I ladri che colpiscono nell'alto Appennino hanno una modalità d'azione differente da quelli della media montagna. L'ultimo colpo sul quale sono al lavoro di carabinieri della Caserma di Collagna, in raccordo con il Comando compagnia di Castelnovo, lo dimostra. Già lo scorso 4 settembre i manigoldi si erano introdotti all'interno di cinque abitazioni con i proprietari all'interno (mentre a Valestra i soliti ignoti cercano di intrufolarsi nelle abitazioni ritenute vuote) e, in un caso, un signore accortosi di quanto stava accadendo si è chiuso in camera restando in attesa dell'arrivo delle forze dell'ordine. Questa volta ad essere prese di mira sono state due abitazioni limitrofe a Cervarezza nella notte tra venerdì e sabato. In un caso, senza successo, nell'altro con un bottino considerevole. I carabinieri al comando del maresciallo Arioni, infatti, stanno compiendo indagini per risalire a chi nottetempo è riuscito a rubare una fiammante Audi, Rolex e ori dalla casa di un facoltoso imprenditore del posto.
In raccordo coi militari è il sindaco Daniela Pedrini: "Sono stata informata subito dell'accaduto e la prima cosa che mi sento di dire ai cittadini è quella di mantenere la calma. Come amministrazione siamo già in contatto con gli altri sindaci della montagna e, in particolare, intendiamo dotare il nostro comune di un sistema di videosorveglianza nei luoghi strategici. Però stiamo anche predisponendo un avviso pubblico nel quale rimarchiamo l'invito a collaborare con le forze dell'ordine, a segnalare loro i movimenti sospetti ma, anche, a essere disposti ad adottare comportamenti maggiormente improntati alla sicurezza".
Il sindaco si riferisce, infatti, all'usanza - un tempo diffusa in tutta la campagna, ora soprattutto nelle case a più alta quota - di lasciare le chiavi sulla porta di casa o al non chiudere gli infissi la sera. "I cittadini, per la loro sicurezza, dovranno adottare atteggiamenti più prudenti e, quindi, soprattutto la sera a chiudere adeguatamente la propria abitazione". Un piccolo sacrificio a favore della giusta incolumità.
Da segnalare, infine, che da un'analisi statistica dei furti denunciati si stima una recrudescenza di questi del 10% su base annua sul territorio appenninico. (G.A.)
L’isola felice che era la nostra montagna non c’è più. Nulla da paragonare ancora con le città, per fortuna, ma il quieto vivere montanaro è finito. Per limitare i furti, o per lo meno farli tribolare di più, è necessario investire sulla sicurezza, cosa che da noi non è stato fatto, se non a parole! Bene le telecamere, ma da subito e magari qualche divisa in più in giro non sarebbe male. Tra l’altro Busana è l’unico Comune della provincia ad non avere nè Polizia municipale nè Carabinieri.
(Alex G)
Mi raccomando, cari Sindaci, tutto dopo… un po’ di prevenzione non guasterebbe.
(Cittadino)
Quanto ad usanze non so cosa avvenga precisamente nei Comuni del crinale, ma nella zona più a valle della montagna l’abitudine di lasciare le chiavi sulla porta di casa, o di non chiudere gli infissi la sera, è tramontata da un pezzo (insieme, purtroppo, ad altre buone consuetudini del passato) e purtuttavia non sembra aver dato i risultati sperati, stando almeno alle notizie di stampa. L’invito ad adottare comportamenti di massima prudenza, da parte di noi cittadini, torna ovviamente sempre utile, anche perché qualcuno potrebbe ancora illudersi di poter vivere come una volta, pur se ormai siamo un po’ tutti “disillusi” al riguardo, ma non vorrei che tali raccomandazioni fossero anche un modo soffice e garbato per lasciar intendere che di fronte al fenomeno furti la prima e principale difesa resta quella di “blindare” la propria casa, come forse avveniva tanti secoli fa per tutelarsi contro le scorribande dell’epoca. Spero vivamente di sbagliarmi, perché se così fosse verrebbe da interpretare la cosa come un atto di impotenza e di scoraggiante resa di fronte alla illegalità e perché saremmo sempre nel dubbio che la “blindatura” da noi adottata non sia adeguata e sufficiente, col continuo timore, dunque, di veder casa nostra “violata” e derubata.
(P.B.)
Ognuno dovrebbe essere padrone di lasciare le chiavi sulla porta di casa o sulla vettura senza che qualcun altro sia invogliato a delinquere. A parer mio ci vorrebbero pene severe e soprattutto certezza della pena. E se il reato è commesso da uno straniero, dopo avere scontato la pena, espulsione dal suolo italiano.
(Luca)
Mah, non credo che nell’occasione di questo o altri furti le abitazioni in oggetto avessero le chiavi sulla porta e gli infissi aperti. Bene la videosorveglianza, ma ancor meglio sarebbe un controllo accurato sugli stranieri presenti sul territorio e su quelli di passaggio.
(Ic)
Prima si rubava nei pollai, ora si ruba nelle case. Sono troppi i cittadini che circolano nottetempo indisturbati, individui che hanno necessità di vivere al di sopra delle loro capacità economiche perchè attratti da una società edonistica. Ebbene, un po’ più controlli non guasterebbero insieme a più accortezza nel chiudere bene gli infissi. La montagna non vive più di montanari schietti e coesi, ma anche di intrusi provenienti da ogni parte del mondo. Ed allora adeguare la sorveglianza ai tempi che viviamo credo che sia la parola d’ordine per tutti.
(Bruno Tozzi)
non credo che debbano essere additati solo gli stranieri come probabile causa dei furti che stanno aumentando. Mentre credo che sia molto utile il consiglio che ha dato il Sindaco Pedrini, ossia quello di prestare molta più attenzione.
Vero è che “dover prestare molta più attenzione” testimonia una perdita di libertà che evidentemente questa epoca porta con se.
Videosorveglianza, prudenza, stare più in guardia.. sono tutte cose che evidenziano un peggioramento della situazione.
La mancanza poi di disponibilità economica per un incremento proporzionale della vigilanza pubblica, che certamente si sta prodigando comunque al massimo nonostante le sempre minori risorse, è un altro aspetto molto negativo di questi tempi.
Io credo che fra le varie forme di volontariato convenga considerare anche quella della vigilanza, senza tabù ideologici in materia: bisogna anche arrivare ad attualizzare i rimedi ai problemi.
Non si tratta di pensare a delle “ronde”, ma di pensare ad atteggiamenti più solidali, meno indifferenti e molto partecipati da parte di tutti.
Le pubbliche amministrazioni possono senz’altro favorire delle iniziative in merito; e penso che lo faranno nei limiti delle attuali possibilità finanziarie che sono praticamente state azzerate, ma penso anche che queste possano concretizzarsi solo se si attiverà il necessario grado di partecipazione e di costanza da parte di tutti noi cittadini, come se non solo “casa nostra”, ma l’insieme di tutte intorno a noi sia tenuto d’occhio con la stessa attenzione.
(Marco Leonardi)