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Furti a Valestra, l’intervento del sindaco di Carpineti Tiziano Borghi

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Contatti costanti fra il sindaco di Carpineti Tiziano Borghi e la Prefettura di Reggio Emilia per ragionare sui numerosi furti avvenuti nelle scorse settimane nella zona di Valestra e sulla forte tensione degli abitanti. Non si ferma il lavoro dell’Amministrazione comunale in questa fase di preoccupazione e di amarezza per tutto il territorio. Il primo cittadino carpinetano ha parlato a lungo con il prefetto Antonella De Miro (che peraltro a breve lascerà l’incarico per passare a Perugia), così da confrontarsi e pianificare attività anche in questa fase, per portare la discussione sul tema al tavolo di un comitato apposito.

Oltre che con le autorità di pubblica sicurezza il problema sarà discusso nell’Unione dei comuni dell’Appennino reggiano, nel corso della prossima giunta.

Borghi si rivolge poi agli abitanti per rasserenarli. “I cittadini della valle di Valestra e di Carpineti non devono sentirsi soli perché, come più volte testimoniato da loro stessi, le istituzioni sono al loro fianco. Devono continuare a collaborare in forma egregia come hanno fatto fino ad ora, con le forze dell’ordine, tenersi in contatto e continuare a segnalare atteggiamenti e mezzi sospetti”, scrive il sindaco. Borghi poi chiede di stemperare le tensioni: “ Questo però non vuol dire che devono eccedere in ronde e pattugliamenti del territorio perché, come hanno modo di costatare costantemente, lo fanno già in modo eccellente i nostri carabinieri. Occorre quindi astenersi da qualsiasi interferenza operativa con l’operato delle forze dell’ordine”.

Anche perché, ricorda, “oltre a rappresentare un pericolo per i cittadini stessi, potrebbe creare confusione con conseguente vantaggio per i malviventi”.

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4 COMMENTS

  1. Bravo signor Sindaco, sono con Lei! Io penso che nessuno debba e possa mai sostituirsi alla “mano forte dello Stato”, abbiamo persone preposte a svolgere compiti istituzionali ben definiti. Ma i cittadini non devono sentirsi “abbandonati in balia dei delinquenti”. Chi è preposto a presidiare il territorio dia garanzie alla cittadinanza; non possono e non devono, i singoli, essere portati a cercare una giustizia autonoma. Devono essere le istituzioni ad intervenire.

    (Davide Negri, Carpineti)

    • Firma - davidenegri,Carpineti
  2. Belle parole ma forse c’e qualcuno (vedi sig. Negri) che non si è reso ancora conto che a forza di tagli e sprechi la mano “forte” dello Stato non è più così forte. Non dico che le ronde siano la soluzione, ma se a vigilare (senza intervenire) siamo in 20 invece che i soli 2 carabinieri di pattuglia sicuramente è meglio.

    (Alex)

    • Firma - Alex
  3. Le parole del Sindaco sono ineccepibili, ma se il problema verrà “discusso nell’Unione dei comuni dell’Appennino reggiano, nel corso della prossima giunta” significa che la questione furti e sicurezza ha ormai assunto natura e dimensioni tali, sul territorio montano, da dover destare preoccupazione, ed è quindi comprensibile lo stato d’animo (e anche la’”esasperazione”) delle zone più bersagliate. E’ certamente importante non “sentirsi soli” ed avere le istituzioni “al proprio fianco”, ma di fronte al persistere del fenomeno viene da pensare che siamo sempre più esposti e può così prevalere da un lato lo scoramento e il fatalismo, oppure, per converso, la voglia di saper reagire (ovviamente in maniera lecita e “difensiva”, perché la nostra gente non pare affatto nutrire intenti “bellicosi”). I pattugliamenti del territorio, da quanto leggo, si configurano come una forma di integrazione-collaborazione con le forze dell’ordine e mi sembrano quasi una riedizione del “controllo sociale” che avveniva un tempo nei nostri paesi e borghi, quando tutti si conoscevano e se arrivava un “estraneo” lo si “teneva d’occhio”, per poi avvertire semmai le autorità se qualcosa poteva insospettire. Poi è giunta un’epoca in cui, per ragioni varie, si è preferito “badare ai fatti propri”, il che per un verso è certamente più giusto e meno “invadente” e rispettoso della privacy, ma nel contempo ha fatto venir meno, o ha quantomeno indebolito, il “controllo sociale” del territorio e pure lo spopolamento delle nostre campagne non è stato al riguardo ininfluente e, di conseguenza, ci sarà forse bisogno di ripensare in qualche modo i nostri “modelli sociali”, senza doverli comunque stravolgere.

    (P.B.)

    • Firma - P.B.
    • Caro signor “P.B.” finalmente un’analisi non superficiale, la sua. Quando lei propone di rivedere i nostri modelli sociali mi trova molto d’accordo. Penso però che alla base di una nuova azione di contrasto della offensiva delinquenziale in atto occorra vincere la paura, sia da parte dei singoli, che delle collettività, che delle istituzioni. I delinquenti contano su ciò per proseguire nel loro mestiere. Noi dobbiamo dimostrare la stessa loro decisione nel tutelare il nostro vivere civile.

      (Caterina Cagni)

      • Firma - CaterinaCagni