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Discarica di Poiatica / L’ultimo sopralluogo di Arpa raccontato da altra angolazione rispetto al comunicato ufficiale emesso

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Foto 1. Ore 11,22, rilevamento zona sud, perimetro esterno discarica, geiger Gamma Scout 0,19 micro-Sievert pari a 190 nano-Sievert/ora, Automess con sonda, 113 nano-Sievert/ora

Si è svolto martedì 15 luglio scorso, dalle 11,05, il secondo sopralluogo di Arpa, presenti ben sei tecnici, tra i quali anche il direttore dell’Arpa di Piacenza, dott. Giuseppe Biasini, il direttore CTRra Roberto Sogni, il sovrintendente Angelo Verdolotti con due agenti del Corpo forestale dello Stato, il neosindaco di Carpineti dott. Tiziano Borghi, l’assessore all’ambiente di Toano Danilo Redeghieri, un consigliere di Carpineti, una rappresentante dei comitati "Ecologicamente" e "Fermare la discarica" e Alessandro Davoli, ex consigliere capogruppo di Castelnovo ne' Monti e della Comunità montana dell’Appennino reggiano (quattordici persone in tutto). E' quest'ultimo l'autore del contributo che segue.

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Solo un esperto, Annibale Gazzola, tiene in mano un geiger, Automess 6150 AD6 dotato di sonda esterna, già utilizzato a marzo; l’altro strumento impiegato nella precedente visita, Automess Szintomat 6134, che non ha certificazione, oggi non verrà utilizzato. Il neosindaco Borghi, rivolto a me, mette subito in chiaro che non è ammesso alcun contraddittorio.

Con mancanza di rispetto per il ruolo, dal neosindaco Borghi è stato impedito l’ingresso nella discarica Iren sia ad Antonio Manini, GGEV, consigliere di Toano e dell’Unione dei comuni, sia ai due giornalisti inviati dal quotidiano "Prima Pagina" di Reggio Emilia.

S’inizia all’entrata del deposito, per uscire subito dopo senza prendere alcuna misura all’interno, “l’abbiamo già fatto a marzo”, sostiene un tecnico, e mi dice che vogliono solo ribattere i luoghi lungo il perimetro esterno, quelli che io avevo misurato con valori anomali il 22 giugno e poi il 9 luglio scorsi, assieme all’esperto di radioprotezione ing. Achille Cester.

Una prima misura, a partire da un fossato a sud, dove ristagna dell’acqua, proseguendo per la strada di servizio perimetrale, evidenzia valori più elevati del fondo ambientale registrato da Arpa nella prima relazione dell’11 marzo scorso. I due strumenti affiancati, quello di Arpa e il mio geiger Gamma Scout, registrano valori discordanti (foto 2).

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Foto 2. Ore 11,05, il mio geiger 0,18 micro Sievert pari a 180 nano-Sievert, geiger Arpa 109 nano-Sievert
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Foto 3. Perimetro est, ore 11:37, geiger Arpa 129 nano-Sievert, mio geiger 0,24 micro Sievert, pari a 240 nano-Sievert/ora

La serie di oltre 70 foto da me scattate dimostra ben altro. Fondamentale è notare come si svolge il sopralluogo: mentre io prendo fotografie dei quadranti degli strumenti, Annibale Gazzola, l’unico tecnico Arpa con geiger, si accorda di volta in volta con il direttore Roberto Sogni, il quale scrive su un taccuino i valori; “scrivi da 120 a 130”, “no, metti da 115 a 130”, ecc. A parte Gazzola e il sottoscritto, nessun altro, non gli agenti della Forestale, non il sindaco Borghi o i due assessori e neanche gli altri quattro tecnici Arpa, nessuno controlla i dati.

Lo ripeto perché questo è elemento di estrema importanza per comprendere come si sono svolte le misure “tecniche” di Arpa: delle quattordici persone intervenute solo Annibale Gazzola e lo scrivente controllano visivamente il quadrante del contatore geiger.

La procedura adottata da Arpa non prevede riscontri oggettivi, foto del quadrante con geo-localizzazione o successiva pubblicazione del file nella memoria dello strumento. Quando la sonda esterna viene tolta, il geiger di Arpa misura la stessa radioattività del mio geiger (foto 4).

