Riceviamo e pubblichiamo.
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Lunedì sera si è tenuta una riunione pubblica della lista civica "Progetto per Castelnovo ne’ Monti". Abbiamo presentato in questi pochi mesi di legislatura un totale di 2 mozioni e 4 interpellanze su temi quali la sicurezza dei cittadini, le preoccupazioni sul futuro del nostro Ospedale Sant’Anna, sulla raccolta differenziata porta a porta, sulla ristrutturazione dei servizi sanitari (ed il rifacimento dell’ex fabbricato igiene pubblica). Ne abbiamo altre in programma per il prossimo consiglio comunale ed alla ripresa dei lavori stiamo preparando un incontro pubblico aperto per presentare il lavoro svolto e per ascoltare i suggerimenti e i progetti, per condividere le nostre proposte per il bilancio comunale, sia per l'aspetto economico che di programmazione. Il nostro lavoro poi continuerà sui temi che da subito sono stati considerati prioritari per il gruppo: partecipazione, trasparenza e condivisione delle scelte amministrative continuano ad essere le nostre linee guida su cui ci muoveremo in consiglio comunale, continuando il lavoro per cui ci siamo candidati, alternativi sia alla maggioranza che al Movimento 5 stelle, ma sempre nell'interesse di Castelnovo e del "bene comune". Alcuni temi li riportiamo da subito all’attenzione dell’Amministrazione. A partire dalla sicurezza: sappiamo che ancora in queste ore ci sono alcuni nostri concittadini che sono stati colpiti dall’ondata di furti, che non si è ancora conclusa. Sollecitiamo quindi lo sviluppo del progetto che prevede l’installazione di sistemi di sorveglianza come telecamere in alcuni punti “strategici” del paese. In merito all’Ospedale Sant’Anna, nonostante le rassicurazioni del sindaco fornite in risposta alla nostra interpellanza ci giungono ancora notizie di servizi che vengono ridimensionati, come il soggiorno breve che in estate è chiuso, il quasi completo trasferimento delle attività di analisi e laboratorio, e alcune notizie preoccupanti sulla tenuta dei posti letto di terapia intensiva cardiologica. Non vogliamo assolutamente fare allarmismo su questi aspetti, ma sollecitare il lavoro di monitoraggio quotidiano sulla situazione dell’ospedale.
A settembre infine intendiamo promuovere un incontro con tutte le associazioni di categoria ed anche del volontariato per valutare insieme le loro aspettative ed i loro bisogni.
(Robertino Ugolotti, capogruppo "Progetto per Castelnovo ne’ Monti")
Se con soggiorno breve s’intende la degenza breve chirurgica/ortopedica, segnalo che questo succede anche al Santa Maria Nuova, dove nei mesi estivi, per le ferie dei professionisti, c’è una riduzione degli interventi programmati. E’ invece importante informarsi se, come spesso si è prospettato, si stiano portando una o più specialità chirurgiche al Sant’Anna, ovvero inteventi programmati svolti da professionisti esperti che ruotano sul Santa Maria, ma che vengono svolti a Castelnovo per diminuire la lista d’attesa e offrire una qualità assistenziale che nel grande ospedale può mancare, per l’elevato numero di pazienti, anche critici. Si vedano ad esempio gli interventi di otorinolaringoiatria pediatrica, che portano molte famiglie della bassa a scelgliere di far operare il proprio bambino al Sant’Anna, proprio per l’ambiente più tranquillo e il numero limitato di posti letto che favoriscono un’assistenza qualitativamente superiore (presenza costante ed assidua del personale) e altrettanto sicura in termini di sorveglianza post operatoria, con professionisti formati ad hoc e la garanzia di essere operati e seguiti fino alla dimissione del professore che opera anche a Reggio Emilia. Così come la riabilitazione cardiologica, fino ad ora fiore all’occhiello dell’ospedale, che deve non solo essere mantenuta ma anche potenziata. E l’incremento di interventi ginecologici, favorito proprio dalla presenza di due professionisti di indubbia capacità. Ecco su cosa bisogna puntare: Sant’Anna è un ospedale di primo livello che deve garantire il primo approccio all’emergenza, con professionisti in grado di valutare il caso e determinare se può essere gestito correttamente e in sicurezza a Castelnovo oppure necessità di essere dirottato su Reggio o Parma. E le persone devono capire che un trasferimento non è un “fallimento” o un’incompetenza dei professionisti, ma una metodica corretta e di protezione della persona bisognosa di cure! Poi deve diventare “la piccola clinica”, ove non si fa l’intervento di chirugia maggiore, ma qualche tipo di intervento che chirurghi esperti possono garantire di farlo “bene” e in sicurezza anche qui, ove non si opera a cuore aperto, ma si garantisce un’ottima riabilitazione cardiologica, ove non nascono 10 bambini al giorno, ma anche quell’unico al giorno nasce in benessere, e la mamma e il papà sono felici di essere magari in una camera singola e che i nonni non debbano farsi un’ora di macchina. A Castelnovo non si può e non si deve voler fare tutto, ma quello che si fa (poco? tanto?) occorre farlo bene, la gente deve venire e non scappare. E ciò si può fare solo con una politica di formazione continua e rotazione del personale, dove alcuni andranno “a farsi un po’ di esperienza nel grande ospedale” e altri”saliranno” per portare l’esperienza del grande ospedale nel piccolo ospedale. Il tutto in un ottica di sicurezza. E poi il Sant’Anna è la più grande azienda della montagna che da lavoro a un gran numero di “montanari”. Se chiudono o ridimensionano dei reparti, trasferendo il personale, quanto pensate che ci mettano queste persone a trasferirsi il più vicino possibile a dove lavorano? Perchè ci vuole una bella costanza a farsi chilometri e chilomentri in macchina dopo aver lavorato 10 ore di notte. Quindi prima di denigrare il nostro ospedale, pensiamo bene che avercelo aperto, funzionale ed efficiente, è un tornaconto non solo per la salute di tutti noi, ma anche per l’economia e la vita della nostra montagna.
(Barbara R.)
Le parole con cui chiude il commento Barbara R., se non le abbiamo intese male, nel qual caso ci scuseremmo fin da subito, lasciano trapelare una certa insofferenza verso chi, dal versante non sanitario, continua ad occuparsi e a preoccuparsi delle sorti del nostro Ospedale. Un tempo il S.Anna insieme alla Usl montana, aveva una gestione del tutto autonoma e ciò rappresentava una sicurezza e garanzia per il suo futuro. Poi sono intervenute modifiche organizzative, che i partiti e i corpi sociali della Montagna hanno seguito passo dopo passo, senza preconcetti ma sempre con molta attenzione, guardandosi nel contempo dall’entrare nelle questioni di più stretta pertinenza sanitaria. A noi pare che le funzioni di “controllo” esercitate dalla politica e da altre entità sociali debbono continuare nei termini che dicevamo e anzi dovremmo essere orgogliosi che la comunità montanara, attraverso i suoi rappresentanti, abbia così tanto interesse per il suo ospedale, proprio perché ne riconosce la vitale importanza sul piano della salute ma non solo, senza strumentalizzazione nè tanto meno denigrando il prezioso lavoro che esso comporta per la popolazione montana e non solo.
(Robertino Ugolotti – capo gruppo progetto per Castelnovo)