Ci sono delle piccole casette nel bosco. E' l'antico borgo di Corniana di Caneto di Palanzano, nelle valli dei cavalieri. Dopo il lungo letargo invernale, in questi giorni vicini al Ferragosto, anche i più piccoli e sperduti paesini delle terre alte vivono il loro momento di gloria: in una babele di dialetti si possono ascoltare il parmigiano, il reggiano, il modenese, lo spezzino, il carrarino, il massese, il genovese, il milanese che quasi sembra di essere in una metropoli. Ogni occasione è buona per festeggiare e il tempo incerto aiuta ancora di più a mettersi a tavola con gli amici di contrade lontane ma che ogni anno, cascasse il mondo, tornano a respirare "l'aria di casa mia" raccontando agli amici montanari cosa hanno fatto durante il resto dell'anno. Sono giorni di festosa allegria in montagna e di grande spensieratezza, dove tutti si lasciano abbracciare dalle calde folate di vento marino che scendono dal passo del Lagastrello. E' davvero arrivato Il Marino. Peccato che stando alle previsioni durerà poco. Ma per l'intanto che inizino le danze: ogni paese una sagra, una festa, una ricorrenza da festeggiare, un motivo per fare baldoria di certo non può mancare. Vita dura per i preti: sono pochi e devono macinare chilometri e chilometri per garantire ai valligiani di festeggiare degnamente la loro sagra. Il problema è che le sagre in questo periodo nascono come i funghi. Per la calma bisognerà aspettare settembre quando la vita montanara tornerà alla sua tranquillità. Ma per tutti rimarrà il bel ricordo di un'altra bella estate passata in compagnia dei loro amati monti. Nonostante il maltempo basta un buon bicchiere di vino e quattro fette di torta fritta, come chiamano il gnocco di là dall'Enza, per appagare i sensi e dimenticarsi della malinconia autunnale che ci accompagna ormai da troppo tempo. E sulle arie di "Romagna mia" il sorriso torna ad affacciarsi sulle facce delle persone impegnate a scatenarsi al ritmo della canzone popolare nella piccola balera improvvisata di un paese delle terre alte.