giovani viene spontaneo pensare all’epoca in cui il parroco di un paese vi rimaneva per moltissimi anni, verrebbe da dire una vita intera, dopo il periodo di “noviziato” o “tirocinio”, diventando un tutt’uno con il proprio “gregge”. Per diventare punto riferimento, e di certo la figura del parroco lo è storicamente stata, occorre infatti il giusto tempo perché ci si possa conoscere-affiatare-sintonizzare, ovvero “socializzare” secondo il lessico attuale, e, tornando al passato, questo succedeva quando ogni frazione della montagna, o quasi, aveva il proprio parroco, al quale risultava quindi molto più facile, rispetto all’oggi, relazionarsi coi propri fedeli (Vetto contava allora ben sette parrocchie, ciascuna col proprio “titolare”). Queste sono semplici considerazioni, o reminiscenze, che lasciano ovviamente il tempo che trovano, come si usa dire, anche perché sono cambiati i tempi e le condizioni, ma non si possono purtuttavia ingabbiare i propri pensieri (e i propri ricordi).
(Paolo B., 16.9.2014)
Ciao, don, sarai sempre nei nostri cuori. Tornaci a trovare e speriamo che in tempi non lontani tu possa tornare sulle nostre montagne, pertanto arrivederci.
(Cris)
Grazie, don, grazie per averci insegnato a stare davanti a Gesù senza guardare l’orologio. Grazie per le sue benedizioni speciali. Grazie per aver testimoniato la gioia della fede vissuta.
(Maria Pia)
Un saluto particolare a Don Giancarlo dalla Compagnia Dialettale di San Vitale (Carpineti) che sarà ben lieta, se lo desidera, di venire a far divertire la comunità di Cadelbosco. Buon lavoro!
(Compagnia di San Vitale)
Mi ha aiutato moltissimo attraverso le messe di liberazione. Per me rimane un punto di riferimento per chi, come me, ha avuto bisogno di grazie.
(Valerio Toscano)