Home Cronaca Compensi d’oro ai vertici delle associazioni? La denuncia di Fabio Filippi

Compensi d’oro ai vertici delle associazioni? La denuncia di Fabio Filippi

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“Gli artigiani rappresentano un ingranaggio fondamentale della macchina economica della nostra regione, la crisi, specie quella edilizia, ha colpito questo settore più di altri". A denunciarlo è il consigliere regionale Fabio Filippi che afferma: "L’associazione di categoria più importante del settore, la CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa), pare sia più impegnata alla salvaguardia dei propri privilegi che a perorare le cause del mondo dell’artigianato, preoccupandosi maggiormente della consolidamento delle posizioni di vertice e della tutela dei compensi d’oro riservati ai dirigenti dell’organo". Il direttore di questa categoria è il castelnovese Fabio Bezzi, marito della presidente della Provincia, Sonia Masini.

"Attraverso un’interrogazione regionale ho chiesto alla Giunta - prosegue Filippi - di analizzare le disparità presenti nel settore: i sacrifici non li devono fare solo gli artigiani, ma anche i dirigenti delle associazioni di categoria, delle varie Coop, i burocrati i politici ed altre categorie garantite.” A dichiararlo è il Consigliere regionale Fabio Filippi di Forza Italia".

“Molti artigiani, in questa fase, faticano – aggiunge Filippi – a far quadrare i conti, mentre i vertici percepiscono stipendi per nulla sfiorati dalla crisi. Agli associati va garantita massima trasparenza, hanno il diritto di conoscere l’entità dei compensi, compresi i vari benefit, riservati ai loro rappresentanti.

La Regione Emilia-Romagna deve invece accollarsi l’onere di appianare queste differenze riservate a molti dirigenti di associazioni e di Cooperative, di contrastare privilegi palesi, pretendendo la pubblicazione dei tabulati con indicati i compensi dei vertici della Confederazione e della cooperazione.

Credo sia percorribile per molti dirigenti, per onestà nei confronti dei loro associati, la rimodulazione  dello stipendio.”

11 COMMENTS

  1. Non sarà mai reso pubblico il dato del compenso percepito, ma è ora di finirla con questi incarichi da “corporazioni medioevali”. “Indipendentemente dalle diversità e dal coinvolgimento politico più o meno profondo, il compito primario di ogni corporazione era la difesa del monopolio dell’esercizio del proprio mestiere e chi lo praticava.” Vedete voi.

    (Alfeo Cassinadri)

    • Firma - AlfeoCassinadri
  2. Il “pulpito”, la “trave”, ecc., sono tutte espressioni legittime, ma pure abbastanza o troppo generiche e di questo passo nessuno potrà mai esprimere un giudizio, o sollevare questioni varie, atteso che potrà sempre trovare qualcuno che gli dice di guardare innanzitutto in casa propria (sto ovviamente estremizzando il concetto, ma mi serve per rendere l’idea). Su temi del genere, peraltro molto “caldi” ed attuali, soprattutto quando investono personalità note, ci stanno senz’altro anche le battute, ma occorrerebbe poi aggiungere qualcosa in più, nel senso che, ove le osservazioni del Consigliere regionale fossero ritenute immotivate e fuori luogo, da parte degli interessati o chi per loro, andrebbero respinte e confutate con dati ed argomentazioni (e semmai facendosi anche dare precise notizie circa la rimodulazione riguardante i Consiglieri regionali, per stare alla domanda posta da un altro commento). In buona sostanza e per concludere, a me pare che senza argomentazioni e dati, nei sopraddetti termini e sempre che gli interessati siano intenzionati a rispondere, non si potrà sapere se la questione posta dal Consigliere regionale sia o meno fondata.

    (P.B.)

    • Firma - P.B.
  3. Riformulo, visto che non pare essere chiaro. I tagli sono necessari, ma anche il pulpito da dove si richiedono deve essere soggetto a tali modifiche, un bel tetto realistico e morale sarebbe utile per ogni livello di impegno pubblico o parzialmente pubblico, un massimo di 5000 euro mensili per qualsiasi carica elettiva a qualsiasi livello per poi scendere in base alle responsabilità oggettive, senza più rimborsi spese, più o meno nascosti, senza più sotterfugi o obblighi a passare parte della propria remunerazione al partito di turno; uno stipendio come qualsiasi dipendente pubblico, visto che credo sia possibile vivere dignitosamente con quella cifra anche fuori sede per il tempo necessario, in ogni attività legata alla Cosa comune. Se uno vuole fare soldi che si impegni in un’attività imprenditoriale e ci metta del proprio.

    (Corrado Parisoli)

    • Firma - CorradoParisoli.
  4. Pulpito o non pulpito, la predica è giusta e attuale. Sembra che sia più facile ridurre i compensi ai parlamentari che quelli dei capi delle grandi Coop e partecipate varie, che se almeno servissero a realizzare il dettato costituzionale che le riguarda, ci sarebbe del bene per tutti e invece…

    (Marco Leonardi)

    • Firma - marco leonardi
  5. L’idea di mettere un tetto alle retribuzioni o indennità delle cariche elettive, ossia di chi ricopre un ruolo di impegno pubblico o parzialmente pubblico – usando le parole del penultimo commento – può essere condivisibile per più di un motivo, ovviamente con i naturali e ragionevoli distinguo ma qui il discorso ci porterebbe lontano. Al momento si tratta comunque di un auspicio, o al massimo di una proposta, e potrà semmai valere per il futuro se una tale linea dovesse prendere corpo, mentre oggi noi dobbiamo ragionare con la situazione data, e in ogni caso sono personalmente dell’avviso, come principio generale, astraendo cioè dal caso in questione, e lo sottolineo – che chi si trova a ricoprire incarichi di vertice, che sono innegabilmente e consapevolmente quelli più “esposti”, quando fosse oggetto di contestazioni e critiche di natura per così dire “politica”, piuttosto che indignarsi dovrebbe controbatterle con altre e proprie ragioni (mi sembra l’inevitabile prezzo della “notorietà” e delle posizioni “alte”).

    (P.B.)

    • Firma - P.B.