Nel Consiglio comunale di Carpineti che si riunisce questa sera (mercoledì 23 luglio), alle ore 21, tra i punti in discussione figura quello che prevede la nomina di una commissione comunale per il monitoraggio della discarica di Poiatica.
Nel Consiglio comunale di Carpineti che si riunisce questa sera (mercoledì 23 luglio), alle ore 21, tra i punti in discussione figura quello che prevede la nomina di una commissione comunale per il monitoraggio della discarica di Poiatica.
In Italia senza commissioni non si fa nulla ,ma questa – per monitorare la discarica di Poiatica – a questo punto mi sembra cosa giusta, sopratutto per evitare una situazione di stallo tra i diversi pareri espressi su presenza di esalazioni radioattive e su eventuali scarichi di rifiuti vietati. E’ un diritto di tutti i cittadini del comune di Carpineti, ma ci riguarda tutti sapere se la discarica rappresenta un pericolo, se è stata gestita secondo le regole e se può essere ampliata ulteriormente. Rilevatori e contatori saranno ovviamente controllati bene e tarati nel modo giusto, lasciando fuori gli strumenti dell’Arpa che potrebbero avere una regolazione al ribasso e… saremmo punto a capo.
(Paola Agostini)
Premesso che una eventuale commissione di monitoraggio della discarica dovrà necessariamente avvalersi delle competenze (esperti?), degli strumenti (quali?) e delle necessarie autorizzazioni (forse questa è la cosa che appare meno complicata) mi domando con quale autorità possa poi eventualmente intervenire e su cosa specificatamente. Siamo tutti d’accordo che le discariche, in generale, rappresentino un problema sociale universale, quella di Carpineti solo un tassello di un enorme mosaico. Ammesso che si riesca ad ottenerne l’agognata chiusura (e mi schiero in questo senso), si aprirà immediatamente il tema di dove aprirne un’altra. Nasceranno in qualsiasi locazione vengano proposte, comitati chiaramente e obbligatoriamente contrari, e continueranno pertanto all’infinito polemiche, contestazioni, interpellanze, liti e quant’altro. Al momento attuale non risulta proponibile una soluzione sostitutiva ed ottimale, proviamo ad immaginare anche un porta a porta più incisivo, ma partendo dal Piemonte al Friuli e scendendo verso la calabria e la Puglia, nonchè le isole, saremmo in grado di sostenere una raccolta differenziata efficiente con il necessario senso di rispetto delle regole? Ci fideremmo di noi stessi? E degli altri? E’ chiaramente un problema culturale e finchè non sarà risolto (si spera nelle future ed ancora non corrotte generazioni, a patto che l’insegnamento e quindi il senso civico tornino ad essere prepotentemente protagonisti, a partire dalle scuole primarie), tutte le altre soluzioni saranno solo palliativi per tamponare le emergenze immediate. A tutti noi un futuro migliore.
(Angelo)