E' una delle strade più trafficate di Castelnovo ne' Monti: viale Enzo Bagnoli, tratto di statale 63 che attraversa il capoluogo montano, una volta variante di scorrimento veloce alternativa a via Roma ed ora molto meno, con semafori e rotonde che, regolando la circolazione, ovviamente anche la frenano.
Era il 13 maggio 1949, 65 anni fa, allorchè fu aperta al traffico e solcata per la prima volta da un mezzo.
Molti da allora sono gli edifici costruiti a ridosso di quella strada, nei fatti negandole nel tempo la funzione per la quale fu costruita.
All'inizio conosciuta come "statale nuova", fu poi intitolata a Enzo Bagnoli.
Ma chi era Enzo Bagnoli? Nativo di Castelnovo ne’ Monti, fu partigiano che, giovanissimo (aveva solo 22 anni), morì durante uno scontro armato, ucciso dai nazifascisti sui monti di Ligonchio.
Comandante di distaccamento, Enzo Bagnoli (nome di battaglia "Vampiro"), di Domenico, classe 1922, residente a Rovina di Castelnovo ne’ Monti, arruolato il 10 giugno 1944 nella 26^ Brigata Garibaldi, caduto in combattimento a Ligonchio - che pure gli ha dedicato una via - il 30 luglio 1944.
“Combattente ardito, offriva braccia e cuore alla Patria in pericolo. Comandante di distaccamento, partecipava a numerose audaci azioni di guerriglia e sabotaggio e, di continuo esempio ai suoi partigiani, si distingueva per coraggio e sprezzo del pericolo. Accorso in rinforzo ad altro reparto attaccato da forze preponderanti, combatteva per una intera giornata e, seguendo l’impulso del suo animo generoso e guerriero, restava a coprire la ritirata, col preciso tiro della sua mitragliatrice. Circondato, colpito al petto da mitraglia nemica, cadeva sull’arma che non aveva voluto abbandonare. Luminoso esempio di abnegazione e totale dedizione al dovere”. (Da “Reggio Emilia. Medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza. 8 settembre 1943-25 aprile 1945”)
(gdp)
Leggendo la motivazione della medaglia conferita ad Enzo Bagnoli ho ricordato quel che mio padre, che era presente, mi raccontava. I genitori non poterono neppure piangerlo, per la paura di rappresaglie. Solo a guerra finita fu possibile riportarlo a casa.
(CP)
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Grazie della testimonianza.
(gdp)
Enzo Bagnoli per sempre con noi.
(fg)
Grazie per avere ricordato l’anniversario dell’inaugurazione di questa importantissima arteria castelnovese che porta il nome di un grande eroe e martire della Resistenza partigiana, Enzo Bagnoli. Questo grande concittadino, mai sufficiententemente ricordato, coraggioso e generosissimo al punto di sacrificare la propria vita per proteggere quella dei suoi compagni da lui guidati in qualità di comandante. Enzo Bagnoli merita di essere ricordato fra i Grandi della storia moderna e come tale Castelnovo ne’ Monti, anche se con un po’ di ritardo, deve erigergli un monumento in una delle piazze principali a dimostrazione dell’eterna riconoscenza che il nostro paese ha nei confronti di questo valoroso ed impavido figlio. In quel tragico 30 luglio 1944 io avevo sette anni e quindi conobbi questo ed altri episodi a guerra finita e scoprii appunto come era stato ucciso Enzo ed in quali circostanze. La persona che mi raccontò di quella battaglia contro i nazifascisti era uno dei componenti il distaccamento partigiano medesimo e mentre mi diceva quelle tragiche cose le lacrime gli rigavano il volto e, quasi vergognandosi, si asciugò immediatamente, perché ripensando ai quei tragici momenti non resistette alla commozione. Mi disse che, al comando di Enzo di abbandonare la posizione perché non più difendibile e quindi troppo rischiosa e aggiunse che lui e soltanto lui ci avrebbe coperti nella ritirata e che di lì a ci avrebbe seguiti, loro si ribellarono e tentarono di convincerlo ad andare con loro e che a quel punto lui ordinò, da comandante, di ubbidire e di scappare. “Non volle sentire ragioni, ubbidimmo e ci ritirammo”. Enzo rimase attaccato alla mitraglia fino all’esaurimento delle munizioni e così fu sopraffatto ed ucciso dal nemico. Questo dunque è l’eroe che in perpetuo deve essere ricordato, commemorato e portato ad esempio alle giovani e meno giovani generazioni.