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Foto 4. Ore 11,56, contatore geiger Arpa senza sonda esterna, misura sul punto la stessa radioattività del mio Gamma Scout

Come si vedrà ho fotografato il quadrante del loro strumento anche nel caso di una misura, 152 nano-Sievert/ora. Val la pena di sottolineare che nella prima relazione solo in un caso isolato avevano “dichiarato” un valore massimo di 135.

Altra stranezza: non hanno un gps, così che quando mi chiedono di portarli nei punti indicati dalle mie fotografie e localizzati con latitudine e longitudine mi trovo in imbarazzo, perché arriviamo all'incirca sul posto e non perché io sia improvvisamente smemorato ma perché risulta impossibile riconoscere i luoghi.

Ampi lavori di rimaneggiamento del piano della ex-cava sono stati eseguiti con caterpillar enormi, tutto il profilo del perimetro esterno è stato ampiamente modificato, qui hanno scavato una profonda trincea, là hanno portato decine e decine di metri cubi di terra, ricoprendo tombini e fossati, più avanti ancora hanno tolto la terra e scavato una fossa profonda tre metri; e così via. I valori della radioattività sono quindi scesi dove hanno ricoperto con terra: c’è da stupirsene?

Ora, nelle poche aree che ho avuto occasione di misurare nelle visite precedenti, all’interno della discarica, i valori non erano eclatanti, al massimo 200-240 nano-Sievert. Qualunque materiale radioattivo sotterrato è appunto sepolto sotto decine di metri di rifiuti urbani e strati di terra. Anche la radioattività gamma viene schermata dai rifiuti e dallo spessore della terra, compressa da enormi compattatori.

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Foto 5. Ore 12,04, altitudine 368 metri slm, il contatore geiger di Arpa misura 152 nano-Sievert

Quando Carmine Schiavone, il primo pentito di camorra  del clan dei Casalesi, organizzazione criminale mafiosa legata a "Cosa nostra", parla delle scorie sepolte in Campania, a venti  metri di profondità, i tecnici inviati dall’Ausl non trovarono nulla in superficie e nemmeno a sei metri di profondità. La massa di terra e materiale in più strati compattati dal passaggio dei bulldozer schermava totalmente l’emissione dei raggi gamma (e in quel caso erano addirittura scorie nucleari).

Per comprendere come sia io, poi Luca Ghirelli (del comitato "Fermare la discarica") e anche l’ing. Achille Cester (in ben sette diverse visite e con 150-200 misurazioni, quattro diversi strumenti, anche molto sofisticati) abbiamo registrato valori fuori norma dentro e soprattutto a contatto con la recinzione esterna della discarica di Poiatica, è necessario comprendere come è costruito il deposito rifiuti.

La discarica è appoggiata sul piano della cava d’argilla, un pavimento pressoché piatto, anzi in alcuni punti è liscio come una pista d’aeroporto; i cumuli di rifiuti, ricoperti di terra, si innalzano di trenta-quaranta e più metri. L’immondizia è stata depositata a strati: rifiuti, uno strato di terra, rifiuti, uno strato di terra, rifiuti e così via. Sopra l’ultimo strato si rileva quindi modesta radioattività, circa 200-210 nano-Sievert/ora.

Attorno al perimetro invece, poiché le piogge e anche il naturale cedimento in pendio di materiale che compone gli strati intermedi di copertura, ha portato nelle aree più in basso ciò che, nelle intenzioni di chi gestisce la discarica, doveva restare coperto dai vari strati più superficiali, la radioattività aumenta (sino ai 310 nano-Sievert/ora, visita del 22 giugno 2014).

Ovvero sono fuoriuscite le famose sabbie zirconifere radioattive versate illegalmente in discarica, (materiale identificato con l’analisi dello spettro gamma dall’ing. Cester); e non solo le sabbie zirconifere ma anche rifiuti ospedalieri, come osservato da diversi testimoni durante una visita guidata, 2013.

