Riceviamo e pubblichiamo.
-----
Nel febbraio scorso io già intervenivo ribadendo l’assoluta esigenza per il nostro territorio carpinetano ed il grave sacrificio ambientale sopportato da quei territori di chiudere nei tempi più brevi possibili la discarica di Poiatica, cassando qualsiasi ipotesi di ampliamento al sesto lotto della stessa. L’apertura di un fascicolo di indagini in Procura a Reggio Emilia è un passaggio indispensabile per fermare rischi ambientali che noi denunciamo da anni.
Già a febbraio ritenevamo improponibile ed offensiva l’ipotesi recepita dai giornali di prolungare di sei anni ad oltre la vita della discarica di Poiatica. La presidente Masini, l’assessore Tutino ai tempi oltre all’ex sindaco di Carpineti Montemerli, hanno dimostrato di non avere alcun peso nel contesto politico locale in quanto, esautorati politicamente dalle scelte della Regione Emilia-Romagna, che ha deciso di realizzare un’ampliamento della stessa con due distinti lotti. Il primo dei quali di volumetria pari a 260.000 ton e relativo al periodo 2015-2017; il secondo che non ci tranquillizza di certo, considerato che il suo dimensionamento sarà condizionato dalla tipologia di impianto del nuovo trattamento meccanico-biologico che dovrebbe entrare in funzione nell’area posta tra Gavassa e Prato di Correggio nel 2017. Sostanzialmente nessuno ha rispettato il sacrificio ambientale folle compiuto dal territorio carpinetano e relativo alla discarica di Poiatica. Riteniamo così come allora inaccettabile questa proposta e ci schieriamo a fianco delle popolazioni locali dei comitati ed in primis dei sacerdoti che con grande coraggio interpretano la giusta direzione di protesta.
All’interno delle istituzioni la nostra battaglia è e rimane a favore della chiusura in tempi brevi della discarica stessa che da troppi anni costituisce una pesante ferita del nostro territorio appenninico.
(Giuseppe Pagliani, capogruppo Fi-Pdl in Provincia)
Sempre troppo in ritardo, voi politici. E sempre troppo veloci a salire sul carrozzone del “io già da tempo lo dicevo”! Non che i suoi colleghi di diversa livrea siano meglio, intendiamoci. Certo è che la sensazione che i cittadini siano poco ascoltati si prefigura, sempre di più, come triste realtà. Dai, su… per cortesia!
(Serb)
“La nostra battaglia”?… Perché questi son battaglieri, mica scherzano!…
(Commento firmato)
Pagliani è stato l’unico a farsi carico di tutte le interrogazioni per le quali anche la sottoscritta ha lavorato per anni; per la cronaca le prime di queste si sono intrecciate con quelle relative ai dati epidemiologici alquanto contraddittori e alla morte per leucemia di un bambino che viveva nei pressi della discarica. Non ammetto critiche su questo versante. Mi sono documentata per mesi su tutto ciò che era stato pubblicato nelle relazioni Arpa, Dichiarazione ambientale, Aia e decine di altri studi e ricerche geologiche in merito alle criticità gestionali dell’impianto di Poiatica. Pagliani ha presentato in anticipo rispetto a chiunque altro, anche altre sei interrogazioni alla Provincia, a partire dall’aprile scorso, fino alle ultime in agosto e settembre. Nessun altro politico ha voluto scendere in campo. Posso affermare che Ferrigno ha presentato un paio di interrogazioni sempre su mia richiesta che riguardavano la questione mai chiarita del Registro tumori e altri aspetti critici che riguardavano Poiatica. Dalla Provincia risposte ridicole, trancianti e soprattutto lunghi e assurdi silenzi sulla provenienza e i controlli effettuati sui rifiuti speciali. Va detto che l’idoneità del sito rappresenta un mistero, dal momento che tutte le carte e documentazioni trovate descrivono un’area idrogeologicamente compromessa e soggetta a frane. Ho presentato a giugno 2012 due esposti alla Procura, mi chiedo dove fossero tutti i signori politici che adesso montano sul carro per criticare e basta. Ringrazio per la collaborazione alcune valorose e preparate persone dei comitati ambientalisti della montagna. Gente che ha scarpinato, fotografato e studiato la discarica in lungo e in largo, mentre chi avrebbe dovuto intervenire da tempo nicchiava per convenienze politiche. Pagliani per quanto mi riguarda è stato ineccepibile e va solo ringraziato per avere avuto il coraggio di presentare interrogazioni scomode, cavillose e con argomenti neppure tanto popolari e di facile comprensione.