(Sergio Tagliati, Reggio Emilia, 14 maggio 2014)
P.S. – A proposito di viale Enzo Bagnoli un piccolo aneddoto: ricordo quando nel dopoguerra cominciarono i primi scavi e noi bambini ci fermavamo all’uscita di scuola, era il 1948, a curiosare, e proprio in quei giorni, nei pressi dell’attuale fontana dedicata a S. Pancrazio, fu rinvenuta un grossa bomba inesplosa, di quelle sganciate in occasione del bombardamento del luglio 1943. Ricordo le dimensioni, forse 180/200 cm. di lunghezza, con un diametro di circa 50 cm. Grazie.
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Grazie anche di quest’altra preziosa testimonianza.
(gdp)
Quante volte ho percorso (e continuo a farlo) il viale Enzo Bagnoli senza aver saputo prima di chi fosse veramente Enzo Bagnoli. Onore alla sua memoria.
(DC)
Mi congratulo con la redazione per avere ricordato alla cittadinanza la figura eroica e il grande spessore morale del nostro concittadino Enzo Bagnoli. A settanta anni dal suo martirio, attraverso le testimonianze che stanno giungendo, finalmente il nome di questo giovane e “incosciente” Padre della Patria potrà tornare a vivere nella mente e nel cuore delle nuove generazioni che, incolpevolmente, ignoravano le sue gesta, il suo coraggio e sacrificio. Ritengo che questo sia il giusto contesto per ricordare un altro grande eroe, contemporaneo e amico di Enzo Bagnoli, il partigiano Tacito “Tarzan” Bagnoli. Al contrario di Enzo, Tarzan ebbe l’opportunità di assaporare la vittoria sul nazifascismo e di essere protagonista, assieme a milioni di italiani, della rinascita politica e morale dell’Italia. Finita la guerra tornò alla propria vita di tutti i giorni, con lo spirito di avere “solamente” espletato un suo dovere nel combattere per la Patria. Mi piacerebbe che la nuova giunta che si installerà a Castelnovo nelle prossime settimane prendesse in esame l’idea di ricordare concretamente questa insigne personalità locale. Vorrei suggerire in questa sede di intitolare a Tacito Bagnoli l’attuale via Franceschini, dove il nostro visse per tutta la sua vita e dove – io sono nato e cresciuto lì – era considerato da tutti un vero e proprio eroe, un punto di riferimento per il suo coraggio e la sua probità. Grazie e ancora complimenti.
(Il Barbuto)
Non ho conosciuto Enzo Bagnoli se non attraverso i racconti dettagliati della mia mamma, staffetta partigiana (nome di battaglia Barbara) e posso confermare che la ricostruzione è esatta. Ho conosciuto invece Tacito Bagnoli (Tarzan) perché, oltre che in via Franceschini ha vissuto per tanti anni anche in località Bellaria, amico di famiglia e vicino di casa. Anche in questo caso, i racconti della mia mamma confermano quanto scritto da “Il Barbuto”.
E’ importante portare queste testimonianze onde evitare che il tempo ed il susseguirsi delle generazioni le cancellino.
Grazie
Sergio Sironi
(Sergio Sironi)
Dovremmo ricordarle più spesso queste figure importanti perchè sono state di grande insegnamento sia per il legame che loro avevano per l’amor patria sia per il coraggio e l’audacia nel compiere il loro dovere in un momento difficile della nostra storia. Purtroppo il loro sacrificio non è stato sufficientemente ricordato da tanti di noi e più precisamente dalla nostra classe politica, la quale si è limitata a commemorarli periodicamente con una bella corona posta su un monumento, tanto di banda musicale, per finire con una bella “bicchierata” tralasciando il vero motivo di questa ricorrenza e cioè “che erano uomini veri, puliti, sinceri ma soprattutto onesti”, caratteristiche che non fanno parte dei nostri governanti, che hanno anteposto in tanti casi il loro interesse personale a quello della comunità. Mio padre Ultimio “Frà Diavolo” raccontava spesso queste vicende e dalle sue parole si capiva il dramma di quei momenti, ma si leggeva anche l’entusiasmo per una causa che avrebbe reso felice tutta la popolazione.
(Alfeo Cassinadri)
Errata corrige: nello slancio emotivo nell’esprimere miei sentimenti ho omesso una parola molto importante e per questo vi chiedo scusa ma che adesso provvedo a riparare: nella ritirata che di lì a “poco” ci avrebbe seguiti ecc. ecc. Quindi la parola omessa era “poco”.
(Sergio Tagliati, Reggio Emilia, 20 maggio 2014)