Il fatto è grave, se confermato, è reato penale (rifiuti radioattivi pericolosi), un rischio per la salute dei lavoratori in discarica e per tutti i cittadini che si sono trovati sul percorso dei carichi a bassa radioattività trasportati nel deposito; il pericolo non è solo per l’irraggiamento temporaneo al passaggio di autocarri ma per la possibilità concreta d’aver respirato le polveri di questi residui di lavorazione ceramica, pulviscolo fuoriuscito dai cassoni durante il trasporto o soffiato via dal vento, dalla superficie della discarica (tumori ai polmoni e non solo).

Non è finita, voglio segnalare un’altra incongruenza messa in atto durante la cosiddetta visita tecnica dell’Arpa di Piacenza: sembra che il contatore geiger Automess 6150 dotato di sonda esterna, fosse impostato su “integrazione”; per un lasso di tempo nell’ordine di un minuto o più effettuava misure e le tratteneva in memoria, mentre ci spostavamo dalle aree a bassa radioattività (60-80-100 nano Sievert) ai punti “caldi” (200-240-250, ecc.) e quindi il quadrante rivelava la media delle numerose misure precedenti e non di quella acquisita sul punto.

[Ora per chi non è appassionato di matematica una facile dimostrazione: ipotizziamo che il geiger Arpa abbia rilevato dodici misure: 60+60+80+100+100+70+80+80+100+110+200+240 = 1280; questo totale lo strumento lo divide per 12 (quante sono le misure in memoria nell’apparecchio), ne esce la media:  il risultato sul quadrante è 106! E non 240 come invece è la radioattività sul punto controllato].

Quindi il direttore CTRra dell’Arpa, Roberto Sogni, può affermare tranquillamente che 106 è una piccola variazione, compatibile con le misure del fondo ambientale che va da 60 a 100. Ecco svelato il probabile motivo per il quale il mio strumento, che produce rilevamenti istantanei, segnala, in ipotesi, radioattività a 240 nano-Sievert mentre Arpa è ferma a 106...

Se poi si aggiunge che la ditta che gestisce la discarica su appalto di Iren invia i caterpillar a ripulire la zona togliendo il materiale uscito dalla discarica e poi a ricoprire con abbondante terra i luoghi da me segnalati, la radioattività rilevata si abbassa anche per il mio geiger.

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Foto 6. Ore 12, altitudine 372 metri slm: ancora una volta Arpa contraddice la sua prima relazione: 148 nano-Sievert/ora

Al termine della visita tecnica il sindaco Borghi ci invita a una riunione presso un locale pubblico; incontro che io registro con il mio cellulare non avendo un block notes per prendere appunti. Lo scopo della riunione è concordare su un comunicato rassicurante, chiedendo il mio assenso.

Forti ed esplicite le pressioni di Arpa che non vuole essere smentita, del sindaco Borghi, “mi hanno parlato due presidenti di latteria e qualche contadino della zona, preoccupati per il prezzo del Parmigiano Reggiano” ... “mi ha telefonato Prodi” ... (!?).

Quando arriva il mio turno d’intervenire, affermo che prendo atto del metodo di rilevamento utilizzato, dei valori discordanti registrati dai due geiger e delle modifiche profonde, del rimaneggiamento dei luoghi con radioattività anomala già segnalati alla stampa.

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Foto 7. Poiatica, ore 12,05, Automess 6150 con sonda, misura 145 nano-Sievert/ora

Comunico anche la piena disponibilità dell’ing. Achille Cester a confrontarsi con loro. Il direttore Roberto Sogni continua a fare obiezioni e pretende di concordare su quanto da loro misurato. La riunione si scioglie senza l’accordo chiesto da Arpa e dal sindaco per un comunicato congiunto rassicurante.

Curioso il particolare notato da una immagine, la calibrazione della sonda utilizzata è stata fatta da Arpa non come dichiarato a fine 2013 ma tre anni fa circa, a ottobre 2011. Una svista “involontaria”, una dimenticanza,  l’ennesima di Arpa (fotografie 7 e 8)?

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Foto 8. Dettaglio ingrandito del certificato di taratura: 10 ottobre 2011 e non 13 dicembre 2013, come erroneamente dichiarato da Arpa nella relazione del 21 marzo 2014

Ora i lettori e la Procura della Repubblica credo siano ben informati su quanto è realmente accaduto e che tipo di “sopralluogo tecnico” è stato condotto.

