DUE è album del giorno su Rockit.
http://www.rockit.it/recensione/25571/portfolioband-due
I Portfolio sono formati da: Tiziano Bianchi (trumpet, flugelhorn, keyboards, piano, wurlitzer, bass,
voice); Emilio Marconi (guitar); Bojan Fazlagic (guitar, keyboards); Marco Rossi (bass, guitar); Stefano Bizzarri (drums, voice), sono un ensemble piuttosto curioso e articolato, nato a Castelnuovo ne’ Monti, su quell’Appennino reggiano già in grado di dare i natali ad altre realtà singolari come i CCCP Fedeli alla linea di Giovanni Lindo Ferretti e gli Üstmamò di Mara Redeghieri.
Il gruppo arriva al secondo album, due anni dopo “The Standing Babas”: si tratta di "Due", in cui la parola di tre lettere si può intendere all’italiana oppure all’inglese, come “Ciò che si deve fare”.
Il disco si apre con Beauty, in cui la voce di Claudia Domenichini si innesta su ritmi e sonorità tipiche del pop-soul anni Ottanta/Novanta.
Si cambia panorama e atmosfere con To the right, forse la canzone più curiosa del disco: su profondi suoni indie rock si formula il contrasto della voce di Tiziano Bianchi che recita in inglese le istruzioni motivazionali di una classe di ginnastica ritmica.
Si torna su atmosfere più morbide, ma ancora in presenza della chitarra, con Riviera, che esprime un’eleganza pari a quella evocata dal titolo, ma che non per questo rinuncia al ritmo, né a i cambi del medesimo.
Love affair si avvolge intorno a pochi accordi iniziali di pianoforte, ma si espande presto su una tessitura elettronica. Ma è solo un intermezzo: si aprono poi panorami più vasti su Chi vince regna, che inizia su struttura pop-rock cantata da Laura Loriga, su cui si innesta poi una chitarra rumorosa e la tromba di Tiziano Bianchi, in una costruzione articolata ma senza perdere in raffinatezza.
Arriva dal 1977, ma non sembrerebbe, Criminal World, cover di una canzone poco conosciuta di una band poco conosciuta come i Metro, rifatta poi anche da David Bowie. Con un piccolo distinguo: la versione dei Portfolio è tre spanne sopra l’originale (nel caso pungesse vaghezza di ascoltarlo, eccolo qui), mentre solo l’infinito rispetto per il Duca Bianco ci impedisce di fare il paragone.
Atmosfere radicalmente diverse per Three songs about Lenin, lunga suite a più movimenti scritta per la sonorizzazione dell’omonimo film documentario di Dziga Vertov, in cui si registra il contributo della chitarra di Jukka Reverberi dei Giardini di Mirò.
Il brano strumentale passa da momenti in cui prevale, appunto, la chitarra, ad altri in cui le evoluzioni di un’elettronica parzialmente vintage fanno pensare a memorie antiche tipo Alan Parsons Project e simili, per finire con archi ed evoluzioni semi orchestrali classiche.
Il disco è montato in maniera piuttosto curiosa, come se troppa omogeneità annoiasse la band. Ma il risultato è di livello eccellente e offre spunti di interesse assoluto.
La composizione, gli arrangiamenti, i cambi di ritmo fanno pensare a una cura dei dettagli di livello assoluto. Una piccola gemma, degna di numerosi ascolti.
Testo tratto dal sito musictraks.com - autore Fabio Alcini
Il tour:
17 maggio, release party ai Musei Civici di Reggio Emilia (Notte dei Musei)
24 maggio, Red Noise Festival - Red Noise (Reggio Emilia)
4 luglio, Festival a km Zero (Reggio Emilia)
24 luglio, Bulbartworks Festival (Napoli)
Link:
Ascolta il disco in streaming su rockit
Guarda il video di "Three song about Lenin (song 2)" su sentireascoltare
Album del giorno su Rockit. http://www.rockit.it/recensione/25571/portfolioband-due
(Tiziano Bianchi)
Forza ragazzi, siete bravissimi.
(P.M.)
Three songs about Lenin sontuosa.
(Marco Emiliani)