(Selvaggia)
1) Pagliani – Aprile 2013 – Sulla idoneità del biostabilizzato usato per il capping giornaliero in discarica, sulle analisi che avrebbe dovuto svolgere Arpa, per conoscere il nome del produttore e dell’impianto extraregionale in cui è stato prodotto; sia sulle irregolarità riscontrate nei registri di carico e scarico dalla Guardia forestale.
2) Ferrigno – Maggio 2013 – Sui dati emersi dalla relazione geologica Tosatti- Bergonzoni per Agac del 1997, inerente al dissesto idrogeologico dell’area della discarica, sia sulla inquietante presenza di mercurio, piombo e cadmio nei funghi raccolti nel territorio di Carpineti, che sulla presenza in discarica di bioareosol riconosciuto come pericoloso dall’Istituto superiore di sanità.
3) Pagliani – Luglio 2013 – Sui contenuti della Dichiarazione ambientale di Iren per la certificazione Emas, in merito ai punti presentati anche in uno degli esposti presentati alla Procura di Reggio Emilia, inerenti ancora il dissesto idrogeologico dell’area di Poiatica e alle numerosissime frane.
4) Pagliani – Maggio 2013 – Sulle nuove concessioni rilasciate dal Comune di Carpineti alle imprese di escavazioni e ad Iren, nel comparto denominato Carpineti Est, e alla destinazione finale dell’area definita come cava di argilla Poiatica Montequercia, concessa temporaneamente in coltivazione alla ditta Opera Group srl.
5) Pagliani – Luglio 2013- Interrogazione sulle attività e finalità della società Monte Querce scarl di Iren Ambiente e Unieco, società che nasce per gestire impianti di smaltimento rifiuti.
6) Pagliani – Luglio 2013 – Interrogazione verte sui dati pubblicati nella Dichiarazione ambientale, relativi a percolato e biogas.
7) Pagliani – Novembre 2013 – Interrogazione sui nuovi elementi emersi dallo studio EU-Soils e replica alle risposte di Arpa ed Asl incluse in quella della Provincia.
(Giovanni)
Buono a sapersi! E a livello regionale e nazionale Fi-Pdl come si è mossa, conseguentemente? Grazie.
(Commento firmato)
La porzione di territorio carpinetano in cui risiedo è stata oggetto di attività estrattiva per 50 anni, con i conseguenti effetti di dissesto idrogeologico di cui quasi nessuno si è mai interessato. Poi abbiamo avuto la discarica ed ora, penso, sia arrivato il momento di dire basta. Penso abbiamo dato a sufficienza. Ora qualcuno si preoccupi anche di porre rimedio a mezzo secolo di danni fatti, in cui tanto è stato preso a questo territorio e nulla è stato ridato dalle istituzioni. Chi ci vive, come me, ne paga le conseguenze, ma mai ne ha tratto i benefici, almeno recentemente.
(Davide, Carpineti)
Io sono d’accordo per la chiusura, ma qualcuno mi vuole spiegare per favore il dopo? Grazie.
(Lina Ruffini)
Il dopo la mandiamo all’estero, così loro fanno energia e noi la compriamo. Da noi non si può fare.
(F.G.)
Il seguente è un comunicato Ansa – Berlino, 21 maggio – I rifiuti campani già smaltiti in Sassonia non sono stati bruciati nei termovalorizzatori tedeschi, ma sono stati riciclati per ricavarne materie prime secondarie e composti organici che verranno venduti all’industria. Il percorso dell’immondizia italiana in Germania lo ha spiegato all’Ansa una portavoce del Ministero dell’Ambiente della Sassonia, sottolineando che niente è finito in discarica. «Questi rifiuti non sono stati bruciati» negli inceneritori, ha detto la portavoce. Anzitutto, ha spiegato sono stati separati i rifiuti organici da quelli solidi, che diventeranno poi materie prime secondarie (plastica, metallo, etc). Il resto, «una parte minore – ha proseguito – è stato trattato in un impianto meccanico-biologico e verrà venduto alle industrie», le quali bruciano questo materiale trasformandolo così in energia. Ma il grosso dei rifiuti campani diventa materia prima secondaria. E l’Italia, oltre a fornire l’immondizia, svolge anche un ruolo importante nella fase successiva del percorso di quest’ultima. Il Paese, infatti, è al terzo posto, con 2,01 milioni di tonnellate, della graduatoria degli acquirenti di materie prime secondarie. (Ansa)
(Lorena Lugari)