Nel mentre ricordo i forti interessi economici in gioco: Iren spa ha sepolto in discarica rifiuti urbani o assimilati, ufficialmente oltre due milioni di metri cubi, per un controvalore ad oggi all’incirca di 300 milioni di euro (144,33 euro a tonnellata, tariffa 2014), e intende metterne ancora per 80 milioni di euro (il sesto lotto, deposito capace di 500 mila metri cubi). Per ben focalizzare la priorità della vicenda, un’ultima riflessione s’impone: la salute presente e futura degli abitanti che vivono in val Secchia.

 

14 COMMENTS

  1. E’ vero, i due strumenti nelle foto 1, 2 e 3 segnano valori discordanti. E’ però importante notare che lo strumento che segna il valore più elevato è il Geiger dell’Arpa. In foto uno segna 113 e il suo 0,19 (differente unità di misura?). In foto 2 segna 105… eccetera. Ora direi che le foto se non ce le commenta a modo sono più che superflue, perché a essere tarato male sarebbe il suo strumento.

    (MN)

    • Firma - mn
    • “MN”, prima di interpretare informazioni non interpretabili perchè non legge attentamente quanto scritto? In caso lo facesse si accorgerà rapidamente che quanto da lei scritto è l’esatto contrario di quanto scritto nell’articolo.

      (Alessandro Torri Giorgi)

      • Firma - Alessandro Torri Giorgi
  2. Mi permetto anche di sottolineare, per amore di Verità, che la media in fisica è atta a ridurre l’errore tra le singole misurazioni, non ad aumentarlo. Il suo strumento segna valori più bassi, quindi, è sintomo che in quella zona non c’è radioattività, mentre il Geiger Arpa, a mio avviso è più oggettivo: segna un valore più alto. Questo non esclude la presenza di “punti caldi” nella zona. Altro è dire che la misurazione è di parte. Si direbbe invece che lei non sappia dove ci sia una radioattività elevata. Non ricorda i “punti caldi”, e quindi non riesce a segnalarli, mentre l’altra misurazione concorda con i risultati precedenti. Cito: “Se poi si aggiunge che la ditta che gestisce la discarica su appalto di Iren invia i caterpillar a ripulire la zona togliendo il materiale uscito dalla discarica e poi a ricoprire con abbondante terra i luoghi da me segnalati, la radioattività rilevata si abbassa anche per il mio geiger.” Ora, che ci sia un singolo “punto caldo”, poco importa se la zona attorno ha la radioattività bassa. Tanto più la avrà la zona abitata dalle persone (o no?). Sarebbe invece interessante rilevare un’area estesa con valori che contraddicono le osservazioni Arpa, anche al di fuori della discarica, per parlare di un problema per la salute dei cittadini. Ripeto: non escludo che esistano i “punti caldi”… soprassiedo sul fatto che vadano cercati col lanternino.

    (MN)

    • Firma - mn
    • La media, se non è corredata del valore SQM, rimane un numero fine a se stesso senza significato. Utilizzata invece come nel caso descritto serve solamente a fare sì che il valore finale sia più basso. In ambito stradale (non in autostrada) gli autovelox misurano il valore istantaneo di velocità e non quello medio. Se tra due punti A e B faccio una sosta di “x” minuti la mia velocità si alza o si abbassa? A lei le conclusioni circa la metodologia di misura da parte di Arpa.

      (Luigi R.)

      • Firma - LuigiR.
  3. Non se ne può più di questa propaganda di parte, è in corso un’indagine, al termine della quale verrà stabilito chi ha ragione e chi torto. E si spera che paghi, sia Iren nel caso verrà accertato il fatto sia la controparte per procurati ed inutili allarmismi nel caso sia tutto ok.

    (Erik)

    • Firma - Erik
  4. La confusione regna sovrana. A tutt’oggi credo che l’uomo della strada non sappia come stanno davvero le cose a Poiatica. Parafrasando un vecchio politico si potrebbe dire: “a pensare male si fa peccato ma…”.

