Arriva l'estate ma c'è chi pensa già al prossimo freddo inverno. I nostri vicini di casa, a Tizzano Val Parma, sulle terre alte parmensi, il sindaco riconfermato Amilcare Bodria dà il via libera ad una singolare, originale sperimentazione: usare il sale sulle strade di propria competenza prodotto dagli scarti dei prosciuttifici della zona (che danno lavoro anche a tanti montanari del reggiano, specialmente nel polo produttivo di Lagrimone). Utilizzare il sale marino proveniente dal processo di lavorazione dei prosciutti come antighiaccio stradale potrebbe essere l'idea più che giusta per risparmiare soldini e per inquinare di meno. Come si dice prendere due piccioni con una fava. Questo è l’obiettivo del progetto realizzato nell’ambito dell’Accordo di programma per il Distretto territoriale del Prosciutto di Parma che permetterà un risparmio per il pubblico, solo nel periodo di sperimentazione, di circa 200mila euro. Non certo bruscolini.
Ogni anno infatti i Comuni, soprattutto montani, e la Provincia destinano risorse consistenti nell’acquisto e distribuzione di sale utile ad allentare la morsa del ghiaccio sulle strade. Per contro i prosciuttifici devono smaltire il sale utilizzato nel processo di lavorazione del prodotto, attività che ha un costo oltre a comportare adempimenti burocratici piuttosto complessi.
Ogni anno infatti i Comuni, soprattutto montani, e la Provincia destinano risorse consistenti nell’acquisto e distribuzione di sale utile ad allentare la morsa del ghiaccio sulle strade. Per contro i prosciuttifici devono smaltire il sale utilizzato nel processo di lavorazione del prodotto, attività che ha un costo oltre a comportare adempimenti burocratici piuttosto complessi.
L’iniziativa, studiata dal gruppo di lavoro ambiente del Distretto, nasce dunque da queste due esigenze e individua una soluzione di pubblica utilità. Senza diminuire la qualità e l’efficacia del servizio erogato, questo intervento consente infatti agli enti pubblici di liberare risorse per altre iniziative e comporta meno burocrazia per le imprese, oltre a ridurre la produzione di rifiuti come auspicato dalla politica ambientale comunitaria, e i costi relativi ad essa.
Nella sede dell’Unione Parmense degli Industriali a Parma, si è firmato un protocollo ad hoc, tra una quindicina tra enti territoriali e associazioni di categoria, per dare il via alla sperimentazione. Questi i firmatari: per la Regione Emilia Romagna il dirigente Davide Barchi, per la Provincia di Parma il vicepresidente Pier Luigi Ferrari, per l’Unione Pedemontana Parmense l’assessore a Sicurezza e Protezione Civile Barbara Lori, per l’Unione Val Taro e Ceno l’assessore al Bilancio Maria Cattani, per l’Unione Montana Appennino Parma Est il presidente Stefano Bovis, per il Comune di Felino il sindaco Barbara Lori, per il Comune di Tizzano Val Parma il sindaco Amilcare Bodria, per la Camera di Commercio di Parma il presidente Andrea Zanlari, per il Consorzio del Prosciutto di Parma il presidente Paolo Tanara, per l’Unione Parmense degli Industriali il direttore Cesare Azzali, per il Gruppo imprese artigiane il direttore Maurizio Caprari, per l’Ausl il Direttore Igiene e Alimenti Area Veterinaria del Dipartimento Sanità Pubblica Parma, Marco Pierantoni, per l’Arpa il direttore della sede di Parma Eriberto De Munari, per la Stazione sperimentale industria conserve alimentari il presidente Andrea Zanlari.
La sperimentazione, che coinvolgerà sei prosciuttifici, partirà nel prossimo autunno su alcuni tratti stradali comunali e provinciali nei comuni di Tizzano Val Parma per la montagna e Felino per la pedemontana e successivamente, se tutto procede come da programma, sarà estesa ai soggetti pubblici e privati interessati.
Il progetto si è articolato in diverse fasi a partire da una preventiva analisi a cura della Stazione Sperimentale Industria Conserve Alimentari (Ssica) di Parma sulle caratteristiche del sale marino derivante dalle fasi di lavorazione del Prosciutto di Parma. Si è così studiata l’efficacia di scongelamento, che deve essere pari a quella del materiale utilizzato fino ad ora, verificando che non ci fosse alcun impatto negativo sull’ambiente.
Parallelamente si è avviato un approfondimento giuridico sui “sottoprodotti” di produzione (fra i quali può essere classificato il cloruro di sodio) che non sono considerati rifiuti. Si sono anche definite con i produttori delle specifiche buone prassi operative, per assicurare quanto previsto dalle norme per il riutilizzo di questo sale, e si è infine predisposto il Protocollo di intesa siglato nei giorni scorsi.
Questo documento, approvato dal Consiglio provinciale di Parma, promuove la collaborazione tra i produttori e gli utilizzatori del sottoprodotto, e definisce i comportamenti che tutti i soggetti coinvolti nel processo devono tenere affinché ogni fase sia svolta correttamente: dalla produzione alla raccolta, al prelievo, al trasporto e stoccaggio del sale. In tempi di crisi una buona notizia.
Lasciate perdere. Lo sanno bene gli abitanti di Ospitaletto che qualche inverno fa si sono svegliati con le strade rosa. Da un’analisi era risultato essere stato usato sale da concia. Non si stava in piedi da quanto era scivoloso. Molto probabilmente a contatto con le carni prende il grasso e diventa come il sapone. Direi un’idea geniale!
(Matteo Crimi)
Sale e cotiche… dai come se la godono i gatti???
(Perplesso)
…come se non l’avessero mai fatto…!!! Si vedevano le volpi leccare l’asfalto.
(Montanaro)
Penso che la vera innovazione sabebbe l’abolizione completa dell’uso del sale come avviene già in molti comuni. Meno inquinamento delle acque e dei terreni, durata maggiore del manto stradale.
(Luigi Bizzarri)
Ma eventuali residui di grasso che inevitabilmente ci saranno? Sono per i risparmi e le razionalizzazioni ma non c’è il rischio che il rimedio sia peggiore del problema?
(A.A.)
Finalmente si vede un po’ di “sale in zucca” tra questi amministratori; peccato che noi non avendo prosciutti non abbiamo nemmeno il sale, c’è da chiedersi se eventualmente ne rimane un po’ anche per i comuni montani della vicina provincia di Reggio che, anche pagando, ci costerebbe meno che farlo venire da chi sa dove. Ci sarà qualcuno dei nostri amministratori che si interesserà alla cosa? Staremo a vedere.
(Alfeo Cassinadri)
In alta Italia non viene più utilizzato da nessun ente il sale, solo ghiaino, io credo sarebbe la soluzione giusta.
(Carlo Rivi)
Buttare sulle strade il sale già utilizzato per la lavorazione dei prosciutti?! Quale “illuminazione”! Spero sia uno scherzo… Gli unici che potrebbero avere un vantaggio da tale “geniale” proposta potrebbero forse essere coloro che vincendo l’appalto per spalare e appunto “salare” le strade potrebbero farsi pagare due volte: dall’ente pubblico e pure dai prosciuttifici…
(FN)