Riceviamo e pubblichiamo
-------
E con Villa Minozzo sono diventati 38. Trentotto delibere consigli comunali e giunte di altrettanti comuni, da 5 province per oltre centomila abitanti e 220 mila ettari di territorio : i sentieri, i pascoli, le nevi, i boschi del crinale; i groppi e gli "schiocchi; le foraggere di media collina d'Emilia, i terrazzamenti per il farro, per gli ulivi , il miele, la vite, la frutta di Lunigiana e Garfagnana; borghi semi abbandonati e paesi ancora fiorenti; alcuni centri direzionali con servizi scolastici, sanitari commerciali, professionali di qualità.
L’Appennino che si candida all’UNESCO fa centro sul Crinale e sulla sua eccellente bio-diversità, sulla sua qualità dell’aria e del paesaggio, sul suo buon vivere.
Si presenta come un’area rurale di qualità che, passata la sbornia del fordismo nel lavoro e nella cultura, vede nel proprio territorio, grande e diverso, la vera fabbrica.
La fabbrica del reddito, del lavoro, dei servizi ambientali, dell’energia, dell’abitare, del relazionarsi, dello scambiare. Fabbrica anche di cultura,di modelli di lavoro e impresa plurifunzionali, di stili di vita legati al luogo e alle stagioni. Finalmente senza subalternità.
UNESCO MAB non è una banca e non è un ente pubblico. È una visione coesa, orgogliosa, memore dell’antico e consapevole del moderno, ma soprattutto convinta del valore dell’Appennino nel mondo di oggi, nel mondo globale; Appennino che si confronta con l’Agenzia Mondiale dell’educazione, della scienza, della cultura.
Una "vision" di per sé non sposta nulla, ma può avere la forza delle idee che camminano sulle gambe di molte persone.
Idee che confrontandosi si approfondiscono, si rafforzano, si sviluppano, entrano in osmosi: un credo laico e appassionato, nelle potenzialità di un territorio d’ Appennino che smette di piangersi addosso e si “candida” a competere sui valori, sul sapere, sul fare.
Le 350 pagine del "form" di candidatura sono ancora da perfezionare, da studiare, ma sono già la traccia delle 1000 cose che si devono fare per uscire dalla stagnazione e non siamo affatto certi che basteranno 1000 giorni. Di una cosa però siamo certi: ne in Europa, né in Italia,né in Appennino nessun "governo" ce la farà da solo.
I popoli, la gente, le comunità locali, le imprese, i giovani, in democrazia non sono sudditi beneficiati o sfruttati da governi buoni o cattivi. Sono cittadinanza, soggetti responsabili, soggetti che come direbbe Amartya Sen hanno “la capacitazione”, cioè la possibilità e la forza di provvedere a se stessi armandosi di idee e volontà.
L’ Appennino tosco Emiliano sta riorganizzando il suo assetto istituzionale. Unioni e fusioni di piccoli comuni, per essere più efficienti, ma anche più rappresentativi. Sta anche armandosi di idee e programmi e valori per affrontare il mare aperto della competizione economica culturale e sociale italiana e mondiale. Che tutte le rappresentanze democratiche del territorio in primis i Sindaci, i consigli comunali, maggioranze e minoranze, abbiano detto "sì"è un segno importante e inequivocabile. Con MAB UNESCO il Parco Nazionale ha proposto ricerca e sviluppo allargati a tutto l'Appennino. Sul territorio-fabbrica l'innovazione non scende dal cielo, non si predica e non si invoca, si fa !
Fausto Giovanelli
Pres Parco Naz Appennino Tosco Emiliano
Ma che bella favola, ma ci sarà ancora chi ci crede?! Somiglia un po’ a quella che si raccontava qualche anno fa, quella del Parco, ricordate?
(Antonio Manini)
Ne mancano ancora sei e poi li mettiamo in fila con il resto di due.
(MV)