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Scuola / “Riforme: ci sono tempi e modi adeguati: no a slogan e proclami”

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Bortolani
Mariarita Bortolani

Riceviamo e pubblichiamo.

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Le recenti affermazioni del sottosegretario Reggi e del ministro Giannini meritano una replica, ci sono tempi e modi adeguati per discutere di riforme, di modifiche e di innovazioni. Ma affermare, come si sta facendo in questi giorni, slogan e proclami e far apparire la scuola come un "ammortizzatore sociale", non ci può, e non ci deve - nessuno escluso -  lasciare indifferenti!

Le 18 ore dei docenti, le lunghe vacanze estive, appartengono, ormai, al passato… da tempo! Le affermazioni “i docenti lavorano part-time”, i bidelli non fanno nulla… ci indignano e ci offendono.

Non a tutti infatti è data sapere la complessità che oggi contraddistingue le istituzioni scolastiche, le classi e, inevitabilmente, l’impegno, la responsabilità e le incombenze che si ripercuotono sugli insegnanti. Recentemente è stata normata la materia dei Bes (Bisogni educativi speciali): ma la scuola, tutta, ne era, ampiamente, e da tempo, al corrente. Sono ormai decenni che gli insegnanti si trovano ad affrontare tante, a volte gratificanti, ma al tempo stesso impegnative, sfide: ogni classe, di ogni ordine e grado, accoglie alunni con disagio sociale, economico, psicologico, disabilità, alunni con difficoltà di apprendimento (dsa), alunni stranieri, anche non italofoni, eccellenze, alunni motivati… Per tutti le aspettative sono tante, si prevedono strumenti appositi (Pei, Piano educativo individualizzato, Pdp, piano didattico personalizzato… strumenti dispensativi, compensativi…), si cercano metodologie inclusive e coinvolgenti… (attività laboratoriali, lavori di gruppo, uscite… progetti…), la valutazione formativa. In tante scuole si cerca di contrastare la dispersione scolastica, di recuperare situazioni apparentemente senza speranza, si interviene con tutte le risorse a disposizione.

Ciò che appare spesso sui media e di cui l’opinione pubblica - ma anche l’amministrazione centrale - è a conoscenza, è solo un’infinitesima parte del lavoro che coinvolge i docenti. Tra programmazioni, ricevimenti orari, impegni collegiali e incontri per affrontare la quotidianità e le emergenze varie, si superano abbondantemente le 18 ore…

Da tempo qualsiasi problematica che preoccupa famiglie e società (tabagismo, disturbi alimentari, conflitti adolescenziali, educazione all’affettività, stradale, bullismo, prevenzione abuso alcoolici e sostanze psicotrope,….) unanimemente si ritiene debba essere di competenza della scuola.

Gli insegnanti, negli anni e con la collaborazione tante volte del personale Ata, hanno risposto con disponibilità, con grande impegno, consapevoli che, appunto, l’attività a scuola non si esaurisce nella “trasmissione” del sapere, nella didattica, ma, che oggi più che mai, implica competenze molto alte, a 360°, relazionali, psicologiche, pedagogiche; a volte le famiglie sono molto collaborative, altre no, sono semplicemente deleganti, o, ancora peggio, assenti o aggressive.

Da anni la scuola subisce riforme non richieste e non condivise; l’ utilizzo del registro elettronico, la necessità di conseguire sempre più competenze digitali sono, realtà. Molti insegnanti, responsabilmente, si aggiornano, seguono formazione anche a proprie spese e cercano, tenacemente, di ottimizzare le conoscenze e competenze acquisite.

Infine è necessario sfatare un luogo comune: il sindacato non è un luogo di tutela di e per “fannulloni” che non hanno voglia di lavorare, che il sindacato tutela tutti, indistintamente, tutt'altro.

Se ci sono delle situazioni di “improduttività”, se ci sono delle situazioni deplorevoli , di “mala scuola” allora si intervenga, si prendano i provvedimenti dovuti, ma si evitino facili strumentalizzazioni e banalizzazioni.

Sarebbe auspicabile che l'insegnamento, la scuola diventassero uno dei temi centrali del Paese, non solo l’incremento orario, la premialità… ma la bellezza e l’importanza dell'insegnare!

(Mariarita Bortolani, segretaria generale territoriale Cisl scuola RE)