Riceviamo e pubblichiamo.
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Rocca di Minozzo: urgenti lavori di manutenzione e di ripresa delle opere di recupero
Giustificati con buona ragione dall’apprensione dovuta al più che incerto tempo di ripresa delle opere di recupero architettonico ed archeologico della Rocca di Minozzo, si rimane davvero un po’ attoniti di fronte alla lettura sulla stampa locale degli impegni di spesa inseriti nella proposta di legge, firmata dai deputati reggiani Antonella Incerti e Maino Marchi e del deputato mantovano Marco Carra, finalizzata per la ricorrenza nel 2015 del novecentesimo anniversario della morte di Matilde di Canossa, alla tutela e alla valorizzazione culturale, ambientale e turistica dei luoghi legati alla memoria della Gran contessa.
Precisando che non sussistono sostanziali discordanze sulle motivazioni inserite a sostegno della suddetta proposta di legge, ci si può soltanto permettere di annotare che s’intendono ottenere cospicui finanziamenti (cinque milioni per l’anno in corso ed altrettanti per il 2015) per “restaurare e promuovere dal punto di vista turistico i monumenti legati alla storia di Matilde, i castelli, le pievi ed i conventi”.
Si tratta di oneri di spesa più che importanti, e pertanto di qualche difficile comprensione, anche perché richiesti, senza soluzioni di continuità, dopo che per molti anni, in modo pressoché ininterrotto, un vero “fiume” di benefici finanziari ha interessato opere di vario tipo per il Castello di Canossa e tutte le emergenze monumentali dell’area matildica.
Si possono fare soltanto poche considerazioni; la prima è riferibile ad analoghe proposte di legge: in primo luogo si può citare il provvedimento assunta dalla VIII Commissione della Camera dei Deputati in data 19 aprile 2011 in favore del “restauro, recupero e valorizzazione dei monumenti per le celebrazioni di eventi storici di rilevanza nazionale” (peraltro nell’interno di tale normativa veniva recepita anche l’originaria previsione della proposta di legge promossa nel 2009 dall'Onorevole Alessandri – relazionata nella suddetta commissione dall'Onorevole Emerenzio Barbieri – a favore della Rocca di Canossa, finalizzata a predisporre interventi in questo luogo).
In buona sostanza, veniva autorizzato un finanziamento di duemilioni e duecentomila euro per ogni anno, il 2012 ed il 2013, per interventi di “restauro e valorizzazione architettonica, culturale, paesaggistica della Rocca di Canossa e territori matildici per la celebrazione del nono centenario nel 2015”.
Di seguito è pure necessario riferire della proposta di legge avanzata nel marzo del 2010 dai parlamentari reggiani Leana Pignedoli, Albertina Soliani e Pierluigi Castagnetti sempre correlata ad una ancora maggiore visibilità identitaria della figura di Matilde di Canossa e di tutti i territori ed i luoghi matildici, sostenuta dalla presidente della Provincia Sonia Masini e condivisa da alcuni sindaci di comuni matildici.
Si scrisse allora che il nono centenario della incoronazione di Matilde del 1111 a Vice Regina d’Italia e della sua morte nel 1115, sarebbero dovute essere occasioni per la valorizzazione del territorio e del patrimonio storico e del rilancio turistico dell’area, a mezzo di un investimento di trenta milioni di euro in cinque anni.
Pensando, con motivata perplessità, alla elencazione degli esorbitanti finanziamenti proposti tutto sommato per l’arco di un quinquennio, ogni sforzo di elencazione dei precedenti e pressoché continui interventi a favore del Castello di Canossa e di tutte le strutture monumentali dell’area matildica diventa un po’ inutile, tranne soltanto il caso di riferire i benefici ottenuti, nella ricorrenza del Giubileo dell’anno 2000, dal complesso del castello di Sarzano, da quello della Pieve di San Vitale e principalmente dal Castello di Rossena, ai quali spettarono una parte dei sedici miliardi di lire previsti per gli otto complessivi progetti finanziati della nostra provincia.
Unitamente al doveroso riconoscimento della maggiore e peraltro più che bene nei fatti consacrata importanza dei Castelli Matildici, è però necessario rilevare l’enormità dei benefici finanziari per essi concessi pressoché ininterrottamente a fronte invece delle difficoltà che altre emergenze monumentali, certamente di minor conto, ma anch'esse di rilevanza storica, quali nel caso nostro la Rocca di Minozzo, devono incontrare per giungere ad un loro completo recupero, con necessità di un ulteriore sostegno finanziario, infinitamente inferiore a quelli sopracitati.
Evidentemente, per questa tanto antica e storicamente importante struttura monumentale, che già, nonostante lunghi anni di traversie per il suo recupero, ha mostrato elementi rilevanti, sia sotto l’aspetto architettonico che quello archeologico, certamente peculiari nell'ambito della parte alta del nostro Appennino, non ci sono “molti santi in paradiso”.
Per adesso, purtroppo non resta che sperare in qualche persona responsabile di questo o di quell’ente, sono diversi fra questi quelli che potrebbero attivarsi, ad iniziare senz’altro dall’Amministrazione Comunale di Villa Minozzo, e, perché no, anche di qualche parlamentare sopracitato, perché davvero tante potrebbero essere le modalità di intervenire per permettere il definitivo recupero della Rocca di Minozzo.
Si eviterebbe una ennesima sospensione, più che nociva e inevitabilmente causa di ulteriore aggravio di spesa, per l’intero anno in corso, ed anche di più, almeno di un anno e mezzo, tenendo conto del periodo di ultimazione dell’ultimo stralcio dei lavori di recupero.
Basterebbero almeno per i prossimi mesi opere di manutenzione di quanto già realizzato e soprattutto la rimozione della vegetazione ingombrante del fronte Nord della Rocca, e di quella già comparsa in alcuni spazi volti a Sud della sua sommità, unitamente anche ad una parte iniziale del recupero del fronte nord medesimo, che riguarda una zona che ha ancora tante cose da mettere in evidenza, oltre ad una adeguata segnalazione di pericolo rivolta a coloro che intendono visitare la sommità, soprattutto se accompagnati da minori.
Nell’attesa che qualcosa presto si muova, possiamo solo assistere allo sciolinare sulla carta stampata di onerosi finanziamenti, che, magari potrebbero servire, tra i tanti proposti eventi in cantiere sostenibili con i benefici della legge sopracitata, anche al realizzo di una grande pista ciclabile matildica che andrebbe da Canossa al Lago di Garda, mettendo davvero nel dimenticatoio le condizioni precarie, per molteplici cause, di diverse strade della nostra montagna.
(Cristina Moggi)
Scusate la mia ignoranza in tale materia, premetto la mia poca informazione su leggi e finanziamenti varati, ma a me risulta che Villa Minozzo sia l’unico comune che non rientra nei territori matildici in quanto alleato all’imperatore all’epoca di Matilde… Di conseguenza, sbaglio o non rientra nei finanziamenti previsiti per le opere di ristrutturazione del patrimonio di Matilde di Canossa??!
(Fra)