    (Remigio)

    • Firma - remigio
  5. Da una misurazione “ufficiale” mi aspetterei un verbale, che specifichi la metodica usata in riferimento a norme standardizzate, tipo UNI (non ho idea di quali sarebbero applicabili in questo caso), la procedura seguita, i valori registrati, i livelli di errore o di approssimazione… Mi chiedo: il sopralluogo effettuato avrebbe valore legale in tribunale, per esempio, o è un semplice “facciamo un giro e vediamo che c’è di nuovo”?

    (Commento firmato)

    • Firma - commentofirmato
  6. Andando a spasso per internet vedo che il termovalorizzatore di Trieste ha un sistema di rilevazione delle anomalie radiometriche dei rifiuti in ingresso, anche dovute a NORM (sabbie zirconifere, ad esempio) e rifiuti ospedalieri. E’ previsto anche un preciso protocollo di gestione, in caso di rilevamento positivo. Nulla di tutto questo è previsto a Poiatica? Forse si dà per scontato che rifiuti radioattivi (visto che non sono previsti) non ne entreranno mai?

    (Commento firmato)

    • Firma - commentofirmato
  7. Gentile Mattia Bussei, l’odore nauseabondo è la conferma che la discarica è fuori controllo, o meglio, per essere chiari, è gestita da incompetenti.
    Come ha già segnalato alla Procura, l’ing. Achille Cester, che voglio ricordare, oltre che esperto di radioprotezione è anche un professionista che ha diretto e controlla oltre trenta discariche, in Italia e all’estero. (Oltre a un impianto per il trattamento di rifiuti radioattivi).
    L’osservazione dell’ingegnere, verbalizzata sabato 26 luglio in Procura, sulla fuga di biogas, vale anche per gli odori, mercaptani che viaggiano con i gas della putrefazione; la discarica sta inquinando l’ambiente circostante, con il gas che sfugge dall’impianto di captazione, che, evidentemente, non è efficiente.
    IREN sta commettendo un illecito, e questo è stato segnalato alla Procura della Repubblica; il biogas trasporta batteri e inquinanti di vario tipo. Il biogas è formato per la maggior parte da metano, altamente esplosivo. (Pericolo reale per lavoratori in discarica e per gli abitanti sino a oltre un chilometro dalla discarica)
    Credo che dopo tutto quanto è venuto alla luce sulla conduzione dell’impianto di deposito rifiuti, si possa imporne il commissariamento e la immediata chiusura in sicurezza, per evidente rischio attuale alla salute della popolazione e danno grave all’ambiente circostante. La discarica sta sicuramente inquinando l’aria e l’acqua, anche per la probabile perdita di percolato tossico, causa la frana in atto.
    Frana che nessun geologo della provincia, né, ovviamente, di Iren, né della Regione, ha mai evidenziato. Serviva l’autorizzazione a tutti i costi, per aprire e continuare a far funzionare quella fabbrica di denaro, (per IREN) che è la discarica di Poiatica, e quindi le carte, come dire, sono state aggiustate. Commettendo diversi reati penali, per esempio falso in atto pubblico, (art. 476-477-478), falso ideologico (479-480), ecc.
    Consiglio quindi di attendere con ragionevole fiducia le prossime decisioni della Procura della Repubblica di Reggio Emilia.
    Saluti,

    (AlessandroRanieroDavoli)

    • Firma - AlessandroRanieroDavoli
  8. Il problema che qui non viene evidenziato consiste nel fatto che la quantità di rifiuti di cui si tratta non è generata dalla montagna, ma da altri siti. Da cui o si riconosce un prezzo assolutamente di favore per i residenti in montagna come costo dello smaltimento degli stessi, oppure non ci siamo. In ogni caso io sono del parere che ognuno ed ogni ambito si gestisca i suoi problemi e i suoi danni e non anche quelli degli altri. Lo stesso dicasi per l’acqua potabile che prima l’AGAG poi l’Iren fanno pagare ai cittadini dei territori dai quali l’hanno sottratta per altri territori. Solidarietà territoriale? Bene!, ma allora la estendiamo a tutti gli aspetti!

    (Federico)

    • Firma - federico